Tre storie khmer
Laurie [da Gecko Tails, di C. Livingston]
Laurie era qui negli anni '70. Aveva solo 18 anni quando arrivò. Era venuta come infermiera e incontrò questo dottore khmer. Comunque, si innamorarono e si sposarono. Lei passò attraverso l'intera cerimonia, con tutti quei cambi di abiti...
Continuarono a lavorare all'ospedale, ma aspettarono troppo e non poterono andarsene, così andarono all'ambasciata francese. Ma poiché lui aveva solo un passaporto cambogiano i Khmer Rossi lo fecero uscire [dall'ambasciata, NdT].
Per anni Laurie restò in attesa di qualsiasi notizia. Dopo l'invasione tutti erano scappati in Thailandia e le fu detto che lui era morto. Ma lei non seppe cosa gli era successo finché non tornò qui per la prima volta un paio di anni fa.
Laurie statva guardando le foto sul muro a Tuol Sleng [prigione S-21, a Phnom Phen, NdT]. E lui era là. La sua foto era sul muro. Nessuno glielo aveva mai detto. E lei ha detto che semplicemente cadde a terra e pianse e pianse e pianse.
Ma non è finita, perché avevano una figlioccia, una nipote. E la nipote era un'orfana che riuscì ad arrivare ai campi [dei rifugiati in Thailandia, NdT]. Per caso Laurie la trovò. Lei voleva adottare la ragazza e tirarla fuori, ma poiché Laurie era una donna single le autorità non le permisero di averla, sebbene Laurie fosse sua zia.
Poi un giorno un soldato arrivò al campo e rapì alcune ragazze per riportarle in Cambogia e farle diventare prostitute per i soldati. La nipote di Laurie e un paio di altre ragazze scapparono, ma la nipote si imbattè in una mina cercando di riattraversare il confine, e perse una gamba. In qualche modo Laurie fece sì che fosse mandata ad una scuola missionaria in Thailandia. Ma la ragazza pensava che, in quanto amputata, nessuno l'avrebbe mai sposata, non importa quanto bella fosse, e non avrebbe mai avuto una famiglia, e non poteva sopportare tutto questo.
Perciò, la nipote di Laurie si uccise.
Sonthap [esclusiva delle pecorElettriche]
Sonthap era l'ultimo nato di sette tra fratelli e sorelle. I suoi genitori sparirono durante i primi tempi del regime dei Khmer Rossi. Loro cercarono di stare nascosti.
Lui era talmente piccolo e la fame e la paura erano tali che piangeva spesso. Troppo spesso. Il marito di una delle sorelle disse che li metteva tutti in pericolo, e decise di abbandonarlo nella foresta. Ma la sorella, saputo quanto il marito aveva fatto, uscì per cercarlo e, trovatolo, lo riportò a casa sano seppur infreddolito.
Al termine del regime dei K.R., la vita ricominciò a scorrere, e la gente tornò al lavoro. Ma per Sonthap non era ancora finita: uno dei suoi fratelli fu richiamato alle armi, come molti, da una pattuglia; ma lui rispose di aver già servito la patria in precedenza, e di dover tornare a lavorare i campi per dar da mangiare alla sua famiglia. Detto questo, si voltò per riprendere l'aratro, ed i soldati [governativi] per tutta risposta gli spararono, uccidendolo.
I suoi fratelli si salvarono nascondendosi tra il riso dei campi.
Pholla [da Gecko Tails, di C. Livingston]
Pholla veniva da Kompon cham, una città in riva al fiume [Mekong, NdT] a nordest di Phnom Phen. Aveva tre fratelli e due sorelle. Suo padre era un veterinario. "Si prendeva cura di polli, serpenti, volpi, gechi e cavalli. La gente a volte ha davvero degli strani animali domestici."
La guerra [tra il regime di Lon Nol e i K.R., NdT] iniziò e presto la famiglia di Pholla smise di mandarla a scuola: i soldati a Kompong Cham rastrellavano le ragazze per strada per farne prostitute. Il suo fratello più vecchio andò in Francia a studiare la professione del padre ed evitò la guerra. Pholla si sposò con un colonnello dell'esercito di Lon Nol. Un fratello la portò a Phnom Phen perché fosse più al sicuro. Lei diede alla luce una figlia e poi un figlio.
