Esame accompagnatore turistico a Verona: orale, ultima frontiera
I cavalieri dell'Apocalisse erano (saranno, visto che devono ancora arrivare) quattro, come è noto; gli esaminatori per l'ultima prova per conseguire la licenza di accompagnatore turistico a Verona, invece, sono stati cinque, perché noi non ci facciamo mancare niente!
Dopo settimane punteggiate di studio e poca voglia di studiare ancora sempre gli stessi argomenti, che ormai mi uscivano letteralmente dalle orecchie, è arrivato il gran giorno: lunedì 30, presso la sede della Provincia di Verona (che si chiama Palazzo Capuleti, forse in omaggio alle tombe di Giulietta e Romeo, che si trovano giusto a fianco).
Incontro facce che avevo già intravisto in occasione degli eventi precedenti, qualcuno si conosce già, qualcuno mi riconosce proprio a causa di questo blog (Justin Bieber, rosica!). Si è tutti un po' tesi, perché qui ci si gioca tutto, e il fatto che ogni singola prova dell'esame non serva a fare media con le altre ci riporta un po' tutti allo stesso livello, e mi chiedo che senso abbia avuto segnare punteggi altissimi nelle altre prove se per questa non mi sono assolutamente potuto rilassare.
Me lo chiedo, ma non faccio a tempo a trovare la risposta, perché già scoccano le tredici e trenta, e la decisione di procedere in ordine alfabetico mi fa entrare quasi subito nello stanzone che, diviso da un paio di paratie, ospita i tavoli dove le quattro esaminatrici attendono come Minosse, pronte a giudicarti nel bene e nel male (e sì, lo so che ho detto che erano cinque, ma quello di primo soccorso è arrivato in ritardo, quindi all'inizio son solo donne, quattro).
Prima tenzone: trasporti e pratiche doganali. Pesco la busta, e mi salta fuori la domanda "quali sono le opzioni in caso di ritardo del treno". Scarto subito "imprecare ripetutamente", ché non credo sia la risposta adatta, e passo ad elencare i tipi di risarcimento previsti dal regolamento FS, nonché la possibilità di cambiare prenotazione, o di ottenere il rimborso, in contanti o come buono da spendersi in altra occasione. La mia esaminatrice è soddisfatta (questa è una supposizione, ovviamente, dato che non ho modo di conoscere il suo giudizio, almeno per il momento; ma è abbastanza fondata, a giudicare dal proseguio e dalle sue parole), anche se non sono stato precisissimo sulle percentuali di risarcimento (ma non lo è neppure Trenitalia, solitamente...). Mi chiede quindi dell'alta velocità in Italia, e di quali sono le caratteristiche che contraddistinguono i suoi convogli; io, avendone preso uno giusto qualche giorno prima, parlo dei FrecciaRossa e FrecciArgento, di Italo e dei TGV, citando pure di striscio il Pendolino che è l'unico che si può permettere di viaggiare su materiale rotabile normale. "Per me può bastare", mi dice. "Anche per me", rispondo io, e grazie ed arrivederci.
Esco dalla sala. Quelli venuti ad osservare gli esami, ché loro ce li hanno un altro giorno, e tutti gli esaminandi mi chiedono lumi interessati, poi appena esce un altra persona si affrettano ad affollarsi intorno a lei e io ritorno a sedermi: sic transit glori mundi, come sa bene Umberto Tozzi. Non ho voglia di ripassare gli appunti, anche perché chi lo sa cosa potrebbe toccarmi. Intanto, gli altri entrano, in rigoroso ordine alfabetico, ad incontrare il loro fato. Poi, tocca di nuovo a me.
