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Nel ventre della balena - cronache da Bordeaux
Tante cose di cui scrivere, da qui Bordeaux, e poco tempo per farlo... ora forse sono riuscito a prendermi un po' di tempo, mentre i membri del gruppo Jonas stanno riposando nelle loro stanze o ascoltando attenti un concerto d'organo nella vicina chiesa di Santa Croce (io ho resistito per 45 minuti, ma sono due notti che non dormo a causa del mio compagno di stanza che russa più di... russa talmente tanto che non so trovare un paragone... mannaggia a Jonas quando han deciso di risparmiare e non darmi una singola... vabbè, è lavoro!).
Si prepara una tempesta, a quanto pare: gli alberelli, fuori dall'Holiday Inn, sul viale finalmente liberato dalle macchine grazie all'installazione del nuovo tram su rotaia, fremono e si inchinano al vento, mentre le nuvole si addensano... ormai guardo le previsioni del tempo sul retro dei giornali quasi in automatico, ma ho imparato a credergli meno delle percentuali che offrono loro, quindi faccio solo ipotesi... cmq, fino ad adesso ci è andata davvero bene: solo al lunedì ha piovigginato, tutti i lunedì, ma per il resto siamo andati dal nuvoloso parziale di giornate come ieri al sole spaccapietre dei finesettimana.
La mia settimana parte al lunedì pomeriggio, quando ricevo gli ospiti del gruppo Jonas che arrivano a vari orari dipendenti dal mezzo di trasporto (e dall'aeroporto scelto per la partenza, in caso d'aereo); assieme a me Mylene, la mia co-guida francese doc ma ben capace di parlare italiano. Le persone arrivano stanche, noi le salutiamo e diamo qualche indicazione di massima oltre ad un appuntamento per il briefing serale; nel frattempo, sistemiamo le ultime cose, comprese le buste con il materiale da distribuire alla sera. Mentre Mylene si occupa del recupero delle biciclette dal negozio che si trova a 40 metri dall'hotel (ottima collocazione, almeno per noi), io vado a prendere il furgone a noleggio che ci serve per il trasporto del giorno successivo; con l'aiuto di qualcuno dei nuovi ospiti, lo carichiamo (questa settimana abbiamo stabilito un record di velocità), e poi si va a fare il briefing: informazioni sull'associazione Jonas, sull'hotel (tipo che i frigobar non funzionano, e che è inutile provare a manometterne la serratura), su Bordeaux, su noi stessi e sul programma della settimana. Ma il momento più amato è quello della cena, quando nel grande salone le fameliche bocche italiche possono soddisfare i loro bisogni... poi, non so gli altri, ma io vado a nanna, perchè mi aspetta una levata(ccia).
La destinazione del martedì, infatti, è Sant'Emilion, e data la distanza il programma prevede che io parta col furgone e porti le bici a Libourne mentre Mylene vi accompagna gli ospiti in treno (il fatto che la mia partenza sia almeno 40 minuti anteriore, causa traffico auto, a quella degli altri è forse uno dei motivi che portano Mylene a preferire di non viaggiare con me... o forse è il mio alito...). Là ci troviamo, e partiamo per una ciclata tranquilla (perlopiù falsopiano, con un'ultima salita finale) per Sant'Emilion, cittadina nota per i vini del Pomerol e per le strutture sotterranee costruite nella pietra calcarea dai seguaci del sant'uomo Aemilianus. I vini sono rossi e dolciastri, a causa della profondità a cui le radici devono pescare l'acqua (?), mentre le catacombe e la chiesa monoliticamente nascosta sotto la terra sono freschi e oscuri come una notte d'autunno inoltrato. I dolci, invece, sono deliziosi: sia i "canelés" (budini morbidi dalla crosta più dura ed il sapore di cannella), sia i "macarons" (amaretti morbidi) si sciolgono in bocca, soave premio dopo la faticata mattutina (sì, lo so, 8 km non sono niente, ma si considerino i muscoli freddi prima di giudicare...). Nel pomeriggio, visita ad uno "chateau" di produzione di vino (di proprietà di un certo Chateau... sì, avete capito bene, è lo Chateau de Chateau), con spiegazioni sulla produzione e degustazione finale di tre rossi di qualche anno fa.
