Non tutti gli scioperi vengono per nuocere
Fuori programma durante il tour peruviano che, bizzarramente anche se non troppo, prevedeva una sosta a Copacabana sul lago Titicaca e poi un soggiorno a La Paz, non-capitale della Bolivia: alcuni abitanti della zona lacustre hanno deciso di scendere in strada a protestare, non si capisce bene se pro o contro, la costruzione di un ponte che li collegherebbe alla madre patria senza bisogno continuo di passare attraverso il Perù o di prendere il traghetto.
Risultato pratico (perché da queste parti, quando protestano, lo fanno sul serio, con grossi massi piazzati sulla strada per impedire il passaggio di chiunque e uomini spesso alterati dall'alcool ad assicurarsi che nessuno si azzardi a tentare di superare il blocco): Copacabana tagliata fuori dagli itinerari turistici, e io che all'ultimo minuto (perché non l'ho saputo tanto prima, e perché abbiamo sperato per un paio di giorni che la situazione si risolvesse) ho deciso ed organizzato una variazione all'itinerario previsto, facendoci attraversare la frontiera nei pressi di Desaguadero (l'emissario del lago Titicaca) e raggiungere La Paz in anticipo di un giorno.
I membri del mio gruppo hanno tutti accettato con un discreto sollievo la notizia: il Condor è un tour con ritmi abbastanza serrati, che permette di sostare sempre 1 o 2 giorni in ogni località. Tre notti intere a La Paz, con la visita a Tiwanaku già fatta durante il viaggio di andata, significavano un concetto solo: riposo. E riposo è stato. Anche perché se non la prendi con calma, La Paz ti taglia le gambe ed il fiato con i suoi continui saliscendi, che si sommano alla già discreta altitudine media di 3500 m.s.l.m.
E noi con calma l'abbiamo presa: una camminata la prima mattina, per vedere i luoghi più importanti della città, come la grande chiesa di San Francisco e il Mercato delle Streghe, dove ingredienti per riti magici sono venduti in ogni varietà e quantità; e un pomeriggio libero, per tirare il fiato o gironzolare un pò per i mercatini più classici, quelli dove si trovano bei souvenir sapendoli cercare (e sapendo contrattare sul prezzo, ché se no col cavolo che ti basta quello che hai nel portafogli).
Il giorno dopo, colpo di scena: avevo individuato un concerto di "charrango", lo strumento musicale simile alla chitarra che, una volta, si realizzava con la corazza di un armadillo, e che oggi per fortuna (degli armadilli) viene invece costruito tutto in legno; ho quindi proposto la cosa, che ha subito trovato quasi tutti interessati, e siamo andati all'auditorium del museo di etnografia e folclore... Arrivativi, abbiamo scoperto che si trattava più di una lezione di musica per gli studenti di un collegio, tenuta da un maestro di charrango e dalla sua band, tra cui un bravissimo suonatore di flauto di Pan. Un'ora e mezza di musica boliviana, una copertura totale della sua storia e dei suoi interpreti, effettuata da dei virtuosi musicisti, con dedica finale al "gruppo di stranieri" (noi!) venuti da lontano un pò come i Re Magi.
Il pomeriggio l'ho trascorso a caccia di facce, quei bei tappetini da appendere alle pareti che raffigurano i volti di vari boliviani, bambini ed adulti. Purtroppo, a quanto pare sono passati di moda, e non posso più farne incetta come feci alcuni anni fa; trovo comunque delle realizzazioni in lana, da appendere, e ne compro tre, che poi deciderò come distribuire tra parenti ed amici (l'importante è non cedere alla tentazione di acquistare cose ingombranti, ché poi non saprei come fare durante i voli che mi aspettano per riportarmi in Italia). E faccio appena in tempo a cacciarle nello zainetto, che si scatena una tempesta di acqua e grandine che mi infracica come un pulicino.
La sera, invece, siamo tutti andati ad uno spettacolo di musiche e danze folcloristiche, a cui partecipava anche René, il bravissimo suonatore di charrango della mattina. Una cosa molto turistica, con un buffet enorme e ballerini in costume a presentare i balli tradizionali della Bolivia, compresa la Diablada di Oruro che si tiene per carnevale e che io, prima o poi, dovrò pure andare a vedere; ma ben organizzata, ben realizzata, e allora a guardar bene i 25 dollari che ti chiedono per il tutto non sono poi proprio un prezzo esagerato...
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inserito il 04/04/2013
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