Geografia turistica: l'Italia e il turismo congressuale. Definito di cosa si tratta, parlo delle caratteristiche di una località che possa ospitare congressi (grande disponibilità di ospitalità, presenza di sale atte ai lavori del congresso, buoni collegamenti possibilmente con un aeroporto ben servito), poi di quali sono i possibili ruoli per un accompagnatore (essenzialmente, tre: transferista, ovvero che si occupa dei collegamenti aeroporto-hotel; brevi escursioni durante il congresso; pre- o post-congresso). Infine, parlo delle località italiane che possono andare bene: cito le grandi città, come Roma (hotel Ergife) e Milano, poi le sedi termali (Montecatini, ma anche Abano). Non si apre mai l'atlante, che pure sta sul tavolo; ma non ce n'è bisogno. Esco, soddisfatto.
Fuori si va di altre domande, "che cosa ti hanno chiesto?", "cosa hai risposto?", "com'è l'esaminatrice?"... solite cose, niente di nuovo sul fronte dell'esame occidentale.
Intanto, è arrivato quello di primo soccorso. Quando tocca a me, pesco la busta "posizione laterale di sicurezza". "Facile", penso, e mi tornano in mente gli insegnamenti della suorina nella sede della Croce Rossa a Vicenza e quelli del signor Bressan durante il corso di primo soccorso che ho fatto lo scorso anno. Spiego a cosa serve, poi comincio a dire come si fa, ma il tipo non è contento, e dice che manca qualcosa... "aspetti", penso, e gli risnocciolo gli scopi della posizione: liberazione delle vie aeree, e fare in modo che eventuali rigurgiti o vomito possano fuoriuscire dalla bocca senza riversarsi nei polmoni. "Manca qualcosa", mi ripete l'impassibile esaminatore, ed io davvero non riesco a capire cosa intenda. Finché mi mostra la figura, in cui al soggetto viene iperestesa la testa per far sì che la lingua non ostruisca la trachea. "Ma è la liberazione delle vie aeree", gli dico, e aggiungo che io l'iperestensione la farei dopo aver ruotato l'infortunato, perché se la fai prima probabilmente devi rifarla una volta ruotato, che nel frattempo si è mosso. Forse cominciamo a capirci, ricomincio a spiegare la manovra, parlo anche del lato su cui girare l'infortunato, e sul fatto che gli metto la mano sotto la testa (finezza di Bressan, gliene devo una!). Mi chiede poi quando non va fatta, e cosa fare in caso di sospetta frattura della colonna vertebrale (qualcuno deve tenere la testa in asse con la colonna, durante la rotazione; non si può fare da soli!). Finisce chiedendomi quale sia la mia professione: quando gli dico "accompagnatore turistico", pare essere sollevato, forse temeva facessi l'infermiere.
Esco, e sono tre, e comincio a fare un po' di conti: mi do un cinque (su sei) per la prima, e sei per la seconda; questo mi pare più un 3-4, anche se la risposta era corretta... sono a quindici, quindi mi servono sei punti per arrivare alla sufficienza. Fuori ormai quasi non si parla più di come sta andando, ed io racconto di com'è il mondo del lavoro in questo settore. All'improvviso una signora di origine teutonica esce e, salutando, dice di volersene andare, perché non crede di stare riuscendo nell'esame; si cerca di dissuaderla, ma rimane irremovibile nella sua decisione, e si allontana. La cosa ci colpisce.
Tocca a legislazione turistica. La domanda è secca: "esiste un limite al risarcimento da parte del tour operator e/o dell'intermediario nel caso di danni alla persona?". L'esaminatrice mi guarda, a me passano per la testa tutti i tipi di risarcimento, tutte le convenzioni e leggi che ho letto. Lei mi dice: "guardi, è semplice, o è sì o e no". Gioco tutto sul rosso, è quello che mi pare di ricordare. "Sì!", dico. Esce rosso. Ho vinto!
Esco, questa volta baldanzoso: se non è sei questo, vorrei vedere cosa lo è.
