Per un pugno di caprette
Siamo seduti a tavola, a Rang, nella casa di messier Charles, il nostro ospite haitiano, e della sua famiglia. Abbiamo appena terminato una cena luculliana, con carne riso insalata banane fritte (che non mancano mai ad Haiti) verze crude piccantissime; a bagnare il tutto, un delizioso succo arancia+tamarindo, che è davvero la morte sua. Si ride, si scherza, si cerca di parlicchiare francese (per chi parla solo inglese) o inglese (per chi parla solo francese); chi parla creolo invece rimane tagliato un po' fuori, ma lo stesso sorride ed abbozza.
Charles ha un potente mal di gola e fa fatica a parlare, quindi tocca al figlio maggiore Christoph raccontarci della loro famiglia e di come vivono e quel che fanno, mentre il padre lo guardo ben felice di passare la torcia.
Chris ci presenta tutti i fratelli e sorelle presenti, poi ci parla di come è la vita a Rang, e di come la sua famiglia sia un po' più fortunata (essendo i custodi dell'antenna della telefonia cellulare che si erge, altissima, accanto alla loro casa, beneficiano della presenza di elettricità per 24 ore al giorno), di come il padre abbia fatto di tutto perché tutti potessero studiare e farsi una cultura, e di come un po' tutti vogliano aiutare in qualche modo la loro comunità, restituendo un po' della fortuna che è toccata a loro.
Tra i tanti progetti, accenna anche ad uno di microcredito, in cui una piccola associazione di cui lui è presidente compra delle capre che poi regala a differenti famiglie, le quali si impegnano a restituire all'associazione le prime due caprette nate dalla loro; le nuove caprette vengono poi date ad altre persone, e così via.
Io ero già entrato in contatto con questa idea anni fa, quando abbiamo cominciato, con il fan club di Rat-Man, a raccogliere soldi per beneficienza, decidendo di aiutare l'associazione Changamano che, in Africa, faceva un po' lo stesso; negli anni abbiamo comprato varie caprette, arrivando poi a raccogliere i soldi per la costruzione di un pozzo d'acqua (ché uno, dopo aver mangiato capra per 2 mesi di fila, magari vuole anche sciacquarsi la bocca...). Ne avevo quindi sperimentato l'efficacia, ed al sentirla descrivere di nuovo ho subito pensato che fosse proprio l'occasione giusta che stava cercando Fatima...
Fatima è una delle viaggiatrici britanniche (anche se lei ha origini asiatiche) che sta visitando, assieme a me e a Wild Frontiers, Haiti. Prima di partire, ha fatto una colletta tra amici e parenti, portando con sé una somma di denaro per aiutare in qualche modo la comunità locale; arrivata sull'isola, mi ha chiesto consiglio su come utilizzare al meglio il denaro, ed io le ho dato una serie di suggerimenti, tutti ovviamente validissimi e degni di attenzione. Non potevo però prevedere l'imprevisto, manifestatosi in questo caso in guisa di ovini (nel senso di quadrupedi pelosi cornuti, e non di piccole uova).
Uno sguardo di intesa, io che annuisco, e lei che mi chiede come si potrebbe fare; io quindi spiego in francese ed inglese al nostro interlocutore la situazione, chiedo quanto costa una capra (60-70 dollari), chiedo se sarebbe possibile ufficializzare la cosa (in modo che Fatima possa poi spiegarla e mostrare evidenza della cosa ai suoi co-finanziatori), eccetera eccetera. Non c'è nessun intoppo, i nostri ospiti sono davvero colpiti dall'offerta, e in men che non si dica radunano il comitato dell'associazione. Il segretario, che non parla una parola di inglese, apre il suo librone delle ricevute e ne compila una per la cifra che Fatima gli consegna; fa una faccia sorpresa, come se non avesse mai visto prima tanti soldi messi assieme.
Forse è davvero così, sicuramente è una bella somma, potranno comprarci svariate caprette. Il presidente e gli altri membri dell'associazione sono raggianti, stringono mani a tutti, ringraziano, parlano della lista d'attesa che finalmente potranno cominciare a smaltire. Anche Fatima è contenta: si sentiva certamente un grosso peso sulle spalle, una bella responsabilità, ed ora ha trovato la soluzione perfetta, salvando - è il caso di dirlo - capra e cavoli (quelli piccantissimi, con cui avevamo cenato).
Tempi duri, ora, per i vegetariani di Rang!
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inserito il 04/01/2017
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