Chi mi conosce bene a questo punto starà alzando la mano per porre una domanda... ebbene sì, degusto anch'io, anche se continuo a rimanere un non-appassionato di vini; per fortuna, ho innalzato il mio livello di resistenza all'alcool abbastanza da non cadere giù lungo disteso al primo bicchiere... ora ne tengo almeno 3-4, anche se non garantisco di poter calcolare una radice cubica dopo...
Dopo cena, solitamente facciamo un giro di Bordeaux notturna, sull'altra sponda del fiume, ovvero quella meno interessante ma che offre un'ottimo punto di vista della città e soprattutto del suo lungofiume illuminati a giorno ed in continuo rifacimento: dopo aver demolito vari magazzini che facevano parte del vecchio porto, la municipalità (con a capo quell'Alain Juppé ex-ministro e favorito di Sarkozy che però è stato trombato alle ultime elezioni parlamentari ed ha dovuto dimettersi dal governo) sta rifacendo il volto della città, sistemando un'area enorme tra l'ultima fila di case e la Garonne che intanto fluisce tranquilla; piste ciclabili, campi da pattinaggio, prati, e l'ormai famoso Miroir d'Eau (un'enorme area dove un velo d'acqua alternato a goccioline nebulizzato indicano lo stretto rapporto tra il mattone e l'acqua e allo stesso tempo fanno la gioia dei bimbi che vi si corrono e sguazzano felici e degli adulti che, vergognandosi, si limitano a bagnarcisi i piedi) riempiono centinaia di metri quadrati, e sicuramente diventeranno un ottimo biglietto da visita della città.
Al mercoledì tocca la visita vera e propria di Bordeaux. Le biciclette ci servono solo per spostarci da un punto all'altro, dalla chiesa di Notre Dame alla spianata di Quinconce (che prende il nome dalla disposizione degli alberi ai suoi lati, simile a quella dei punti sulla quinta faccia di un dado), dalla piazza Gambetta ai resti del colosseo romano-gallico detto erroneamente Palais Gallien (e che, ovviamente, nessun italiano degno di questo nome si prende la briga di visitare, avendo ormai visto sufficienti rovine dell'impero per le prossime dieci vite), dal mercato dedicato ai grandi pensatori della città e della Francia - tra di essi, Montesquie e Montagne - alla cattedrale dove il matrimonio di Eleonora di Aquitania con il re di Francia fu tra le origini della Guerra dei 100 anni. Le rotaie del tram, rinnovato e dotato di un moderno sistema di alimentazione a rotaia - quando il vagone passa in un punto, quel punto si attiva e dona elettricità, evitando così possibili incidenti ai pedoni - ci accompagnano in continuazione, talvolta rendendo insidiosi gli attraversamenti su due ruote... ma è una città che va avanti a due ruote, almeno nel suo centro, dove le macchine sono rarissime così come i motorini.
La sera, capita spesso che si vada fuori a prendere un drink, ma tutto dipende dalla stanchezza, nostra e degli ospiti (ovviamente, la nostra conta un po' meno, anche se teoricamente le nostre serate sono libere).
