Questioni di altitudine, questioni di abitudine
Una delle incognite che mi preoccupava di più, nell'organizzare l'itinerario del viaggio con mia madre, era il modo in cui lei avrebbe risentito dell'altitudine. Dopo tutto, avremmo viaggiato per giorni sopra i 3000 metri, toccando e superando più volte i 4000.
Non cosa da poco, credetemi: ho sperimentato più volte come anche le persone più "allenate" abbiano bisogno di tempo per adattarsi, con il respiro che gli si fa più affannoso e la fatica che si fa sentire prima - e queste sono le cose normali; di mal di testa e febbre non parlo, che poi magari mi si spaventa l'audience.
Ebbene, alla prova del nove pare che nulla (o quasi) di ciò abbia avuto effetto su mia madre. Il che è buona cosa, davvero, perché anche se ho scelto un approccio lento per questo itinerario, trascorrendo più tempo possibile in ogni luogo, ovviamente c'è un programma di attività e hotel prenotati che non si può ignorare, ed ogni ritardo rischierebbe di metterlo a rischio (d'altronde, per fare diversamente bisognerebbe improvvisare ogni giorno, e questo richiederebbe molti più soldi, molta fortuna e molto più tempo a disposizione).
In compenso, quel che si è fatta sentire è la mancanza di allenamento. A camminare, soprattutto; e con gli scarponi ai piedi, perdipiù. Che se non ci sei abituato ti sembrano come dei mattoni che ti porti in giro, non tanto per la pesanteza, quanto per lo spessore della suola, che non ti da un contatto fisico con il suolo come invece fanno altri tipi di calzature.
Ovviamente, dopo che la gentilissima amica Katiuscia me ne aveva prestati un paio giusto della misura del piede materno, io avevo consigliato a mia madre di approfittare del mese che mancava alla partenza per indossarli e camminarci, per abituarsi. Altrettanto ovviamente, il consiglio era stato seguito solo a metà, limitandosi ad indossarli e ad usarli in giardino. Che, essendo erbaceo e sommamente piano, non costituiva un terreno particolarmente impegnativo.
Lo stesso dicasi per l'andare a camminare giornalmente, per fare fiato... Risultato: dopo giorni di apparente calma, la stanchezza è arrivata di colpo, dopo aver camminato in quasi tutto il sito archeologico di Pisac, con conseguente irrigidimento, morale più che fisico. Per fortuna, una buona notte di sonno è bastata a riportare la situazione in un intervallo di normalità, ma l'accaduto mi ha fatto capire quanto sia difficile interpretare i segnali che le persone che conosciamo meglio ci mandano (figurarsi quelli degli altri, quindi).
E, allora, conseguente rallentamento dei ritmi, più tempo speso a bighellonare e meno a scalare siti Inca. Che son sempre lì, bellissimi, come Machu Picchu, che ci ha accolti con nuvoloni carichi di chissaché e che poi, dopo un paio d'ore, ci ha regalato un sole che neppure nei più arditi sogni. Uno spettacolo delizioso, come quello dei giovani alpaca che brucavano bianchi e lanugginosi nelle piazze della cittadella storica.
A Cusco abbiamo fatto shopping nei dintorni del mercato di San Pedro (meglio: lei ha fatto shopping, io l'ho portata nei posti giusti per quello che cercava), visitato templi e musei, mangiato chicharrones di maiale e torte di quinua e cioccolato, esplorato siti e assistito allo spettacolo folkloristico del Centro Qosqo di Arte Nativo.
Il viaggio in bus da Cusco a Puno è stato molto bello, con soste in luoghi che io già conoscevo come Raqchi e Andahuaylillas ed altri di cui non sapevo l'esistenza, ed una guida molto preparata che ha aggiunto mattoni interi alla mia conoscenza del percorso. A Puno, invece, oltre ad un bell'hotel che mi ha concesso un prezzo di superfavore (è uno di quelli che usiamo con JLA), abbiamo fatto un'escursione alle isole flottanti degli Uros (bella per il paesaggio, ma la guida disinteressata e gli abitanti dell'isolotto che ci è toccato in sorte sicuramente non hanno reso spettacolare il tutto) ed una a Sillustani, dove invece la guida Esteban ha dato il meglio di sé per farci apprezzare la località e la sua gente, passata e presente.
Pizza (sic!) nella mia pizzeria preferita, e poi a letto presto, ché domattina si parte per la Bolivia, destinazione la Isla del Sol.
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inserito il 08/09/2015
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