Buzios, Brigitte Bardot e l'alta marea
Avevo bisogno di spiagge illuminate dal sole, e Rio non era purtroppo un'opzione: come avevamo avuto modo di sperimentare durante gli ultimi giorni del tour Suda Merica, nuvole basse e nebbiolina fitta avevano deciso di occupare la cidade maravilhosa nell'intervallo tra le due olimpiadi.
A un paio di centinaia di chilometri più a nord-est si trova Buzios, una penisola nata durante il periodo in cui Africa ed America del Sud si scontrarono per la prima volta divenendo parte di Pangea... giusto qualche anno fa!
Di quell'avvenimento apocalittico rimangono solo alcune tracce nelle rocce circostanti, ma in compenso ci sono un sacco di spiaggette che, un tempo visitate solo da tartarughe per nidificarvi, ora sono meta incessante di brasiliani durante ogni possibile loro "fouga" (il o i giorni di riposo settimanale). JLA di solito la offre come opzione alla fine dei tour, e i turisti a quanto pare ne rimangono soddisfatti, quindi ho deciso di fare la prova anch'io e, salutati i miei amici all'aeroporto internazionale, son salito al volo sul primo mezzo disponibile e, in poco più di tre ore, sono arrivato ad Armaçao, più o meno il centro geografico della penisola.
Non avendo dove stare, ho cominciato a fare quello che Maria e Giuseppe fecero tempo fa, girando e bussando ad ogni "pousada" per vedere se avessero camere disponibili e a quanto. E qui, la prima scoperta: se Buzios è meta (almeno, in questo periodo) di brasiliani, in realtà è gestita da argentini. Sono infatti quasi solo persone della zona di Buenos Aires e dintorni a lavorare nel ricevimento e nella ristorazione. Spesso, parlano perfettamente brasiliano, senza più accento, avendo vissuto qui (e solo qui) per anche 20 anni. Ma una cosa li tradisce sempre: l'immancabile tazza per il mate, completa di cannuccia metallica... eh, le tradizioni patrie...
Ne ho girate un po', di pousadas, prima di trovare quella che mi soddisfaceva, abbastanza tranquilla e fuori dalle strade principali, ma allo stesso tempo vicina a tutto. Contento, vi ho fatto base per tre giorni, usando la connessione internet per lavorare un po' e le gambe per visitare le varie spiaggette della penisola. E, qui, la seconda scoperta: sebbene il sole battesse forte (la mia abbronzatura ne ha giovato assai), lo stesso faceva il vento che, coordinandosi con l'alta marea, faceva praticamente scomparire quasi tutta la sabbia durante i pomeriggi. Per cui era tutto un spostarsi a gambero sempre più in su, finché la spiaggia finiva e la gente prendeva su armi e bagagli e se ne andava da qualche altra parte. Io ed alcuni altri stoici sopravvivevamo un po' più a lungo, arrampicandoci sugli scogli; ma alla fine cedevamo anche noi, e allora via alla ricerca di un altro posto dove piazzare l'asciugamano (o l'indispensabile sarong, come nel mio caso). La marea però era alta ovunque, e quindi in pratica spiaggia solo dal mattino fino alle 15-15:30, poi al massimo ci si poteva sedere in riva al mare a guardare i gabbiani e, con un po' di fortuna, qualche tartaruga, così come faceva Brigitte Bardot decenni fa (a quanto pare, è stata lei che ha "scoperto" questa località).
Alla sera, poi, per mangiare c'era solo l'imbarazzo della scelta: pieno zeppo di ristoranti e locande, con - come ovvia specialità - il pesce. Io, che com'è noto l'ovvia specialità non la mangio, una sera sono andato in un ristorante "por kilo", dove paghi il peso di quello che ti metti nel piatto, mentre un'altra mi sono lanciato in un rodizio di pizza, dove i camerieri continuano a portarti fette di pizza finché non scoppi. È la terza volta che faccio questa esperienza in Brasile, e devo dire che non è stata malvagia come la seconda (la prima, ovviamente, è quella che non si scorda mai): basta sapere cosa saltare, tipo le improponibili misture di mais e carne e olive e maionese, e il resto è sufficientemente gustoso. Si aggiunga poi che avevo scelto un tavolino proprio davanti al palco, dove una brava cantante e chitarrista ha ripercorso successi noti e meno noti nazionali e anche stranieri, e insomma il prezzo di 13 euri direi che la serata lo è valso davvero.
Mare, cibo, sole... una vera vacanza, insomma, come non si vedeva da tempo. Siccome però è sempre meglio non abituarsi alle cose, ché dopo 3 giorni il pesce puzza, ho deciso di rimettermi in movimento verso sud, affrontando un paio di lunghi tragitti in autobus, per visitare altri luoghi prima di giungere a Buenos Aires, dove ricomincerò a lavorare. Sarà una scelta saggia (non lavorare, ma lasciare Buzios)? Lo vedremo...
La pousada di Buzios si chiama, guarda un po', Vila Buzios.
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inserito il 07/09/2016
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