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Cronache della colecisti, episodio 1: da 0 a 10, quanto dolore ha?

Colecisti, questa sconosciuta. Meglio nota come cistifellea, è una vescicola che immagazzina la bile prodotta dal fegato e la rilascia poi durante la digestione.
Questo, quando tutto va bene. Quando, invece, la bile si addensa, per vari motivi, si formano dei piccoli calcoletti, che si depositano sul fondo della vescica e, quando meno te l'aspetti, se ne vanno a giro.
Il mio, di sassetto, ha deciso di muoversi nella notte tra venerdì e sabato, provocandomi spasmi, crampi, la madre di tutte le vomitate e poi un dolore persistente al torace, a destra giusto sotto le costole. 
Vedendo (anzi, sentendo) che non se ne andava, domenica mattina sono andato (accompagnato da mia madre, santa subito) all'ospedale di Noventa, dove però non avevano il radiografo ufficiale (era domenica, dopo tutto...) e, quindi, dopo un paio di razioni di antidolorifici, ed aver individuato il problema, mi hanno spedito a Vicenza. Entro alle 16:20, ottimista. Faccio la ecografia quasi subito, e sono ancora più ottimista. Poi, passano le ore, e il pessimismo diventa il sale della mia domenica: a causa di varie urgenze, solo alle 22:20 il chirurgo mi visita, dicendomi che in realtà non hanno letti dove ricoverarmi. Per me non va malissimo. devo comunque riaccompagnare a casa mia madre, ergo mi fissa una terapia da seguire e mi da i medicinali da prendere.
Il giorno dopo, però, il dolore non se ne è andato, e torno in ospedale, ed alle 15 decidono finalmente di ricoverarmi (evidentemente il posto si è liberato, nel frattempo).
E qui, scopro che alcune cose sono cambiate, dall'ultima volta che ero stato ricoverato. Tra queste, ora le infermiere ti chiedono, su una scala da 0 a 10, quanto dolore senti. E tu... spari a caso, un po' come quando dai le valutazioni su Booking.com o Airbnb: 9 o 10 non li dai, perché ti pare che un arto amputato dovrebbe fare più male, e 0 o 1 neppure, ché se no cosa sei venuto a fare all'ospedale. Il dolore c'è, gli do un bell'otto tondo tondo anche in segno di incoraggiamento, e subito cominciano ad imbottirmi di antidolorifici, gastroprotettori, liquidificatori di bile e anche dell'essenza di vaniglia (no, scherzo... però, chissà, magari renderebbe meno puzzolenti le arie che si danno i miei tre compagni di stanza, diversamente giovani che cercano di mantenermi sveglio il più possibile la notte a colpi di fanfara - mai ringraziato abbastanza Avianca per i tappi per le orecchie e la mascherina taglialuce che mi hanno regalato). Oltre alle telefonate notturne, ovviamente: perché, nella loro mente bacata, se loro non dormono, allora qualcuno a cui telefonare lo trovano sempre (il migliore è G., che chiama la sua "cucciolotta" almeno 3 volte, per poi mandarle dei bacini che non sa digitare sulla tastiera e allora la richiama per dirglielo... Bromuro, ci vuole, per quelli come te, G.!!!
Completamente a digiuno, al mattino torna l'infermiera e di nuovo mi chiede "da 0 a 10"... provo con un 4, dato che ho trovato una posizione che mi permette di non sentire troppo dolore, e lei mi dice che con 4 mi deve dare l'antidolorifico. Le faccio allora notare che è difficile votare senza conoscere le conseguenze del voto, lei insiste che tocca a me decidere cosa dire, io rispondo che mi dica lei che numero vuole... alla fine ci accordiamo su 3, che significa che non sto bene ma non sto soffrendo le pene dell'inferno (chissà cosa hanno pensato di quell'8 di ieri, dunque). Che poi: se io sto sdraiato, in posizione di sicurezza, il dolore è presente ma molto leggero; ma se provo a spostarmi di 10 centimetri, o alzarmi per andare in bagno (l'altra domanda da 100 milioni: "ha scaricato?"... cosa vuoi che abbia scaricato, benedetta donna, che da sabato mattina ho ingurgitato solo una minestrina, una fetta di panettone e una tazza di latte, e mi avete pure cazziato, e che da due giorni non vedo una proteina neanche col binocolo?!), allora il dolore sale. Quindi? Indice variabile? Due valori differenti, uno per corpo in quiete e uno per corpo in movimento? C'è del lavoro per gli esperti di statistica, qui.
La febbre sale, la febbre scende. Il mio obiettivo è sfebbrare e sanare l'infezione in altre quarantott'ore, e poi riuscire a programmare l'operazione per una delle finestre temporali che avrò tra un tour e l'altro, prima di partire per il Messico lunedì prossimo. Ce la farò? Vedremolo, continuate a seguirmi.
p.s.: nel titolo è citata un'opera fondamentale del fumetto italiano, vediamo chi la indovina...

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inserita il 18/02/2020
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