Lasciata la noiosissima Battambang, ho preso un bus di prima mattina per raggiungere Krakor, più a sud lungo il lago Tonle Sap.
4 case in croce, un'unica guesthouse (5 dollari, tirati giù a 4), ed un pò di bancherelle. Niente più. Ma in realtà non mi serviva molto di più.
Ho affittato un motoringhio, e mi son fatto portare 10 km più in là a Kompong Luong, villaggio vietnamita costruito su barche: a differenza di Venezia, non può affondare perché galleggia!
Vista l'impossibilità di proseguire del mio autista, mi sono tolti i sandali e mi sono inoltrato nelle acque; non essendo nè Jim Carrey nè il suo più noto predecessore, lentamente ho cominciato a vedere il livello salire sempre più, finché mi sono arreso ed ho accettato l'offerta di un ragazzo di farmi fare un giro in barchetta a remi.
è incredibile quanto questi vietnamiti hanno costruito sull'acqua: non solo case e casette, ma scuole, bar, ristoranti, sedi sociali dei partiti e perfino un tempietto. Il tutto sorretto da bidoni di latta sigillati e fasci di grandi bambù legati assieme. I maiali stanno al livello dell'acqua, il pollame un pò più su... mah!
Se penso alla mia gamba destra martoriata, ed a quello che probabilmente c'era in quell'acqua, un brivido mi sale lungo la schiena... per sicurezza, doppia doccia e disinfezione con alcool al ritorno in camera.
Camera dove ho dormito per quasi tutto il pomeriggio, dato che non c'era nient'altro da fare, e che ho lasciato solo per andare a mangiucchiare la sera alle bancherelle.

Oggi, ho preso un taxi collettivo (tipo guagua dominicana, furgoncino con 5-6 persone per riga di sedili) per 6000 riel (1,5 euri) fino a Phnom Penh, la capitale, dove penso di fermarmi per qualche giorno, anche in considerazione del fatto che la pensione in cui ho trovato alloggio ha la doccia con l'acqua calda (è la prima volta in quasi tre mesi, capirete che sono emozionato...). Acquazzone tremendo, mentre io seduto al tavolino di un ristorante mangio gnocchi (di patate!) con sugo alla calabrese (ebbene sì: ogni tanto anch'io non ne posso più di riso e noodle); poi, visita soft alla città, come mia abitudine quando ho tempo (si tratta di stabilire i punti chiave del posto, dove stanno i rifornimenti e dove i passaggi più comodi, e quali le migliori locazioni per effettuare fotografie... una sorta di testa di ponte, per intenderci).