Lazy boy va a scuola
Lazy. La parola esatta è questa. Anche se non rende esattamente il motivo del mio prolungato silenzio, da che sono arrivato a Salvador da Bahia, qui sulla costa atlantica (non che ne abbia molte altre, a dire il vero) del Brasile.
In realtà, dopo i tre giorni conclusivi del tour, e dopo che i miei viaggiatori se ne sono partiti alla volta di Buzios, località nei pressi di Rio dove ci si spiaggia come balene, mi son preso un paio di giorni di puro relax, riuscendo finalmente ad arrivare alla sabbia ed al mare, ospite di Albert, colombiano trasferito qui e impelagato con un ecoprogetto nei pressi del parco nazionale di Chapada Diamantina, che tra parentesi anche questa volta temo non riuscirò a visitare. Un'amaca per dormire, nello stanzino che sta mettendo a posto per gli ospiti, e un'aggiustatina ai ritmi perché io ancora vivevo come se fossi in tour, con levatacce mattutine, mentre lui beatamente ronfava, e ci siamo trovati, godendoci anche un bel pò di feste in giro per la città (Albert è informatissimo sulle cose che accadono in città, ed ha una rete di contatti che neppure la CIA...), compreso un simpatico appuntamento settimanale con jam session di jazz suonato nel parco del Museo di Arte Moderna e forse la prima festa d'avvento, con un gruppo che suonava forrò (una musica ritmata, dal suono è allegro, che ricorda un miscuglio di samba e merengue) e tanta tanta gente che ballava di fronte alla scalinata della chiesa, impassibile (la chiesa).
Due giorni da lazy boy, quindi, ma solo quelli, perché poi invece è cominciato il corso di lingua portoghese che ho deciso di seguire, e nonostante le lezioni siano solo al mattino le giornate risultano ben piene:
- lunedì: mattina lezione, pomeriggio visita guidata del quartiere di Pelourinho;
- martedì: mattina lezione, pomeriggio lezione di samba e forrò (non vi dico i risultati, sui quali preferisco stendere un velo pietoso) e poi ritorno a Pelourinho per assistere alla bolgia del martedì aumentata dai festeggiamenti per Santa Barbara;
- mercoledì: mattina lezione, pomeriggio spiaggia e poi lavoro (eh sì, ogni tanto lavoro pure) per preparare il prossimo tour;
- giovedì: mattina lezione, pomeriggio lezione di capoeira e poi incontro all'Allianze Française con Albert ed il suo gruppo di couchsurfer "torre di Babele" per giocare a Scrabble in 10 lingue diverse (contemporaneamente!) e infine concerto di musica classica nella cattedrale, con un violinista virtuoso che si scopre essere italiano ma vivere a Sao Paulo da parecchio tempo (altro cervello in fuga, forse);
- venerdì: mattina lezione, pomeriggio spiaggia e poi visita al forte Sant'Antonio per assistere ad una roda de capoeira, con il maestro Curiò, un omino che ha le gambe più curve del manico di un birimbao e che sembra doversi spezzare da un momento all'altro, ma che se ci si mette scatta più rapido di una biscia e tu non vorresti incontrarlo di notte in un vicolo oscuro.
Lo so, la parola "spiaggia" compare alcune volte, ma vi assicuro che in certi momenti fa talmente caldo che o entro in acqua o mi sciolgo come un gelato al sole. Quello, o vivere sotto un ventilatore / condizionatore acceso ventiquattr'ore su ventiquattro; ma ho qualche dubbio che gioverebbe alla mia salute.
A compagni di corso, andiamo bene: a parte due bambini (!) colombiani inviati qui per tre mesi dalle loro famiglie (che non devono passarsela molto male, economicamente parlando), ci sono il francese Noel (ogni facile battuta è stata già fatta, quindi risparmiatevela), la spagnola Antonia e la bionda tetesca Sandra; andiamo tutti molto d'accordo, e direi che ce la spassiamo assai, ma è specialmente con i primi due che ho legato di più, anche perché Sandra passa tutto il suo tempo libero in spiaggia con la sua amica svedese a cercare di abbrustolirsi (povera gioia, è bianca come un wurstel bianco, non ce la farà mai a raggiungere quella deliziosa doratura che ricopre la mia pelle ora... io, d'altra parte, non riuscirò mai a raggiungere quella di Noel, i cui genitori sono della Costa d'Avorio :)). Cerchiamo di parlare il più possibile in portoghese, tra di noi e con gli altri, anche se arranchiamo un pò tutti, e quindi mescoliamo allegramente e sapientemente con abbondanti dosi di spagnolo ed inglese; ma sicuramente stiamo esplorando e conoscendo la città in una maniera che, ai più, sfugge, e la cosa ci esalta e ci rende più piacevole anche il fare i compiti a casa, che come in ogni scuola che si rispetti non mancano mai.
