Devo ammettere che c'è stato un momento in cui avevo pensato che ritornare esattamente dopo 800 giorni sarebbe stato un tocco da maestro; poi, rifacendo i conti, ho visto che mi sarei mangiato una parte di viaggio, ed ho lasciato perdere la cabala e Jules Verne e mi sono lasciato trascinare dagli eventi per un'altra volta.

Ora che sono a casa, dopo tanto tempo, sto cercando di riprendere il ritmo. Carolina è appena partita per Madrid e Buenos Aires (ancora ebbria dei 6 gol della sua squadra del cuore), qualche amico l'ho già visto o sentito (due giorni al mare con la famiglia della pecora Massielena lasciano il segno... :-) ), la mia stanza è di nuovo in ordine e la mia nipotina mi sorride e saluta senza il minimo timore (vedersi piovere in casa uno sconosciuto che si proclama tuo zio non dev'essere facile per tutti, ma si vede che io sono ancora affascinante e lei è intelligente e ha molto buon gusto).

So che non ho più scuse, adesso, e che devo cominciare a darmi da fare: ho un film da preparare (e, magari, un libro?!), un lavoro da inventare e proporre, tante persone da incontrare, tutti i numeri arretrati di Rat-Man da leggere... e voi? Voi mi riconoscerete ancora, "con la barba lunga ed il sapore di terre lontane che mi si è appiccicato addosso come una seconda pelle"? O il vostro sguardo si poserà un attimo su questa mosca bianca e poi ritornerà ad osservare mille vite diverse, che si snodano e si riannodano come gomitoli giocati da gatti ubriachi? Chi avrà fatto il viaggio più lontano, io o voi? È una delle tante domande che mi rimbalzano da una parete all'altra del cranio, anche adesso che scrivo queste parole cercando qualche buona idea per concludere questi racconti di un viaggio verso ed attraverso quello che c'è fuori, oltre il giardino. Mi dicono che dovrei scrivere qualcosa di profondo, che ci si aspettano da me riflessioni finali... in realtà, io credo che tutto il viaggio sia stato una riflessione, e spero che i miei racconti abbiano offerto qualche spunto anche a voi; e, sotto sotto, abbiano magari soffiato un pochettino su quelle braci di voglia di uscire dalla porta almeno per una volta, senza lasciarsi troppo imbrigliare dalle redini o dai famosi gomitoli di cui sopra. Spero che non finisca tutto qui, che le amicizie che ho stretto non appassiscano col sole dell'estate e che le cose che mi sono riportato indietro (tutte dentro: credo che i miei souvenir personali si possano contare sulle dita di una mano) mantengano viva la luce dentro i miei occhi... almeno fino al prossimo viaggio. E spero lo stesso per voi.

Grazie per aver viaggiato con me!