Essere Social - per lavoro, scelgo LinkedIn
Non so perché, ma ultimamente mi è venuta questa smania di cercare di capire i social network, e di cominciare ad usarli in modo utile e redditizio.
E’ per questo che al momento mi tengo lontano da Facebook, che non mi convince per un sacco di ragioni, soprattutto per l’uso che se ne fa normalmente e per le carenze in materia di rispetto della privacy; però agli altri sono disposto a dare un’occhiata e, se li trovo funzionali, ad usarli.
Di Twitter ho già accennato in un’altra pagina, e sicuramente ci ritornerò sopra; nel frattempo, l’uccellino (sembra un pulcino panzuto, a dir la verità) azzurro è ancora posato là in cima sopra il menu del sito, e continua ad inviare i suoi cinguettii da qui, dal mio canale YouTube, dal blog di ZioGiramondo e chi più ne ha più ne metta.
Questa volta invece parlo di LinkedIn, un "servizio web di rete sociale, impiegato principalmente per lo sviluppo di contatti professionali" (come recita Wikipedia). Serve, in pratica (anzi, in teoria, almeno nel mio caso, dato che ho appena cominciato), a mantenere una lista di persone conosciute e ritenute affidabili in ambito lavorativo; in pratica, una rubrica di lavoro. Il fatto che sia una rete sociale, però, aggiunge la possibilità di essere presentati a qualcuno che si desidera conoscere attraverso un contatto mutuo e affidabile, e trovare offerte di lavoro, persone, opportunità di business con il supporto di qualcuno presente all’interno della propria lista di contatti o del proprio network.
Insomma, utile se state cercando lavoro o se state cercando di cambiare lavoro. Ma anche se siete contenti dove siete, non fa male crearsi un profilo, è come avere un CV sempre online.
Con qualche accortezza, però: giusto qualche giorno fa la mia amica Elena mi diceva di essersi iscritta a Facebook e di aver ricevuto, entro le prime 24 ore, alcuni avvisi automatici che la invitavano a fare "amicizia" con persone che non sentiva da vari anni. Ci siamo chiesti, noi anime candide, come ciò potesse essere avvenuto, e abbiamo ipotizzato che Facebook avesse ravanato nel suo programma di posta elettronica. Quando però l’altro giorno mi è capitata la stessa cosa con LinkedIn (ok, in modo meno invasivo, ma simile), ovvero mi sono stati offerti come "collegamenti" alcuni nominativi di persone che conoscevo alla lontana, ho capito il trucco: questi siti ti chiedono di fornirgli l’accesso alla tua posta online, per leggerne la rubrica e verificare nella loro base dati se quegli indirizzi corrispondono ad altri iscritti... Quindi, sia nel mio caso che in quello di Elena, non era da noi che erano arrivati gli indirizzi degli altri, ma dalle rubriche di altri che noi eravamo già "noti" al servizio, pur non essendo registrati. E questo spiega anche perché, in passato, mi sia capitato varie volte di ricevere messaggi automatici da LinkedIn (ma non solo), che mi chiedevano di iscrivermi per entrare nel giro della tal persona...
E mi dite che non c’è da preoccuparsi per la privacy? Io sono preoccupatissimo, invece; e non tanto per Facebook o LinkedIn o altri, ma per i loro utenti, che dischiudono allegramente la loro rubrica personale a questi servizi. Con la conseguenza che il primo idiota che manda un’e-mail a svariati destinatari ignoti tra loro senza nasconderli usando il campo CCN (o BCC, per chi ha la versione inglese) sta servendo letteralmente la vostra testa su un vassoio d’argento a questi "social network".
Ciò detto, il mio profilo è online; ora sono curioso di vedere cosa succederà a livello professionale. E che si limiti solo a questo, mi raccomando: ho verificato, e non ci sono fotografie da condividere, chat per cazzeggiare, orti virtuali da innaffiare!
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inserita il 09/05/2013
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