Oggi, invece, tutto il giorno in ostello a lavorare per il prossimo tour, o almeno fino alle 17, quando sono uscito per andare alla jam session; jam session che non c'era, a causa della festività dell'Immacolata Concezione (un giorno qualcuno me la spiegherà, questa storia... che non è tanto per il fatto che Giuseppe non c'entrava niente, povero caro, ma che la gravidanza di Maria così dura solo 17 giorni...), e quindi ho dovuto ripiegare su una festa nel parco di Campo Grande, per mangiucchiare un pò di cose deliziose come le crepe di farina di manioca e gli spiedini di carne cucinati al momento con gran sventolare di ventagli.... ahhh, studiare...
Il sito del Museo di Arte Moderna, che non è in realtà gran cosa ma è dove suonano jazz al sabato, che paghi solo 6 reais per entrare e stai lì 3 ore mentre tutto il mondo intorno a te fuma marihuana, è http://www.mam.ba.gov.br/
Racconti che potrebbero interessarti
Commenti
Per quanto riguarda la Fede, è andata persa molto tempo fa, e non c'è prete molto bravo o meno che possa farla tornare.
Se, poi, certa gente si occupasse delle proprie travi, potrebbe spiegare a noi ignoranti il mistero della gravidanza più corta del mondo, o anche solo perché il buon pastore tedesco, nel suo viaggio in Brasile del prossimo maggio (qui il calendario completo: http://www.ratzingerbenedettoxvi.com/viaggioapostolicobrasile.htm) non renderà omaggio alla prima chiesa cattolica realizzata in questa terra (Salvador o Porto Seguro, la diatriba esiste: http://salvadorhistoriacidadebaixa.blogspot.com.br/2011/01/primeira-igreja.html) e si limiterà a visitare la megalopoli paolista... che da queste parti se la son presa abbastanza, per lo sgarro...
Sono semplici tradizioni che vengono inserite nei momenti ritenuti importanti e che personalmente approvo.
Per quanto riguarda Ratzy direi che è abbastanza grande da fare le sue scelte, per cui, visto che apre un account in Twitter i curiosi potrebbero chiedere direttamente a lui il perchè di tali comportamenti.
Certo, chi ha scelto le date lo ha fatto in maniera quanto meno poco scientifica: se infatti i 33 anni di vita del Cristo vengono raccontati in un anno di liturgia, ad ogni anno corrisponderebbero circa 11 giorni, ovvero la gravidanza di Maria dovrebbe durare circa 8,5 giorni, il che porterebbe a spostare la data del concepimento (dando per scontato che quella del Natale sia troppo legata al solstizio per vagare allegramente) al 16 o 17 di dicembre; ciò, mi rendo conto pienamente, romperebbe le uova nel paniere a mia nipote, che della festività dell'8 si pasce per celebrare il suo compleanno senza impegni scolastici, ma renderebbe il tutto più coerente (se si può parlare di coerenza nella storia di un tipo che nasce da una donna che viene inseminata da un piccione)...
La proposta di una lettura triennale sarebbe da supportare, a mio parere: renderebbe meno barbose le messe, dato che non sentiresti ripetere la stessa cosa ogni docidi mesi.
Per quanto riguarda l'"umile servo nella vigna del Signore", illuminante sui futuri cinguettii vaticani è questa striscia del bravissimo Makkox: http://www.ilpost.it/makkox/2012/12/03/pontifex/
Lascia un tuo commento
Informazioni
inserito il 08/12/2012
visualizzato: 2500 volte
commentato: 6 volte
totale racconti: 562
totale visualizzazioni: 1440926
Cerca nel diario
Cerca tra i racconti di viaggio pubblicati nel diario di bordo:
Ultime destinazioni
Racconti più recenti
- Sequoie secolari e vite corte come fiammiferi accesi
- Ponti e isole che compaiono dalla nebbia
- Chi l'ha (il) visto?
- Incontri d'anime grandi e piccole in India
- Hampi, imprevisto del percorso
Racconti più letti
- Storie di corna
- La mafia del fiore rosso
- Pulau Penang, ultima tappa
- I 5 sensi
- In missione per conto di Io
Racconti più commentati
- E dagli col tecnico berico dal cuore spezzato... (15)
- In missione per conto di Io (14)
- Sono zia!!! (12)
- 4 righe da Tumbes (10)
- Aspettando il puma (ed il condor, e il guanaco) (10)
Ultimi commenti
- massielena su Sequoie secolari e vite corte come fiammiferi accesi
- Mariagrazia su Fare le cose in grande
- Mariagrazia su Grandi masse rosse
- Massielena su Fare le cose in grande
- Daniele su Fare le cose in grande