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Cucina dell'altro mondo

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Per dimostrare (a me stesso, più che agli altri) che non sono solo nacchere e distintivo, ho colto al volo l'occasione di accodarmi ad un paio di simpatici membri del mio tour, Helen e Charles, per imparare a cucinare alcune ricette guatemalteche. Anche perché sono un pò stufo di preparare sempre pasta, quando gli amici che mi ospitano mi chiedono se mi va di cucinare per loro...

Iscrittici quindi alla classe organizzata dalla scuola di cucina "Il fagiolo felice", ci siamo presentati alle quattro e mezza puntuali come degli svizzeri e abbiamo conosciuto Laurel, il quarto membro del nostro gruppetto. Poi, la vestizione: Luis, il proprietario, ci ha consegnato dei grembiali con il logo della scuola. Il mio mi andava, a dire il vero, un pò corto, quindi è stato prontamente rimpiazzato da uno che probabilmente veniva usato da Kareem Abdul-Jabbar, date le dimensioni... vabbé, dai, meglio che niente.

In cucina, troviamo Feliza, che ci farà da istruttrice. Luis, dopo aver versato del vino (agli altri) e acqua (a me), si rende conto che io posso fare da traduttore e si defila, lasciando a me l'incombenza di descrivere la magia gastronomica prodotta dalla nostra insegnante.

Il menu l'abbiamo scelto noi, dalla lista di ricette disponibili nella scuola: Chiles Rellenos en Salsa de Tomate, Frijoles Volteados, Tamalitos e Mole de Plátanos. Tutti piatti della cucina tradizionale, qualcuno addirittura iscritto dall'UNESCO come "patrimonio intangibile dell'Umanità".

E si comincia: coltelli affilati alla mano, dobbiamo sminuzzare gli ingredienti. Credo di non aver mai sminuzzato tanto in vita mia, sembravo il fratello lento di Minipimer: carote, fagiolini, cipolle, aglio, pomodori, nulla ci si poteva opporre. E poi vai di sbriciolatura di pollo, e di scotennatura dei peperoni, dopo averli preventivamente scottati sulla piastra... "Senti come grida il pepperone", canterebbe Elio, ma noi lo lasciamo gridare, mentre la sua pelle si fa scura bruciata dalla fiamma.

Tra un bicchiere di vino (gli altri) e una sorsata d'acqua (io), prepariamo il ripieno per i peperoni, poi l'impasto di farina di mais, lardo e erba cipollina per i tamales. Nel frattempo, Feliza usa il frullatore per rendere a poltiglia i fagioli cotti nell'acqua bollente; il frullatore non è a tenuta stagna, e quindi un pò di poltiglia finisce sul muro di piastrelle della piccola cucina, mentre il resto raggiunge il soffritto di cipolle ed aglio e, con sapiente mescolatura, diventa una poltiglia talmente poco liquida che si riesce a farla saltare per aria come una crepe.

Infine, le banane: tagliate a fette, vengono dorate nell'olio, e poi immerse in una salsa fatta con cioccolato puro, peperoncino ed altri ingredienti.

Noi siamo sempre più felici, mentre vediamo materializzarsi sotto i nostri occhi il frutto delle nostre fatiche. Già tre piatti sono pronti, mancano i peperoni, che in realtà non farciamo: sulla pelle del peperone viene appoggiato il ripieno (che, a questo punto, non è più ripieno!), il tutto viene compattato e poi immerso in una mescola di uovo sbattuto e sale, infine gettato in una padella di olio bollente - dove la parola "gettato" è un'esagerazione, dato che per non ustionarsi posiamo i pacchettini con molta delicatezza ed attenzione.

La crosta si dora, l'uovo si rapprende, e il peperone l'è pronto. "Tutti a tavola!", gridiamo noi, mentre Feliza ci stoppa, ricordandoci che dobbiamo ancora preparare le tortilla. Noi, che il giorno prima ci avevamo già provato, con risultati meschini, sappiamo già che non ne uscirà niente di rotondo, ma lo facciamo comunque, anche perché abbiamo fame e in caso contrario la nostra istruttrice non ci lascerebbe andare.

Finalmente, poi, raggiungiamo la tavola, e per più di un'oretta non smettiamo di farci i complimenti per la nostra abilità, mentre assaggiamo cautamente prima e poi mangiamo di gusto il cibo che abbiamo preparato.

Ora sono pronto: datemi 3 ore e gli ingredienti esatti, e dovrei essere in grado di riproporre qualcosa di simile... se poi sia commestibile, questo non so dirlo...

Nota bene:

Le ricette del Frijol Feliz si trovano alla pagina http://www.frijolfeliz.com/cookingschoolrecipes

Commenti

Il giorno 08/12/2014, Chiara ha scritto...
Molto interessante e gustoso, mettiamo già nel menù di Pasqua?
Il giorno 10/12/2014, Daniele ha scritto...
Ecco, Pasqua, parliamone: al momento non so se sarò o meno in Italia barra Europa... però sì, se sarò a casa si può fare un pasto guatemalteco, perché no? Al suono di "Uccidiamo il peperone grasso!"

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inserito il 08/12/2014
visualizzato: 1908 volte
commentato: 2 volte
totale racconti: 562
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