Al di là dei sogni
C’é un bel film, con Robin Williams, che parla dei sogni. Un film colorato,dipinto (vedere per capire!), che mostra come i sogni possano cambiare il mondo, e come ognuno possa costruire un mondo tutto suo per mezzo di essi.
Quelli racchiusi qui sono alcuni sogni raccontatimi da amiche ed amici delle pecorElettriche. Se volete che aggiunga anche i vostri, inviatemeli senza indugi, e che lo spirito di Freddy Krueger vi protegga...
Federica, 28/08/2003.
Ricordi la testa del Buddha incassata tra i rami/radici dell’albero ad Ayutthaya? Penso sia stato quello la causa scatenante. Eh sì,dev’essere proprio così... Deve essere partito da lì lo spunto per il sogno simil horror di stanotte.
Mi trovo in treno col mio zainone. Essendo il treno muy affollato,percorro diversi vagoni, fino a trovarne uno abbastanza libero,l’ultimo. Mi posiziono comodamente. Ad un certo punto arriva la manager in tailleur del treno col suo assistente e gli indica la porta che chiude il vagone. La apre con la chiave che lei possiede, la spalanca e si intravede ciò che resta di un edificio piuttosto ampio invaso dalla vegetazione rigogliosa (tutto questo dietro la porta che stava alla fine del treno e dava... In teoria sulle rotaie! Ma nulla di strano in tutto ciò). Di tale edificio vuole fare una lussuosa dependance di non ricordo cosa e comincia ad illustrare il suo progetto, quando una radice comincia ad avanzare verso di lei e se la cattura, portandola nel folto della vegetazione. Stessa sorte per lui. A quel punto afferro il mio zainone e decido di cambiare vagone. Mi sposto qualche vagone più in là e mi accampo con altri, buttando ogni tanto un’occhiata nello stanzone buio che si trova nel vagone precedente, sul pavimento del quale ogni tanto avanza un grosso ramo verde e nodoso con un grosso fiore bianco in punta. Ramo inquietante e minaccioso. Avanza, perlustra e poi si ritira, basta che noi viaggiatori accampati sui letti a castello del nostro vagone (cambio di mobilio in corso di sogno!) non cantiamo a sproposito. Ad un certo punto un gigante ramo fiorito si avvicina tantissimo, serpeggiando tra le statue di pietra dello stanzone, alla ricerca di un essere umano che gli possa intonare una certa canzone della cantante Pink, perché non la ricorda più. Capiamo (?!) al volo l’esigenza del ramo e canticchiamo la canzone...Il ramo se ne va sereno e soddisfatto, tra le statue che si sciolgono in sabbia.
Formulo il pensiero che forse sarebbe meglio scendere da quel treno... E Seal inizia a cantare: è suonata la sveglia.
Valentina, 06/09/2003.
Sono in un periodo un po’ frenetico al lavoro, con scadenze abbastanzapesanti, quindi, imputo a ció il sogno che mi accingo testè aillustrarti, tale da avvalorare la tesi che Federica è normale.
Sono in un grattacielo, tutto vetri, chiaramente al posto della miacasa di via Zanellato, e mi trovo ad un piano alto, non so quale, inuna stanza open-space grandissima, arredata da ufficio con PC escrivanie a perdita d’occhio. Mi aggiro da sola tra le scrivanie e alcentro della sala, scopro che c’è un bellissimo buonissimo buffet,tavolato lunghissimo, con tovaglia bianca a base di meringata difragole e fragole rosse in ogni dove. Sto per dire qualche scemenzadelle mie che alle spalle arriva gente, tanta gente, come quando sientra tutti in gruppo. Guardo fuori dalla finestra. Panico. Mi trovoall’ultimo piano, in costruzione, di un grattacielo con i piloni diacciaio e cemento ancora a vista, e gli operai con il caschetto gialloche lavorano che mi guardano strano. D’un tratto, mentre sono lì chenon so che fare arriva un elicottero apache in assetto da guerra condentro peró i vigili del fuoco, che si lanciano in molti verso il pianoin costruzione.
Fine del sogno.
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inserita il 20/07/2008
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