La composizione del governo di Enrico Letta, nipote di Gianni grande consigliere di mister B. e, di conseguenza (almeno, se il sangue non è acqua), bravo tessitore, ha certamente stupito molti. Avrei pagato oro per vedere la faccia che han fatto certi dirigenti leghisti, per esempio, quando si son trovati davanti un ministro per l’integrazione "abbronzato" (come avrebbe detto sempre mister B.).

Una squadra composta da molte donne, ma soprattutto da molte personi giovani (quantomeno, più giovani del solito). A cominciare dal primo ministro, che in realtà si chiama Presidente del Consiglio (e la differenza c’è, ed è sostanziale).

Ma una squadra che dovrà sostenere l’esame del Parlamento, dove se non per anagrafica quanto meno per metodo e ideologia il vecchiume ancora la vince di varie incollature (basti vedere quanto è successo nel PD e durante l’elezione del Presidente della Repubblica). Un esame non scontato, per quanto la fiducia sembri esserlo, perché un conto è dare la fiducia ad un governo ed un altro è sostenerlo durante la sua azione.

Prima o poi, facilmente più prima che poi, l’esito di un processo, la proposta di toccare alcuni privilegi o qualcos’altro che vada a ledere interessi particolari avranno il sopravvento sul bene comune, e ci sarà un nuovo patatrac! Reggerà, l’Italia? O sarà spazzata via da un’onda che la maretta di questi giorni non è niente al confronto?

Io non sono ottimista, e spero di sbagliarmi.