Prezzi olimpici a Londra
Non so se sia per l’arrivo delle Olimpiadi, o solo perché i miei ricordi cominciano a sfumare nella nebbia del passato (del resto, l’ultima volta che vi avevo trascorso più di mezza giornata era stato più di un decennio fa), ma il mio breve soggiorno a Londra lo ricorderò anche per i continui spaventi presi al vedere i prezzi. Di ogni cosa: non è solo il cibo che costa quanto un pasto per un’intera famiglia a Bombay (o anche più vicino), ma i biglietti di ingresso a musei e chiese (!), quelli per i teatri, persino i trasporti...
Con ordine, però: atterrato a Stansted, ho preso un bus per Londra zona periferica (8 sterline), poi la metro per il centro (con carta ricaricabile e rimborsabile Oyster, si paga poco più di 2 sterline a corsa, che comunque è un bel salasso considerando che sono circa due euri e mezzo) e poi ho gironzolato per tutto un pomeriggio nell’attesa che tornasse a casa il mio ospite di CouchSurfing; saltando anche questa volta l’ingresso all’abbazia di Wesminster (16 sterline) e quello al museo del cinema (15,50 sterline), per non parlare di un giro sul London Eye, la grande ruota panoramica che ho visto issare in occasione del cambio del millennio (anche questa 15,50 sterline, se non erro... Watson), mi sono goduto la banchina sud del Tamigi, lungo la quale si snoda un lunghissimo percorso fatto di parchi, di quartieri straluccicantemente nuovi o più vecchi e mattonati, di alberi e piste ciclabili che si infilano sotto gli innumerevoli ponti (ma quanti sono i ponti di Londra? E io che pensavo che Budapest detenesse il record...), e di manifestazioni artistiche e concertistiche varie. All’altezza del Tower Bridge, però, il peso dello zaino con cui ero arrivato dall’Italia, moltiplicato per le ore di cammino, si è fatto sentire, ed ho preso una metro di superficie per raggiungere il quartiere di Canary Wharf, che anni fa era ancora un cantiere in ricostruzione e che invece adesso è ben alto nella classifica dei luoghi più costosi della capitale britannica.
William, cinese di Hong Kong ormai residente a Londra da parecchi anni, era appena tornato dal lavoro, ci siamo mangiati la torta sbrisolona che gli ho portato e poi siamo andati a recuperare un po’ di cibo nel vicino megasupermercato, cucinandoci un’ottima cenetta a base di pasta al pesto, pollo alla salsa di soya e insalata mozzarella e pomodoro. Più tardi ci ha poi raggiunto Emanuele, piacentino di ritorno da una trasferta negli USA, a Londra per incontrare alcuni amici; con lui, la mattina successiva ho visitato alcune zone del centro (facendogli da cicerone alla buona), per poi andare a tuffarmi per un paio d’ore nel British Museum (gratuito, ingresso ad offerta) dove abbiamo dato la caccia agli elementi che qualche saggio curatore ha evidenziato come "importanti" sulla mappa dell’enorme edificio: un’armatura da samurai, un vaso cinese della dinastia Ming, un gioco da tavolo babilonese ecc. ecc.
Dopo un "sano" pranzo in un emule locale del KFC (ma più casereccio, quindi - secondo noi - di maggior valore), per la modica cifra di 6,40 sterline (hamburger di pollo, due coscette fritte, sacchetto di patatine, pannocchia imburrata e bicchierone di pepsi-cola), ci siamo divisi ed io sono andato a fare il primo dei due colloqui che erano la ragione di questo mio viaggio, bieco tentativo di trovare lavoro in Sud-America restando nel campo dell’accompagnamento di gruppi. La metro ha cercato di mettersi di traverso, lasciandomi bloccato in una stazione per mezz’ora senza che passasse un treno utile, ma per fortuna sono riuscito ad arrivare con soli 5 minuti di ritardo e... direi che è andata bene (incrociando le dita, ovviamente, ché finché non ti scrivono per dirti che ti han preso non si sa mai), dopo una novantina di minuti in inglese e spagnolo a raccontargli di me e dei miei viaggi e a rispondere a molte domande e simulazioni di possibili scenari. Per premiarmi, essendomi imbattuto appena uscito in un negozio di musica, ho deciso di contribuire alla causa delle case discografiche acquistando un paio di CD a prezzo stracciato... poi, ritorno a Waterloo, al London Eye e incontro con William che tornava dal lavoro per esplorare per la seconda volta la South Bank. Ed abbiamo avuto fortuna: si trattava proprio della sera in cui dovevano inaugurare la nuova illuminazione del Tower Bridge, con tanto di 5 enormi anelli olimpici che salgono e scendono dalla parte superiore del ponte, e telecamere televisive (e molti curiosi, attrezzati con vettovaglie per pic-nic sull’erba e fotocamere ultra-professionali) pronte ad immortalare l’evento.
Anche noi ci siamo quindi attrezzati, acquistando un paio di pietanze in un locale ristorante cinese (10,50 sterline per due vaschette, una di riso all’ananas ed una di carne e verdure), e poi ci siamo seduti sul prato ad aspettare... aspettare... aspettare...
Le 20 si son fatte le 21, e poi le 22, e finalmente quando tutti erano ormai stufi lo spettacolo luminoso è cominciato, e gli anelli sono andati su e giù un paio di volte... Disappointing, very disappointing.
Tornati a casa, abbiamo reincontrato Emanuele, che era stato a cena con i suoi amici, ed abbiamo atteso per un paio d’ore un lituano che doveva arrivare direttamente dall’aeroporto ma di cui, fin tanto che siamo rimasti svegli, non s’è vista traccia (suppongo sia arrivato nella notte, ma al mattino mi son dovuto alzare presto per un secondo colloquio e non ho fatto a tempo ad incontrarlo).
Partito appunto presto, con solo Emanuele già in piedi (anche perché, dormendo sullo stesso enorme divano, era difficile che non si svegliasse quando l’ho fatto io), sono tornato quasi nella stessa zona del giorno prima, ed anche qui nuove domande e risposte e simulazioni di casi e ancora domande... chissà come finirà.
Poi, zaino in spalla, e munito del cibo acquistato in un super supermercato, ho atteso la navetta per raggiungere l’aeroporto di Luton (10,49 sterline, ma se l’avessi prenotata prima il prezzo avrebbe potuto scendere fino a 2,50), da cui poi ho raggiunto Roma, per un nuovo tour con ExperiencePlus!
Se penso che non ho neppure visto la regina...
A volte, tramite CouchSurfing, BeWelcome e organizzazioni similari non si riesce (specie se all'ultimo minuto) a trovare ospitalità gratuita; un'alternativa valida è allora offerta da alcuni motori che possono facilitare la ricerca di un hotel economico in qualsiasi destinazione.
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Informazioni
inserito il 28/06/2012
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