Acquaticità
L'acqua che cade dalle duecento e passa cascate che compongono quella meraviglia che è Iguazu, al confine tra il Brasile e l'Argentina, è davvero tanta. Antonio, il nostro contatto locale che viene a prenderci in aeroporto dopo il volo che ci ha portato via da Rio (e dal Cristo Redentore in cima al piovigginoso Corcovado, dai bellissimi giardini botanici, dalla lunga scala ricoperta con più di 10000 piastrelle nel quartiere di Santa Theresa, e dalle bianche spiagge di Copacabana ed Ipanema), afferma che in questo periodo il volume d'acqua è solo il 50% di quello che è normalmente; ma per me, ad anni di distanza dall'ultima volta che ero stato qui, nulla sembra cambiato, e rimango incantato ed impassibile come quando si è rotto il rubinetto della cucina (ancora nella casa di Vicenza) e l'acqua ha cominciato a riversarsi scorrendo inarrestabile (anzi, in realtà era mia sorella quella che è rimasta incantata ed impassibile, mentre io sono andato a cercare il rubinetto principale per chiuderlo, ma questa è un'altra storia, ed ora lei è stimata madre di famiglia e non è bene riaprire certi cassetti dei ricordi).
Continuo a pensare che i brasiliani ci abbiano perso, nell'affare: hanno, è vero, una vista stupenda sulle cataratte, e la piattaforma che hanno costruito arriva molto vicino alla Garganta del Diablo, e puoi sentire gli spruzzi colpirti la faccia e darti, nel caldo afoso, un godimento tale che raramente hai sperimentato; e sono sicuramente un pò più cortesi e più "lussuosi" rispetto ai cugini d'oltrefiume. Ma gli argentini hanno le passerelle, che ti portano fin sopra alle cascate, e di fianco, e lì non c'è impermeabile che tenga; ed hanno i camminamenti che scendono fino alla base delle cascate; ed hanno l'isola San Martin, che è una gioia andarci perché la maggior parte dei turisti non perdono tempo a prendere la barchetta che ti fa attraversare il fiume fino a raggiungerla, e molti di quelli che lo fanno non salgono la ripida scalinata che porta fino al miglior belvedere che ci possa essere (una delle mie foto scattate da quel belvedere è stata venduta a varie persone e riviste, in passato).
Il mio gruppetto, due coppie nei loro -anta, cammina senza problemi, con le ovvie necessarie pause, e giriamo davvero molto; decidono pure di acquistare il pacchetto "grande aventura", che prima ci fa portare in giro per la selva su un camion scoperto con una guida che ci racconta un pò di cose, e poi ci fa fare un viaggio su una veloce imbarcazione che, grazie alle eccellenti doti del capitano, si avvicina talmente tanto a molte delle cascate che ci infiliamo, letteralmente, la testa. La cosa ancor più bella di tutto questo è che la tessera da accompagnatore che mi sono fabbricato, con tanto di foto e plastificazione, a Santiago, mi permette di entrare gratis ovunque e di fare gratis pure l'escursione, che non sarebbe inclusa nelle mie spese autorizzate da JLA... costata meno di due dollari, oltre a una mezz'oretta di lavoro al computer, direi che già si è ben ripagata :)
Due clienti decidono di visitare anche il Parco degli Uccelli, e Antonio mi fa entrare gratis anche lì, così andiamo a gratticchiare il collo ai tucani (dovreste vederli, paiono cani o gatti quando gli trovi quel punto particolare dietro l'orecchio che li fa impazzire di piacere), a vedere i fenicotteri che si guardano nello specchio credendo di essere molti di più, e a cercare di fotografare una famigliola di 4 pangolini che tengono il muso costantemente incollato sotto il fogliame in cerca di cibo.
Per le due cene, ho organizzato una serata in Brasile, con un ottimo giro-pizza (continuano a portartene finché non li implori di smettere; e non si tratta solo di pizza, ma anche di pollo, pasta, insalate ecc.) da Martignoni, ed una in Argentina, al Quincho del Tio Querido, dove fanno davvero un'ottima carne alla griglia e i due chitarristi che allietano la serata si producono in un'antologia musicale del paese dei gaucho; tutte due grandi successi, complice sicuramente anche la fame dovuta al continuo camminare per questi due giorni.
Ora un paio di voli ci aspettano per Manaus, su su nella regione amazzonica, dove resteremo un giorno prima di andare in un villaggio direttamente dentro la foresta, dove nessuno di JLA è mai andato prima (e speriamo che vada bene, e che non ci mangino i piranha!).
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inserito il 23/11/2012
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