L'ultima domanda è di organizzazione turistica: "differenza tra turismo 'soft' e turismo 'hard' e quale e come è la funzione dell'accompagnatore". A parte i primi, inevitabili pensierini, devo ammettere con me stesso che non ho mai sentito usare questi termini prima; non nei testi che ho studiato per l'esame, quanto meno. Provo ad arrampicarmi un po' sugli specchi, vado ad intuito, dico che la differenza è nell'approccio che si ha con la cultura locale, l'esaminatrice non mi pare convintissima, provo ad elaborare un po' azzardando che il turismo "soft" è quello un po' "toccata e fuga", mentre quello "hard" va più in profondità, interagendo di più. "No, è il contrario", mi gela, ma mi permette di proseguire lo stesso, spiegando a questo punto cosa può fare l'accompagnatore per convertire un gruppo che parte "hard", ovvero turismo di massa, in qualcosa di più socialmente sostenibile; qui mi trovo più a mio agio, parlo di quel che significa fare da mediatori culturali, fornendo esempi che pesco direttamente dalla mia esperienza. Va meglio, la cosa scorre. Ci stringiamo la mano, esco e comincio ad aspettare.
L'attesa è un po' lunga, alcuni devono ancora finire e ci vuole tempo. Poi, dopo quella che sembra un'eternità, esce la presidentessa della commissione, e annuncia che tutti a parte due (di cui fa i cognomi) siamo passati. E' fatta: sono passato! Con quattro colleghe, e l'accompagnatore (portafortuna) di una di loro, andiamo fuori a brindare, e qualcuno (io tra quelli) a mettere qualcosa sotto i denti, ché 'sta storia della tensione degli esami "a me mi mette fame". Ora ci sarà ancora un po' di attesa, gli esami vanno avanti nei prossimi giorni, e per almeno un'altra settimana non si avranno i risultati finali; poi, col diplomino, si dovrà seguire la procedura presso la propria Provincia di residenza per iscriversi all'Albo della categoria... ma questa è un'altra storia, e la racconterò altrove.
Termino quindi con alcune altre domande, fatte a (ormai) colleghi:
- validità e modalità di rilascio dei documenti d'identità per i bambini;
- fonti normative del contratto d'albergo;
- escursione termica nel deserto del Nord-Africa;
- imbarco, sbarco, check in durante una crociera;
- ruolo dell'accompagnatore durante una crociera;
- i castelli della Loira;
- Italia e turismo cinefilo;
- fondo di garanzia;
- alto Adriatico;
- le 4 P del marketing-mix;
- aiuto ai passeggeri con mobilità ridotta durante l'imbarco;
- piece concept per il bagaglio;
- diritto di recesso e variazioni di prezzo del pacchetto turistico;
- misure dei bagagli in volo.
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Commenti
Nell'orale, ho preso 27 punti su 30 (punteggio più alto), e le due medie per le due lingue sono quindi 28,33 per l'inglese e 28,17 per lo spagnolo. Idoneo, quindi.
Ora dovrò aspettare che facciano le verifiche del caso (in particolare, che mi sono davvero diplomato - come affermo - al liceo scientifico Lioy decadi fa), e poi mi manderanno il diplomino che mi permetterà di iscrivermi all'albo (credevate che fosse finita qua, eh?!)
Il Codice del Turismo (dlgs 79/2011), art. 44 comma 1, dice che il "danno derivante alla persona dall'inadempimento o dall'inesatta esecuzione delle prestazioni che formano oggetto del pacchetto turistico e' risarcibile secondo le norme stabilite dalle convenzioni internazionali, di cui sono parte l'Italia o l'Unione europea". Il comma 3, che tu stai citando, parla di accordi "extra-codice", tipo le clausoline in piccolo che alcuni tour operator mettevano nei loro contratti, per provare a salvaguardarsi.
Buona fortuna per l'esame.
sentenza del 2012 che non so poi se e come ha trovato applicazione!
le normative sono a volte in contraddizione o sicuramente poco chiare - o più probabilmente non è pane per i miei denti! :) un saluto
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inserita il 01/07/2014
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