"La gente non poteva andare da nessuna parte, i bambini non andavano a scuola. Pol Pot [qui, i K.R., NdT] lanciava granate in continuazione. Quando i K.R. arrivarono ero felice, sì! pensavo: ora che i bombardamenti si fermeranno, potremo andare di nuovo al cinema."
I teatri non riaprirono. Invece, Pholla fu fatta evacuare da Phnom Phen [come tutta la popolazione, NdT] con sua madre, i suoi figli, e due sorelle. Prima furono fatti marciare a sud verso Takeo, poi ad est verso Suey Reing. In seguito Pholla fu caricata su di un furgone e spedita ad ovest di Phnom Phen verso Pursat. e Pholla, che amava i film ed i bei vestiti e le vaporose acconciature esotiche, come quella che portava adesso, dovette vestire solo in nero. Tutti dovevano vestire allo stesso modo, "eccetto le famiglie dei K.R.. Loro potevano indossare pantaloni stampati".
Uno dopo l'altro, Pholla li perdette tutti. "Prima morì mio figlio, poi mia madre. Mia figlia pensavo ce la facesse, ma morì a Pursat. Niente cibo, niente medicine, niente dottori. terribile. Talvolta sogno ancora, sogno di quei bambini."
[...] Pholla indicò una foto [sul muro di Tuol Sleng, NdT] mentre lasciavamo la stanza. "Quello è mio fratello. Ho letto la sua confessione. Nel 1976 i K.R. dissero a tutta la gente all'estero: tornate, abbiamo bisogno di voi. Così mio fratello tornò. Volò fino a Pochatong. E loro là lo presero. I miei altri fratelli, dalla liberazione ad oggi ho chiesto in giro di loro. Ho chiesto ovunque. Ma i miei fratelli erano molto belli. I K.R., se vedevano bello uccidevano. Pensavano che bello significasse ufficiali di Lon Nol".
Laurie era qui negli anni '70. Aveva solo 18 anni quando arrivò. Era venuta come infermiera e incontrò questo dottore khmer. Comunque, si innamorarono e si sposarono. Lei passò attraverso l'intera cerimonia, con tutti quei cambi di abiti...
Continuarono a lavorare all'ospedale, ma aspettarono troppo e non poterono andarsene, così andarono all'ambasciata francese. Ma poiché lui aveva solo un passaporto cambogiano i Khmer Rossi lo fecero uscire [dall'ambasciata, NdT].
Per anni Laurie restò in attesa di qualsiasi notizia. Dopo l'invasione tutti erano scappati in Thailandia e le fu detto che lui era morto. Ma lei non seppe cosa gli era successo finché non tornò qui per la prima volta un paio di anni fa.
Laurie statva guardando le foto sul muro a Tuol Sleng [prigione S-21, a Phnom Phen, NdT]. E lui era là. La sua foto era sul muro. Nessuno glielo aveva mai detto. E lei ha detto che semplicemente cadde a terra e pianse e pianse e pianse.
Ma non è finita, perché avevano una figlioccia, una nipote. E la nipote era un'orfana che riuscì ad arrivare ai campi [dei rifugiati in Thailandia, NdT]. Per caso Laurie la trovò. Lei voleva adottare la ragazza e tirarla fuori, ma poiché Laurie era una donna single le autorità non le permisero di averla, sebbene Laurie fosse sua zia.
Poi un giorno un soldato arrivò al campo e rapì alcune ragazze per riportarle in Cambogia e farle diventare prostitute per i soldati. La nipote di Laurie e un paio di altre ragazze scapparono, ma la nipote si imbattè in una mina cercando di riattraversare il confine, e perse una gamba. In qualche modo Laurie fece sì che fosse mandata ad una scuola missionaria in Thailandia. Ma la ragazza pensava che, in quanto amputata, nessuno l'avrebbe mai sposata, non importa quanto bella fosse, e non avrebbe mai avuto una famiglia, e non poteva sopportare tutto questo.
