Le ragazze partono presto per il Vietnam ed io, resomi conto che oggi è venerdì e non giovedì (è da quando sono arrivato nella capitale che sono sfasato di un giorno, non so capacitarmene), decido di scombussolare i miei piani e di non andare a Takeo ma di restare in zona per andare a vedere il settimanale spettacolo di danza e (forse) teatro delle ombre che si tiene nella capitale.

In mattinata, però, dopo essere passato per la stazione dei treni (fantasma: è già chiusa alle 10, e pare ci sia un treno ogni due giorni al mattino presto!), prendo un bus di un'ora per andare a vedere un altro tempio, il Ta Phrom a Tonle Bati. Trovo un motoringhio che mi porta da dove mi lascia il bus (quando la controllora si ricorda che io dovevo scendere a Tonle Bati...) ai templi, li visito - in realtà, perdo più tempo a fotografare un monaco addormentato in una pagoda - e poi mi reinstallo in sella al motoringhio, convinto che mi riporti alla fermata.

Errore! Mai fidarsi dei motorinco! Questo cerca di portarmi a Phnom Phen, e quando me ne rendo conto e riesco a fermarlo definitivamente mi trovo davanti all'entrata di una scuola di inglese per bambini. La segretaria e l'unica insegnante sono liete di farmi attendere lì il bus, e dopo un pò l'insegnante esce e mi chiede se posso entrare a fare un pò di lezione ai bambini, che pare mi stiano richiedendo a gran voce. Chiaramente, accetto (e ti pare?). Prendo in mano il libretto di testo, e comincio in modo alquanto teatrale a chiedere loro di dirmi le ore che disegno alla lavagna, dove si trovano esattamente i pesci che pitto nella boccia e quali sono le lettere che compongono i giorni della settimana e i mesi dell'anno. Un SUCCESSONE! Quando arriva il bus, i bimbi (che continuavano ad inchinarsi e ringraziare dopo ogni risposta che davano, una cosa davvero imbarazzante) mi salutano a gran voce chiedendomi di tornare domani... mah, chissà!