Giovedì è il giorno della gran pedalata: da Bordeaux a Creon, quasi sempre su un'ottima pista ciclabile attraverso i boschi, per 27 km circa di piano o falsopiano. A dir la verità, il giorno previsto per Creon sarebbe stato il mercoledì, per poterne visitare il mercatino settimanale; ma ci siamo accorti che, per molti non-fanatici della bici, i 18 km del primo giorno richiedono una giornata tranquilla l'indomani, e quindi abbiamo apportato la modifica. Questo fa sì che la visita di Creon sia molto breve, data l'assenza di punti interessanti oltre la piazza principale, e si limiti in realtà al pranzo. Dopo, si torna un po' indietro, fino a Sadirac, dove si visita la fattoria biologica "Oh! Legumes Oublié": un posto in cui vengono coltivati vegetali commestibili di ogni tipo, da quelli che si trovano normalmente al mercato fino a cose che pochi avevano visto in vita loro; una lezione con degustazione di vari prodotti viene offerta, ma in realtà nei frutteti si può cogliere liberamente tutto quanto è commestibile ed ingurgitarlo senza timore di pesticidi o altri problemi... Finita la scorpacciata, si rimonta in sella e si arriva, dopo una terribile salita su strada sterrata che costringe quasi tutti a smontare e spingere, ad un altro chateau, con altra dimostrazione e degustazione mentre ti rodi il fegato al pensiero della bella vita che fanno i proprietari del maniero. Il ritorno è una passeggiata di salute, anche perché la leggerissima salita dell'andata si trasforma in leggera discesa che, seppure impercettibilmente, facilita lo scorrere dei nostri cavalli di ferro.
Poi, il giorno della pacchia: venerdì è libero per tutti, noi ci limitiamo a presentare varie possibilità o a trovare informazioni per località particolari, e la maggior parte degli ospiti scelgono di andare sulla costa, ad Arcachon. Un treno di un'ora di porta all'interno di quella che pare una Rimini francese, piena di negozietti che vendono pizze e gioielli e vestiti alla moda e carabattole da spiaggia; ma da lì si può prendere un battello per attraversare l'imboccatura della baia ed andare a Cap Ferret, dove offrono scorpacciate di ostriche a prezzi risibili e dove la bassa marea lascia tutte le barche del porto in secca inclinate su un fianco o sull'altro, oppure prendere un bus e raggiungere la Duna di Pylat, 140 metri (d'altezza) per 5 km (di lunghezza) di sabbia che ne fanno la duna più grande d'Europa (almeno, a sentire i francesi... che però, ho notato, tendono un po' ad esagerare, quindi prendetela cum grano salis); lì, se il sole è favorevole, ci si può piazzare a ponzare, facendosi cullare dal rumore delle onde oceaniche e dal lento librarsi di decine di parapendio... ovviamente, lo dico per esperienza.
Sabato, infine, è una giornata un po' strana: dopo l'ennesima colazione a buffet - per la quale ho impiegato 3 giorni a studiare la sequenza migliore, che ora seguo pedissequamente come una regola benedettina -, si va a vedere il grande mercato di Saint Michel, che essendo un quartiere in buona parte popolato da musulmani offre venditori di stoffe, di pantofole, di oggetti tipicamente medioorientali oltre ai formaggi ed ai vini tipici invede del bordolese. Poi, sempre a piedi, si va in centro, per vedere un paio di chiese ed un paio di piazze, ad un ritmo diverso da quello tenuto quando si pedalava. Per il pomeriggio, dopo un pranzo di solito consistente in un sandwich baguettato con bibite e dolce consumati in qualche piazza o parco, noi offriamo alcuni itinerari possibili, da quello cultural-museale a quello ludico-lacustre, ma coloro che già pensano alla partenza del giorno dopo preferiscono darsi allo shopping sfrenato. La cena finale la consumiamo in un ristorante in Place du Parlement, Chez Edouard, ottimo e poco costoso: la cucina dell'hotel è chiusa, e quindi abbiamo fatto di necessità virtù trovando un ottimo modo di accomiatarci dai nostri ospiti. Una foto di rito vicino alla fontana, una scappata al Miroir d'Eau, e poi di solito si va in qualche locale a fare quattro salti...
La domenica, come qualcun altro prima di noi, ci riposiamo. Io, solitamente, ne approfitto per andare a vedere qualcosa di particolare in città, dopo essere ovviamente rimasto a letto più del solito al mattino (ma non troppo, o al buffet mattutino non trovo più che le scorze...). Le pile vanno ricaricate, in qualche modo...
... ed è di nuovo lunedì!
