Corsa contro il tempo
Finito il tour più faticoso (dal punto di vista mentale ed emozionale) degli ultimi mesi, ora sono in vacanza: il prossimo, un Tropicbird, comincia il 27, ed ho tempo fino al 26 mattina per farmi trovare all'aeroporto di Tegucigalpa, da cui volerò prima in El Salvador e poi in Nicaragua.
11 giorni, meritati credo, che qualche settimana fa ho deciso di trascorrere visitando alcune zone di Guatemala ed Honduras che ancora non conosc(ev)o, lungo la costa caribica.
Perciò, ieri mattina, ho approfittato di un posto libero sull'ultimo transfer per i membri del mio gruppo in partenza dall'aeroporto di Città del Guatemala ed ho raggiunto una delle stazioni delle corriere, prendendo al volo quella che partiva per Rio Dulce.
5 ore e mezza previste, ma c'è che l'altro giorno era giorno di paga, e che questo è stato il primo finesettimana a disposizione delle famiglie per gli acquisti di Natale. Risultato: traffico congestionato ovunque, non solo nei pressi dei centri commerciali, ed il bus che ha impiegato 20 minuti solo per girare l'isolato ed immettersi sulla strada principale.
Partito semivuoto, con me senza biglietto ché l'autista mi ha detto che non c'era tempo e che avrei regolarizzato a bordo (avrei potuto farne 20, di biglietti, prima che lui riuscisse a svoltare l'angolo), ha viaggiato incontro al tramonto per ore, con il suo carico di passeggeri semiassopiti, io unico straniero. Delia, la nostra guida ad Antigua, mi aveva suggerito un posto dove fermarmi per un paio di giorni almeno, ed io avevo già verificato la disponibilità di un posto nel dormitorio condiviso. Ma...
...ma il posto, chiamato El Tortugal, a quanto pare era raggiungibile solo con una imbarcazione da Rio Dulce, pur trovandovisi vicinissimo, e l'ultima viaggiava alle 9 di sera...
Fuori sfilano più che altro zone collinari estremamente verdi, ma quando il cielo comincia a scurirsi ed i dettagli si vedono meno nitidamente io do uno sguardo all'orologio, preoccupato. Macchè, sono ancora le 5, è solo che anche qui sta arrivando l'inverno, le giornate si accorciano e la notte arriva prima.
Quando sono le sette e mezza, l'orario previsto di arrivo, mi rendo conto che siamo ancora sperduti da qualche parte. Non che ci sia traffico lungo la strada, o che l'autista vada troppo piano; semplicemente, gli orari dati dalla compagnia di trasporto sono tutto fuorché corretti. Intorno a me, tutti dormono, quindi è pure impossibile chiedere dove siamo.
All'improvviso, il bus rallenta, e poi si ferma. Siamo in una stazione di servizio, l'autista accende le luci e da 15 minuti di tempo a tutti per svuotare la vescica, riempire lo stomaco o adempiere ad altre esigenze più o meno urgenti. Io mi fiondo in un minimarket, dove compro una ricarica per il chip telefonico guatemalteco che ho comprato alcune ore prima, ancora ad Antigua; poi, spinto dalla esigenze di cui sopra, acquisto pure una bottiglietta di coca e un pacchetto di arachidi salatissime... ebbene sì, ho deciso di rovinarmi lo stomaco!
L'autista mi s'appressa, chiedendomi di pagare il passaggio; io gli porgo i 100 quetzal dovuti, e gli chiedo in cambio una ricevuta; lui mi guarda sorpreso, dicendomi che di ricevute lui non ne ha, e allora io gli rispondo che se non vuole darmi la ricevuta deve farmi uno sconto. Lui non dev'essere molto sveglio, non capisce che gli converrebbe comunque, e si rifiuta di farmi pagare di meno; a quel punto io rimetto in tasca la banconota, e solo quando si presenta un omino della compagnia che vende i posti rimasti gli spiego la situazione e ottengo il mio biglietto (pagandolo il prezzo pieno, ovviamente), biglietto che poi mostro fieramente all'autista.
Risaliti sul bus, attendiamo ancora un pò prima di ripartire, ché l'autista (quello furbo, di cui sopra) decide di caricare solo ora un pò di carburante e di far lavare (!) con la canna dell'acqua il retro del bus (forse, per far raffreddare il motore, o magari solo per pulire qualcosa). Io guardo l'orologio del cellulare, sono le 8:20, la tipa del minimarket mi ha detto che mancano 30' all'arrivo, nel dubbio chiamo El Tortugal e il tipo che mi risponde mi chiede dove siamo. Gli confesso che non ne ho la più pallida idea, e che tutti stanno di nuovo dormendo, quindi non posso neppure chiedere. Lui mi risponde di non preoccuparmi, e di fargli uno squillo quando arriviamo.
Alle 20:55, passiamo sul ponte che supera il Rio Dulce, connettendo la strada che arriva da Città del Guatemala con quella che raggiuge Tikal. Scendo, e chiamo immediatamente la reception, e in 15 minuti arriva una imbarcazione che, dopo aver scaricato il personale della cucina, mi porta fino alla capanna centrale del mio alloggio.
Nel buio ci si vede poco, ma quel che vedo mi piace: pontili in legno, una sala da pranzo e da soggiorno centrale, barche di ricconi nazionali e non (basta guardare le bandiere) ancorate lungo i pontili, capanne tranquille e ad una certa distanza l'una dall'altra. La mia, il "dormitorio", ha 5 o 6 stanzini letto, struttura in legno ricoperta quasi completamente da rete metallica e poi da una rete antizanzare, due bagni con docce ad acqua calda e un piccolo soggiorno con divani e poltrone, di nuovo in legno; ed è mia, tutta mia, nel senso che non c'è nessun altro per un paio di notti... il posto comincia a piacermi, così come la mia piccola vacanza.
Per dare un'occhiata al Tortugal, potete visitarne il sito internet: http://www.tortugal.com/
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inserito il 17/11/2014
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