Facendosi (o rispolverandosi) una cultura online
Ieri notte, dopo aver messo (metaforicamente) a letto i miei bravi turisti, ho passato un paio d'ore attaccato a Wall-E a studiare: qualche settimana avevo infatto scoperto, molto per caso, il sito di Coursera, una azienda tecnologica educazionale che collabora con molteplici università per rendere disponibili i cosiddetti MOOC (massive open online course), corsi online aperti pensati per una formazione a distanza.
Incuriosito, ho frugato nella loro lista e, credo spinto da quell’irrefrenabile voglia di farsi male che esiste in tutti noi, mi sono iscritto ad alcuni corsi (che ora onestamente non ricordo, ma tanto non cominciano tutti nello stesso momento e quindi prima o poi mi arriveranno le convocazioni a sorpresa nella mia casella di posta elettronica).
La prima è giunta la scorsa settimana, dal professor Lou Bloomfield, che sembra un incrocio tra uno stand-up comedian (alla Robin Williams, per intendersi, con tutto il rispetto dovuto a Robin "nano-nano" Williams) e Stephen Hawking (con tutto il rispetto dovuto a Stephen "vo-ce-ro-bo-ti-ca" Hawking): stava cominciando il corso "How things work" (come funzionano le cose), e mi invitava a cominciare a guardare i video della prima settimana e, cosa ancor più terribile, a sostenere il primo esame.
Ora, il tema della prima settimana era pure interessantemente divertente: pattinare. Solo che il problema era trovare tempo e connessione internet sufficienti per seguire la lezione, che non dura più di un’ora. Ho provato a scaricare i filmati, per guardarmeli in santa pace, ma non c’è stato verso, in Patagonia son più rapide le termiti che internet. E quindi mi è toccato fare tutto ieri notte, tra le 12 e le 2 (!), le ore in cui come è noto ci si concentra di più... sul proprio sonno.
Così, con un occhio aperto e l’altro quasi, ho seguito Lou mentre parlava di forza, velocità, accelerazione e principio d’inerzia utilizzando skateboard, pattini, affettatrici automatiche di mele (da vedere!) e altri oggetti di uso pratico. E devo dire che, nonostante l’ostentata vena umoristica che non gli si addice moltissimo, è stato ben chiaro, tanto è vero che ho passato l’esame finale con 9 punti su 10 (e quello che ho sbagliato è perché l’occhio mi si era chiuso).
Ora aspetto ardentemente la prossima lezione, sul perché le palle rimbalzano (e non sto parlando delle mie), anche se tremo al pensiero di a quali altri corsi mi sia iscritto, in quel freddo giorno di febbraio... brr!
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inserita il 11/03/2013
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