Quel che definisce mio padre
È ancora il 4 marzo, qui a Buenos Aires, ora che scrivo. Un altro anno è passato dalla morte di mio padre Pier Paolo, e io sono qui a chiedermi che senso abbia continuare a ricordare questo giorno. Perché sì, noi umani abbiamo la tendenza a ricordare più gli anniversari di morte, che quelli di nascita, o di altri giorni speciali.
Potrò sbagliarmi, ma credo che quello che definisce una persona non è il giorno in cui tale persona muore, ma certo di più il giorno in cui è nata. Così come a definire un amore non è il giorno di San Valentino, e neppure quello in cui ci si lascia, o quello in cui si incontra per la prima volta la persona che diverrà il centro della nostra attenzione; ma quello in cui si scopre di amare davvero quest'altra persona.
Il giorno della morte di mio padre è ininfluente su quello che è stato lui, e sul modo in cui ha influito sulla mia vita. Il giorno della sua nascita ha avuto un impatto più importante, perché se non fosse nato in quella data forse non sarebbe stato lui, e se non fosse nato per niente di sicuro non sarei nato neppure io. Dovrei quindi celebrare il suo giorno di nascita, il suo compleanno, e con essi la sua vita, perché è così che lo ricordo; ed ho deciso che è quello che vorrei fare d'ora in poi: 15 giugno, dunque, e non più 4 marzo. Quello, come suggerisce mia sorella Chiara, lo lasciamo a Lucio Dalla.
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Commenti
Anch'io penso spesso a mio padre, ma ormai il ricordo delle ultime ore in ospedale sta prendendo il suo posto, dietro le quinte, perché come ho detto la storia di mio padre è fatta anche di quelle ore ma è molto di più.
Lo penso quindi quando mi trovo davanti a dei bei panorami, magari davanti ad un fiume o a un lago, o camminando in un bosco, posti che a lui piacevano o certamente sarebbero piaciuti.
La morte è un processo naturale, penso di stare accettandolo lentamente, e credo che sia la maniera migliore di onorarlo: ricordarlo per quello che era, per quello che ha fatto, e non perché un giorno di marzo, in un letto di ospedale, ha smesso di parlarci.
Ti auguro che il passaggio avvenga anche per te, prima o poi, con il suo tempo.
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inserita il 04/03/2015
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