2 corridori, 2 pesi, 2 misure
Oscar Pistorius, campione paralimpico sudafricano, è stato recentemente condannato a 6 anni di carcere per l'omicidio doloso della fidanzata Reeva Steenkamp, uccisa con quattro colpi di pistola la notte di San Valentino del 2013.
Alex Schwazer, campione olimpico italiano, è stato recentemente condannato a una squalifica di 8 anni per la nuova positività a uno steroide sintetico rilevata in un controllo del 1 gennaio 2016.
Due corridori diversi, due sentenze diverse.
È un po' che ci penso: 6 anni al primo (reo confesso di omicidio), 8 al secondo (che invece sostiene la sua innocenza).
Sono solo io che ci trovo qualcosa di strano?
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Commenti
Nella prima Pistorius riesce a sparare, in equilibriio sui monconi, attraverso la porta del bagno e uccidere - involontariamente, dice lui, che credeva ci fosse un ladro - la fidanzata.
Cioè ti svegli nel cuore della notte, la tua fidanzata non è nel letto, senti dei rumori e pensi che un ladro abbia problemi intestinali e stia usando il tuo bagno?
E nel dubbio che fai, spari?
Un pochino insolito, no?
Nella seconda il maratoneta risulta nuovamente positivo al doping, dopo essere tornato alle corse in seguito a una precedente squalifica (in quel caso ha ammesso l'uso di sostanze illegali).
Ma ci fai o ci sei?
Sai che ti punteranno gli occhi addosso (e non solo) per l'Olimpiade, sei il primo che controlleranno e nonostante questo delinqui di nuovo?
O sei stupido o sei vittima di una qualche macchinazione (ma possibile? Ci troviamo di fronte a un nuovo caso Pantani?)
L'entità delle condanne è ridicola, ancor più se messe vicine... ma spesso la giustizia ci sorprende con pene assolutamente inappropriate al reato.
Nel secondo caso siamo di fronte ad un complotto ordito non contro il povero Alex, ma contro Sandro Donati che alla lotta al doping ha fatto una sua ragione di vita arrivando a denunciare anche un paio di atlete che allenava.
Avendolo conosciuto personalmente ho la sicurezza che le sue pretese di onestà nei confronto di Schwazer fossero ben chiare; c'è da dire poi che l'atleta quasi giornalmente, per sua dichiarata volontà si sottoponeva ai test antidoping; se poi ci mettiamo lo zampino di qualche burocrate della IAAf la frittata è fatta.
Per quanto riguarda le condanne, esse provengono da due tribunali di tipo diverso, il primo un tribunale civile, il secondo un tribunale sportivo.
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inserita il 11/09/2016
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