Si prepara una tempesta, a quanto pare: gli alberelli, fuori dall'Holiday Inn, sul viale finalmente liberato dalle macchine grazie all'installazione del nuovo tram su rotaia, fremono e si inchinano al vento, mentre le nuvole si addensano... ormai guardo le previsioni del tempo sul retro dei giornali quasi in automatico, ma ho imparato a credergli meno delle percentuali che offrono loro, quindi faccio solo ipotesi... cmq, fino ad adesso ci è andata davvero bene: solo al lunedì ha piovigginato, tutti i lunedì, ma per il resto siamo andati dal nuvoloso parziale di giornate come ieri al sole spaccapietre dei finesettimana.
La mia settimana parte al lunedì pomeriggio, quando ricevo gli ospiti del gruppo Jonas che arrivano a vari orari dipendenti dal mezzo di trasporto (e dall'aeroporto scelto per la partenza, in caso d'aereo); assieme a me Mylene, la mia co-guida francese doc ma ben capace di parlare italiano. Le persone arrivano stanche, noi le salutiamo e diamo qualche indicazione di massima oltre ad un appuntamento per il briefing serale; nel frattempo, sistemiamo le ultime cose, comprese le buste con il materiale da distribuire alla sera. Mentre Mylene si occupa del recupero delle biciclette dal negozio che si trova a 40 metri dall'hotel (ottima collocazione, almeno per noi), io vado a prendere il furgone a noleggio che ci serve per il trasporto del giorno successivo; con l'aiuto di qualcuno dei nuovi ospiti, lo carichiamo (questa settimana abbiamo stabilito un record di velocità), e poi si va a fare il briefing: informazioni sull'associazione Jonas, sull'hotel (tipo che i frigobar non funzionano, e che è inutile provare a manometterne la serratura), su Bordeaux, su noi stessi e sul programma della settimana. Ma il momento più amato è quello della cena, quando nel grande salone le fameliche bocche italiche possono soddisfare i loro bisogni... poi, non so gli altri, ma io vado a nanna, perchè mi aspetta una levata(ccia).
La destinazione del martedì, infatti, è Sant'Emilion, e data la distanza il programma prevede che io parta col furgone e porti le bici a Libourne mentre Mylene vi accompagna gli ospiti in treno (il fatto che la mia partenza sia almeno 40 minuti anteriore, causa traffico auto, a quella degli altri è forse uno dei motivi che portano Mylene a preferire di non viaggiare con me... o forse è il mio alito...). Là ci troviamo, e partiamo per una ciclata tranquilla (perlopiù falsopiano, con un'ultima salita finale) per Sant'Emilion, cittadina nota per i vini del Pomerol e per le strutture sotterranee costruite nella pietra calcarea dai seguaci del sant'uomo Aemilianus. I vini sono rossi e dolciastri, a causa della profondità a cui le radici devono pescare l'acqua (?), mentre le catacombe e la chiesa monoliticamente nascosta sotto la terra sono freschi e oscuri come una notte d'autunno inoltrato. I dolci, invece, sono deliziosi: sia i "canelés" (budini morbidi dalla crosta più dura ed il sapore di cannella), sia i "macarons" (amaretti morbidi) si sciolgono in bocca, soave premio dopo la faticata mattutina (sì, lo so, 8 km non sono niente, ma si considerino i muscoli freddi prima di giudicare...). Nel pomeriggio, visita ad uno "chateau" di produzione di vino (di proprietà di un certo Chateau... sì, avete capito bene, è lo Chateau de Chateau), con spiegazioni sulla produzione e degustazione finale di tre rossi di qualche anno fa.
Chi mi conosce bene a questo punto starà alzando la mano per porre una domanda... ebbene sì, degusto anch'io, anche se continuo a rimanere un non-appassionato di vini; per fortuna, ho innalzato il mio livello di resistenza all'alcool abbastanza da non cadere giù lungo disteso al primo bicchiere... ora ne tengo almeno 3-4, anche se non garantisco di poter calcolare una radice cubica dopo...
