In giro col Giro
Penultima sera di tour. Sono a Macerata, e fa un bel calduccio, che l’assente aria condizionata (ma si può, per un 4 stelle, restare senza aria condizionata per due giorni di seguito? Non che a me piaccia, ma è l’idea in sé che mi basisce) e la presente finestra aperta non riescono a dissipare. Ho bevuto come una spugna: a parte l’acqua delle fontanelle che ho incontrato per strada, due litri di latte (uno con un’aggiunta di yogurt-bevibile-alla-fragola), il fondo di una bottiglia di chinotto, una coca (e un’altra aspetta in frigo) e due bottiglie di acqua minerale a cena... John, il mio compagno di stanza, mi sa che sentirà un bel concerto di rutti, ma son sempre belle cose...
La giornata è stata ben faticosa, e non solamente perché toccava a me marcare e quindi dovevo stare ben davanti ai nostri clienti marcando con le frecce per cui è famosa ExperiencePlus! (non solo, ovviamente, ché poi Monica si arrabbia... però, certo le frecce per molti sono uno dei motivi per sceglierci, data la grande libertà di interpretare come si vuole la giornata), sparandomi salitozzi fantastici sotto il sole che ti fermi per mettere una freccia e zac! ecco subito dopo il salitozzo e le imprecazioni si sprecano, ma anche perché gironzolare attorno al Giro d’Italia non è per niente facile, dato che ti aprono e chiudono strade neanche fossero barattoli di marmellata, e tu pensi di passare e invece zac! eccoti una vigilessa che ti dice "si fermi, bravo giovine, ché sta per passare il Giro"... ma va?! Non sei mica lì per questo, nonnò... Giuseppe ha sfoggiato il completo rosa del Giro dello scorso anno, quello del centocinquantesimo dell’unità d’Italia, ed unico italiano in pista (oltre a me) ha tenuto alto l’onore della patria, restando incollato ai 3 dell’apocalisse (in ordine di velocità: Bill, Sybil e Gary); Stephen e Natalie sono stati i primi a giungere a Recanati, e velocissimi nel togliersi le scarpe con gli attacchi (sì, proprio quelle che ogni tanto la gente si dimentica di indossare quando arriva ad un semaforo rosso e si cappotta di lato, non avendo sganciato i piedi dai pedali) infilandosi delle ciabattine da spiaggia assai utili per camminare sull’acciottolato leopardiano; e infine Phillip, il nostro buon australiano, sempre nel gruppo e sempre molto compassato (ma darebbe del filo da torcere a quasi tutti voi, siatene ben certi).
E Jeffrey, il terzo tour leader (in 3 con otto clienti... ebbene sì, ci permettiamo persino questi lussi... in realtà, non avremmo modo di portare in giro due furgoni e marcare le strade se fossimo solo in due)? Ha fatto da scopa, ruolo che a me piace un sacco perché ti da la possibilità di andare ad un ritmo normale senza l’assillo di chi ti corre dietro e, anzi, di poter parlare con le persone che sono in tour con te; l’aveva chiesto, l’abbiamo accontentato, ché dopo la sfacchinata di ieri (Urbino-Macerata, e provate a guglare per vedere cosa vuol dire) se l’era abbondantemente meritato.
Domani, come dicevo, ultimo giorno: si va fino ad Assisi. Il tempo butta brutto, previste pioggie fin dalle nove del mattino, speriamo non siano particolarmente abbondanti perché i problemi logistici non sarebbero di poco conto (mai visto cosa succede al gesso sotto la pioggia forte?)... incrocio le dita, e già che ci sono pure quelle dei piedi.
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inserito il 12/05/2012
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