Ashes to ashes
A volte, capita che i tour non siano facili. E i motivi possono essere molteplici: di natura umana (tipo un gruppo che non si amalgama bene, o qualcuno dei viaggiatori che tende a seguire poco o per nulla le indicazioni ed i suggerimenti che gli dai, o qualcun altro che vuole stare al centro dell'attenzione) e/o logistica (tipo lavori per strada che ti fanno ritardare di più di un'ora su una giornata che già è lunga di suo) e/o naturale (tipo 4 giorni di pioggia consecutiva che sì, possono capitare, ma se non capitano è meglio; oppure il vento che soffia incessantemente e non solo spettina i capelli ma anche i piani di chi vorrebbe affittare una bicicletta per girare un pò per conto suo).
A volte, capitano tutte queste cose assieme. Il che, intendiamoci, non rende meno interessante o divertente il tour, ma sicuramente mi fa faticare di più per guadagnare la pagnotta.
Poi, ci sono gli eventi catastrofici, non per l'effetto ma per l'intensità. Un pò come le carte Imprevisti del Monopoli, o gli eventi funesti di altri giochi come Through the Ages o Tzolkin, tanto per citarne un paio (e far felici tutti gli Emanuele che conosco). Tipo un vulcano che decide di eruttare, per esempio.
Ecco, qualche giorno fa, mentre organizzavo le escursioni opzionali per il Costa Rica, ricevo un'e-mail dal nostro contatto a San Jose che mi avvisava dell'improvvisa impossibilità di svolgerne alcune, perché uno dei tanti vulcani del paese aveva deciso di mettersi a sbuffare fumo e ceneri, e l'accesso all'intera zona era stato limitato o precluso. Poi, al mattino presto, telefonata dall'ufficio di Londra, che mi avverte dell'eruzione e mi conferma che posso organizzare piani alternativi per il viaggio in caso di modifiche dei trasporti pubblici. Perché noi, non troppo lontano da quel vulcano, il Turrialba, dobbiamo passarci, per andare a San Jose.
Avverto i componenti del gruppo, cercando di non spaventarli, ché dopo tutto non c'è nulla di cui spaventarsi: in questa zona dell'America Centrale i vulcani non mancano, e non è la prima volta che ad uno dei nostri tour tocca di passare non lontano. Nessun problema, comunque: nessuno è spaventato, e tutti sono invece eccitati e curiosi di saperne di più, e soprattutto di sapere se riusciremo a vedere qualcosa. Io non ne ho la più pallida idea, la distanza sembra grande, ma chissà...
Il viaggio scorre liscio, le nuvole e la pioggia non ci fanno vedere molto più in là della strada dove corre l'autobus. Ad un certo punto ci pare di sentire odore di zolfo nell'aria che entra dai finestrini, ma magari era solo il diavolo che andava a comprare dei coperchi.
San Jose sembra tranquilla. In tv mostrano le nuvole di fumo che escono dal cratere, intervistando tutta una serie di esperti, ma nulla sembra indicare allarmismo, anzi!
Poi, però, vado in ufficio da Sugey, il nostro contatto, per pagare i servizi che hanno organizzato per noi, e lei mi fa: "Ecco, la vedi la mia scrivania, come è ridotta ora? Tutta colpa della cenere che entra dalla finestra!". Cenere? Dalla finestra? È così fina che non te ne accorgi, e pensi che la scrivania sia solo un pò ingrigita dal tempo; e però, se ci passi un dito sopra, la cenere la vedi.
Mi viene in mente Pompei, e le facce della gente rimasta intrappolata nella catastrofe che l'ha resa famosa. So che non è la stessa cosa, però... però, un pò dell'eccitazione previaggio è sparita, lasciando il posto ad un senso di allerta.
Senso di allerta che, a quanto pare, non mi salverebbe: di notte c'è una scossa di terremoto, niente di troppo forte, ma molti dei miei passeggeri la sentono, mentre io dormo come un sasso fino all'ora di colazione.
Chissà se mi salverebbero?! Chissà se qualcuno di loro busserebbe alla mia porta invece di fuggire a gambe levate?! Che, poi, dove fuggi in un'occasione del genere? Me lo chiedo mentre li scruto negli occhi, a colazione, pensando a chi mi tradirebbe per meno di 30 denari... E io resterei? Busserei alle porte? Fino a che punto si dovrebbe spingere la mia responsabilità nei confronti di chi sta viaggiando con me? E fino a che punto si spingerebbe, nella realtà?
E voi, voi che state leggendo, che fareste in un caso simile? E vi comportereste in modo differente, con i vostri famigliari o con delle persone che avete conosciuto da 10 giorni? Ho ancora vivo in me il ricordo dei miei genitori che ci portarono di corsa giù in strada in braccio, a Chiara e me, quando la scossa del terremoto del Friuli arrivò a lambire Vicenza. Non l'unico terremoto che ho sentito, da allora, ma forse uno dei due che più mi è rimasto dentro. E che mi fa meditare...
Un utile sito sui vulcani in tutto il mondo è http://www.volcanodiscovery.com/it/home.html; la pagina sul Costa Rica è http://www.volcanodiscovery.com/it/costa_rica.html
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inserito il 04/11/2014
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