Vita di PI
Piscine Molitor Patel è un ragazzo indiano che fa naufragio nell’Oceano Pacifico con una zebra, una iena, un orang-utan e una tigre del bengala, a cui il fato ha dato il nome di Richard Parker.
Già questi inconsueti compagni di viaggio dovrebbero rendere interessante la storia; ma è il suo rapporto con la propria spiritualità, attraverso le tre religioni che ha conosciuto da bambino, che aggiunge quel qualcosa che potrebbe mancare ad un semplice racconto di naufragio. Ed è il rapporto che instaura con Richard Parker, un rapporto quasi simbiotico in cui la presenza della tigre è necessaria per dare uno scopo ad ogni singolo giorno passato in mezzo al mare, che trasforma lentamente il giovane PI (come si faceva chiamare, stufo di essere preso in giro dai compagni per l’assonanza del nome francese con l’urinare inglese) in un uomo.
Un romanzo di formazione, in parte, ma reso più interessante dal tema fantastico, e dal dubbio che tutta la storia sia stata una grande favolosa invenzione del giovane.
Un romanzo che Ang Lee rende su pellicola in modo impeccabile, senza strafare, senza aggiungere cose che a poco servirebbero, e lasciando ai due protagonisti ed alla loro battaglia per la sopravvivenza il centro dell’attenzione; con una cura per l’immagine, per l’inquadratura, che non è semplice, specialmente considerando che per gran parte del tempo l’unico set (e palcoscenico per i due attori) è una scialuppa di salvataggio (sembra quasi di rivedere Nicole Kidman in Dogville, con un set ancora più ridotto, ancora più striminzito).
E, nonostante il dramma che si compie davanti ai nostri occhi, viene un po’ da ridere ascoltando le voci originali dei protagonisti (chissà come verranno doppiate in italiano), con quel loro spiccato accento indiano che li fa apparire come dipendenti di uno dei tanti call-center a cui ci stiamo abituando; ma in realtà aggiunge veridicità alla storia, e di veridicità la storia ha davvero bisogno perché sembra quasi di trovarsi in un sogno, o in una partita a Dixit.
Un buon film, ed una buona sospensione della realtà.
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inserita il 18/01/2013
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