Dopo cena, solitamente facciamo un giro di Bordeaux notturna, sull'altra sponda del fiume, ovvero quella meno interessante ma che offre un'ottimo punto di vista della città e soprattutto del suo lungofiume illuminati a giorno ed in continuo rifacimento: dopo aver demolito vari magazzini che facevano parte del vecchio porto, la municipalità (con a capo quell'Alain Juppé ex-ministro e favorito di Sarkozy che però è stato trombato alle ultime elezioni parlamentari ed ha dovuto dimettersi dal governo) sta rifacendo il volto della città, sistemando un'area enorme tra l'ultima fila di case e la Garonne che intanto fluisce tranquilla; piste ciclabili, campi da pattinaggio, prati, e l'ormai famoso Miroir d'Eau (un'enorme area dove un velo d'acqua alternato a goccioline nebulizzato indicano lo stretto rapporto tra il mattone e l'acqua e allo stesso tempo fanno la gioia dei bimbi che vi si corrono e sguazzano felici e degli adulti che, vergognandosi, si limitano a bagnarcisi i piedi) riempiono centinaia di metri quadrati, e sicuramente diventeranno un ottimo biglietto da visita della città.
Al mercoledì tocca la visita vera e propria di Bordeaux. Le biciclette ci servono solo per spostarci da un punto all'altro, dalla chiesa di Notre Dame alla spianata di Quinconce (che prende il nome dalla disposizione degli alberi ai suoi lati, simile a quella dei punti sulla quinta faccia di un dado), dalla piazza Gambetta ai resti del colosseo romano-gallico detto erroneamente Palais Gallien (e che, ovviamente, nessun italiano degno di questo nome si prende la briga di visitare, avendo ormai visto sufficienti rovine dell'impero per le prossime dieci vite), dal mercato dedicato ai grandi pensatori della città e della Francia - tra di essi, Montesquie e Montagne - alla cattedrale dove il matrimonio di Eleonora di Aquitania con il re di Francia fu tra le origini della Guerra dei 100 anni. Le rotaie del tram, rinnovato e dotato di un moderno sistema di alimentazione a rotaia - quando il vagone passa in un punto, quel punto si attiva e dona elettricità, evitando così possibili incidenti ai pedoni - ci accompagnano in continuazione, talvolta rendendo insidiosi gli attraversamenti su due ruote... ma è una città che va avanti a due ruote, almeno nel suo centro, dove le macchine sono rarissime così come i motorini.
La sera, capita spesso che si vada fuori a prendere un drink, ma tutto dipende dalla stanchezza, nostra e degli ospiti (ovviamente, la nostra conta un po' meno, anche se teoricamente le nostre serate sono libere).
Giovedì è il giorno della gran pedalata: da Bordeaux a Creon, quasi sempre su un'ottima pista ciclabile attraverso i boschi, per 27 km circa di piano o falsopiano. A dir la verità, il giorno previsto per Creon sarebbe stato il mercoledì, per poterne visitare il mercatino settimanale; ma ci siamo accorti che, per molti non-fanatici della bici, i 18 km del primo giorno richiedono una giornata tranquilla l'indomani, e quindi abbiamo apportato la modifica. Questo fa sì che la visita di Creon sia molto breve, data l'assenza di punti interessanti oltre la piazza principale, e si limiti in realtà al pranzo. Dopo, si torna un po' indietro, fino a Sadirac, dove si visita la fattoria biologica "Oh! Legumes Oublié": un posto in cui vengono coltivati vegetali commestibili di ogni tipo, da quelli che si trovano normalmente al mercato fino a cose che pochi avevano visto in vita loro; una lezione con degustazione di vari prodotti viene offerta, ma in realtà nei frutteti si può cogliere liberamente tutto quanto è commestibile ed ingurgitarlo senza timore di pesticidi o altri problemi... Finita la scorpacciata, si rimonta in sella e si arriva, dopo una terribile salita su strada sterrata che costringe quasi tutti a smontare e spingere, ad un altro chateau, con altra dimostrazione e degustazione mentre ti rodi il fegato al pensiero della bella vita che fanno i proprietari del maniero. Il ritorno è una passeggiata di salute, anche perché la leggerissima salita dell'andata si trasforma in leggera discesa che, seppure impercettibilmente, facilita lo scorrere dei nostri cavalli di ferro.
