Don't pray for me Argentina
E così, alla fine, l’hanno scelto: ispirati dallo Spirito Santo, che evidentemente non c’aveva altro da fare, i cardinali della Santa Romana Chiesa hanno scelto, dopo solo una giornata di votazioni, il nuovo papa. Un argentino! Tenendo bene a mente che alla Chiesa serviva una guida giovane ed energica, per rimpiazzare il povero emerito teutonico ritiratosi tra i suoi polverosi libri... l’età del nuovo papa lo dimostra: ha (solo!) 76 anni... Ma allora ditelo, che li volete far fuori uno ad uno...
Appena hanno saputo la notizia, qui a Buenos Aires han cominciato a fare i caroselli per le strade suonando i clacson all’impazzata, neanche avesse segnato Messi (ah già, che Messi aveva effettivamente segnato... mmm, forse stavano ancora festeggiando per quello?!).
Jorge Maria Sbadiglio, arcivescovo della capitale portegna, ha prima di tutto dovuto scegliersi un nome adatto. Scartato quello, molto allettante, di papa Gaucho I, che l’avrebbero apprezzato molto nella pampa ma poco in altre parti del mondo, tipo Sao Paulo con i suoi quintilioni di abitanti e i maroni che gli girano perché non è stato scelto il cardinale brasileiro (che, a ben vedere, se l’è andata a cercare, facendo cadere l’ostia durante una celebrazione e mischiando i comandamenti durante il quizzone preconclavino), ha dovuto passare anche su Carlos III e Cardenal Mendoza (Clasico, Lujo o Non Plus Ultra), troppo associati a famosi brandy ispanici.
Ha scelto quindi il nome di Francesco, il poverello di Assisi, quello che quando raccontava ai villani "io parlo con i lupi e con i passerotti" questi lo guardavano e, scuotendo le spalle, dicevano "ah, bisogna capirlo, poverello!".
Una scelta drastica, forse dettata dal desiderio di far pensare allo Stato italiano (ché, nel frattempo, sta facendo di tutto perché l’India ci dichiari guerra) che i soldi per pagare l’IMU non ci sono proprio. "Ci spiace, siamo poverelli" (Plurale Maiestatis papale). O, semplicemente, perché non gli andava di chiamarsi Giovanni Paolo III, per motivi scaramanticamente ben comprensibili (il primo è morto d’infarto, il secondo di Parkinson, mancano solo l’AIDS e l’influenza suina e poi abbiamo fatto quadrare il cerchio). O anche perché Francesco è molto simile alla versione spagnola del nome, Francisco; così a casa non fanno casino.
Tra le prime innovazioni introdotte da papa Frensis c’è la sostituzione dell’ostia con l’empanada: "eravamo stufi di mangiare pane azzimo", pare abbia detto prima di firmare la sua prima enciclica, "habemus panem". Starebbe ora valutando l’introduzione del mate al posto del vin santo, anche se teologicamente è più difficile spiegare come il sangue di Cristo si possa essere trasformato in erba e, soprattutto, farebbe un po’ effetto vedere i sacerdoti aspirare dalla cannuccia metallica tirando su rumorosamente.
Rimane il dubbio che l’argentino sia stato eletto a mo’ di risarcimento per la perdita definitiva delle Malvinas, che se c’era ancora qualche dubbio al riguardo il referendum bulgaro di qualche giorno fa ha dimostrato che nessun isolano vuole tornare sotto il dominio della signora Kirchner e ministri vari. Interrogato in merito, lo Spirito Santo ha preferito tacere, mentre i cardinali si sono trincerati dietro un sempre molto efficace "no comment".
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Commenti
Seriamente: spero vivamente per i Fedeli della quale,tra l'altro, nutro profondo rispetto, che un Papa che osa chiamarsi col nome del Santo simbolo della povertà non usi questo nome solo per slogan perchè non c'è niente di peggio che essere truffati nella Fede! Ricordo che Gesù stesso cacciò i mercanti dal Tempio e mi auguro che nessuno confonda i "Mercanti" con i venditori ambulanti! Staremo a vedere ma ammetto che io sono piuttosto scettica!
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inserita il 14/03/2013
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