La mia terra sta tremando. Qualcosa, sotto la sottile crosta terrestre, è inquieto, si muove, come un serpente che si sta risvegliando, o magari solo stiracchiando, ignaro dell'esistenza di vita sopra di lui.

Noi, quelli che vivono sopra, ne subiamo le conseguenze. E c'è poco che possiamo fare per difenderci: le nostre case si sbriciolano, le nostre strade si sbriciolano, i nostri ponti si sbriciolano. Tutto quello che ci rende fieri delle nostre capacità ingegneristiche, da che siamo scesi dagli alberi della savana, si sbriciola.

Le nostre stesse vite si sbriciolano.

Certo, c'è modo e modo di costruire, e quello che è stato eretto secoli fa non è fatto per resistere per sempre; del resto, neanche noi lo siamo. Ma da molto da pensare il vedere che anche quello che è stato tirato su recentemente va giù, come le gocce d'acqua che un cane bagnato si scuote dalla schiena con un paio di semplici mosse.

Anche l'Ermo Colle di leopardiana memoria si rompe... forse è meglio cercare l'Infinito da qualche altre parte, ché qui sembra che non debba durare!