Poi, il giorno della pacchia: venerdì è libero per tutti, noi ci limitiamo a presentare varie possibilità o a trovare informazioni per località particolari, e la maggior parte degli ospiti scelgono di andare sulla costa, ad Arcachon. Un treno di un'ora di porta all'interno di quella che pare una Rimini francese, piena di negozietti che vendono pizze e gioielli e vestiti alla moda e carabattole da spiaggia; ma da lì si può prendere un battello per attraversare l'imboccatura della baia ed andare a Cap Ferret, dove offrono scorpacciate di ostriche a prezzi risibili e dove la bassa marea lascia tutte le barche del porto in secca inclinate su un fianco o sull'altro, oppure prendere un bus e raggiungere la Duna di Pylat, 140 metri (d'altezza) per 5 km (di lunghezza) di sabbia che ne fanno la duna più grande d'Europa (almeno, a sentire i francesi... che però, ho notato, tendono un po' ad esagerare, quindi prendetela cum grano salis); lì, se il sole è favorevole, ci si può piazzare a ponzare, facendosi cullare dal rumore delle onde oceaniche e dal lento librarsi di decine di parapendio... ovviamente, lo dico per esperienza.
Sabato, infine, è una giornata un po' strana: dopo l'ennesima colazione a buffet - per la quale ho impiegato 3 giorni a studiare la sequenza migliore, che ora seguo pedissequamente come una regola benedettina -, si va a vedere il grande mercato di Saint Michel, che essendo un quartiere in buona parte popolato da musulmani offre venditori di stoffe, di pantofole, di oggetti tipicamente medioorientali oltre ai formaggi ed ai vini tipici invede del bordolese. Poi, sempre a piedi, si va in centro, per vedere un paio di chiese ed un paio di piazze, ad un ritmo diverso da quello tenuto quando si pedalava. Per il pomeriggio, dopo un pranzo di solito consistente in un sandwich baguettato con bibite e dolce consumati in qualche piazza o parco, noi offriamo alcuni itinerari possibili, da quello cultural-museale a quello ludico-lacustre, ma coloro che già pensano alla partenza del giorno dopo preferiscono darsi allo shopping sfrenato. La cena finale la consumiamo in un ristorante in Place du Parlement, Chez Edouard, ottimo e poco costoso: la cucina dell'hotel è chiusa, e quindi abbiamo fatto di necessità virtù trovando un ottimo modo di accomiatarci dai nostri ospiti. Una foto di rito vicino alla fontana, una scappata al Miroir d'Eau, e poi di solito si va in qualche locale a fare quattro salti...
La domenica, come qualcun altro prima di noi, ci riposiamo. Io, solitamente, ne approfitto per andare a vedere qualcosa di particolare in città, dopo essere ovviamente rimasto a letto più del solito al mattino (ma non troppo, o al buffet mattutino non trovo più che le scorze...). Le pile vanno ricaricate, in qualche modo...
... ed è di nuovo lunedì!
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Commenti
Il giorno 24/08/2007, Daniele ha scritto:
Sto usando Flickr per mettere in linea un po' di foto, nell'attesa di risistemare le pagine delle pecore... potete quindi trovare Bordeaux all'indirizzo http://www.flickr.com/photos/11359175@N03/
Il giorno 24/08/2007, Daniela ha scritto:
Il giorno 25/08/2007, Daniele ha scritto:
Controcommento su Flickr: dopo aver letto un appello - che condivido - a boicottarlo, essendo il servizio di proprietà di Yahoo che è venuto a patto con i cinesi per passargli info sui suoi utenti, ho deciso di spostare il tutto su un altro server più politically correct... appena ho fatto, vi avvertirò del nuovo indirizzo...
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inserita il 15/08/2007
visualizzata 2457 volte
commentata 4 volte
totale pagine: 542
totale visite: 1483591
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