Perciò, la nipote di Laurie si uccise.
Sonthap [esclusiva delle pecorElettriche]
Sonthap era l'ultimo nato di sette tra fratelli e sorelle. I suoi genitori sparirono durante i primi tempi del regime dei Khmer Rossi. Loro cercarono di stare nascosti.
Lui era talmente piccolo e la fame e la paura erano tali che piangeva spesso. Troppo spesso. Il marito di una delle sorelle disse che li metteva tutti in pericolo, e decise di abbandonarlo nella foresta. Ma la sorella, saputo quanto il marito aveva fatto, uscì per cercarlo e, trovatolo, lo riportò a casa sano seppur infreddolito.
Al termine del regime dei K.R., la vita ricominciò a scorrere, e la gente tornò al lavoro. Ma per Sonthap non era ancora finita: uno dei suoi fratelli fu richiamato alle armi, come molti, da una pattuglia; ma lui rispose di aver già servito la patria in precedenza, e di dover tornare a lavorare i campi per dar da mangiare alla sua famiglia. Detto questo, si voltò per riprendere l'aratro, ed i soldati [governativi] per tutta risposta gli spararono, uccidendolo.
I suoi fratelli si salvarono nascondendosi tra il riso dei campi.
Pholla [da Gecko Tails, di C. Livingston]
Pholla veniva da Kompon cham, una città in riva al fiume [Mekong, NdT] a nordest di Phnom Phen. Aveva tre fratelli e due sorelle. Suo padre era un veterinario. "Si prendeva cura di polli, serpenti, volpi, gechi e cavalli. La gente a volte ha davvero degli strani animali domestici."
La guerra [tra il regime di Lon Nol e i K.R., NdT] iniziò e presto la famiglia di Pholla smise di mandarla a scuola: i soldati a Kompong Cham rastrellavano le ragazze per strada per farne prostitute. Il suo fratello più vecchio andò in Francia a studiare la professione del padre ed evitò la guerra. Pholla si sposò con un colonnello dell'esercito di Lon Nol. Un fratello la portò a Phnom Phen perché fosse più al sicuro. Lei diede alla luce una figlia e poi un figlio.
"La gente non poteva andare da nessuna parte, i bambini non andavano a scuola. Pol Pot [qui, i K.R., NdT] lanciava granate in continuazione. Quando i K.R. arrivarono ero felice, sì! pensavo: ora che i bombardamenti si fermeranno, potremo andare di nuovo al cinema."
I teatri non riaprirono. Invece, Pholla fu fatta evacuare da Phnom Phen [come tutta la popolazione, NdT] con sua madre, i suoi figli, e due sorelle. Prima furono fatti marciare a sud verso Takeo, poi ad est verso Suey Reing. In seguito Pholla fu caricata su di un furgone e spedita ad ovest di Phnom Phen verso Pursat. e Pholla, che amava i film ed i bei vestiti e le vaporose acconciature esotiche, come quella che portava adesso, dovette vestire solo in nero. Tutti dovevano vestire allo stesso modo, "eccetto le famiglie dei K.R.. Loro potevano indossare pantaloni stampati".
Uno dopo l'altro, Pholla li perdette tutti. "Prima morì mio figlio, poi mia madre. Mia figlia pensavo ce la facesse, ma morì a Pursat. Niente cibo, niente medicine, niente dottori. terribile. Talvolta sogno ancora, sogno di quei bambini."
[...] Pholla indicò una foto [sul muro di Tuol Sleng, NdT] mentre lasciavamo la stanza. "Quello è mio fratello. Ho letto la sua confessione. Nel 1976 i K.R. dissero a tutta la gente all'estero: tornate, abbiamo bisogno di voi. Così mio fratello tornò. Volò fino a Pochatong. E loro là lo presero. I miei altri fratelli, dalla liberazione ad oggi ho chiesto in giro di loro. Ho chiesto ovunque. Ma i miei fratelli erano molto belli. I K.R., se vedevano bello uccidevano. Pensavano che bello significasse ufficiali di Lon Nol".
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inserito il 18/09/2003
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