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Ma quel semaforo in centro a Brasilia...
Viaggiando, capita anche di scoprire che a scuola ti raccontano tante belle storie ma che non sempre sono esatte (bella forza, direte voi!)...
Io di Brasilia, la capitale del Brasile costruita nello scorso secolo un pò per mettere fine alla diatriba tra São Paulo e Rio de Janeiro ed un pò per rilanciare l'interiore di questo immenso Paese, ricordavo che era stata progettata così perfettamente che erano inutili persino i semafori, sostituiti da eleganti sopra e sottopassaggi di cui i libri riportavano anche spettacolari foto aeree... quando, mentre l'amico esperantista Valter mi accompagnava a casa, dopo essermi venuto a prendere alla stazione dei bus, e ho visto quella cosa con le luci verdi gialle e rosse, mi è caduto un mito.
Triste per questo, mi sono rifugiato nella conversazione con Valter, mentre i viali ben progettati di una città ideata per 50000 persone e che ora ne accoglie circa 2 milioni mi scorrevano ai lati. Le casette curate (quella di Valter e della sua famiglia è un sogno), i giardini curati, le strade il cui asfalto è curato... i quartieri originali sono così, ma quelli nuovi, satelliti, esterni, dove vivono le folle che questa città fanno vivere... beh, quella è un'altra storia.
La visita comincia, il giorno dopo, dalla torre della TV: dall'alto della sua piattaforma panoramica possiamo apprezzare il disegno originale del centro, quel "Plano Piloto" che ricorda ad alcuni un arco con la freccia incoccata e ad altri un uccello con le ali spiegate. Poi è la volta del Memoriale JK (senza la F!), dedicato a quel Presidente Juscelino Kubitcheck che decise la costruzione di Brasilia e che apparentemente è l'indimenticato eroe moderno di questa Nazione (in tv stanno passando ora uno sceneggiato sulla sua vita, e credo siano arrivati alla 90 puntata o giù di lì...); poi, visita alla sede della Liga Esperantista Brasiliana, piena zeppa di libri che riforniscono le biblioteche dei voraci lettori, e dove col simpatico bibliotecario ci intretteniamo sul futuro dell'editoria e sul presente dei semafori...
Dopo pranzo, ci lanciamo in un minitour religioso: la quadrata (e letteralmente sorretta da vetrate altissime e coloratissime) chiesa di don Bosco, quella piccola progettata da Niemeyer e dedicata dalla signora Kubitcheck alla Vergine (onestamente, era meglio quella di Belo Horizonte), quella conico/piramidale dedicata all'ecumenismo dalla strana (dovrei dire sospetta) setta dei Legionari della Buona Volontà (io, cmq, per non indispettire nessuno, faccio il mio giretto a piedi scalzi sul pavimento spiraleggiante fino a raggiungere il centro esatto e ricevere energia dall'enorme cristallo nel tetto), e la sotterranea cattedrale, al cui ingresso si trovano statue enormi dei quattro apostoli (e non profeti, come scrivono i brasiliani!)...
Proseguiamo arrivando alla Piazza dei 3 Poteri, dove le due Camere del Parlamento restano in mezzo tra il Palazzo Presidenziale e quello della Suprema Corte, e dove torreggiano anche alcuni monumenti il più incredibile dei quali è una specie di enorme molletta che, a detta di Valter, è stata costruita per alloggiare i colombi e non farli stare tutto il tempo nella piazza... sarà...
La mattina dopo la dedichiamo a visitare Brazlandia, un quartiere (a circa 40 chilometri!) dove una comunità di esperantisti ha deciso di vivere assieme e assieme aprire una scuola in cui si insegna anche (non solo!) la Lingua Internazionale. Visitiamo le classi, io do lezione di geografia e insegno il Ballo del Qua Qua (meglio dell'Inno di Mameli, credo), i bambini sono simpaticissimi e i gestori della scuola ci invitano a pranzare con loro e ci mostrano le strane case che hanno costruito in forma di igloo.
Ritorniamo in città, e poco prima di accompagnarmi all'autobus il mio cicerone mi porta a vedere l'ultima (in ordine di tempo) meraviglia di Brasilia: il nuovo ponte costruito sopra il lago artificiale che sta nel cuore della città. Un ponte dedicato, ovviamente, a JK!
Io di Brasilia, la capitale del Brasile costruita nello scorso secolo un pò per mettere fine alla diatriba tra São Paulo e Rio de Janeiro ed un pò per rilanciare l'interiore di questo immenso Paese, ricordavo che era stata progettata così perfettamente che erano inutili persino i semafori, sostituiti da eleganti sopra e sottopassaggi di cui i libri riportavano anche spettacolari foto aeree... quando, mentre l'amico esperantista Valter mi accompagnava a casa, dopo essermi venuto a prendere alla stazione dei bus, e ho visto quella cosa con le luci verdi gialle e rosse, mi è caduto un mito.
Triste per questo, mi sono rifugiato nella conversazione con Valter, mentre i viali ben progettati di una città ideata per 50000 persone e che ora ne accoglie circa 2 milioni mi scorrevano ai lati. Le casette curate (quella di Valter e della sua famiglia è un sogno), i giardini curati, le strade il cui asfalto è curato... i quartieri originali sono così, ma quelli nuovi, satelliti, esterni, dove vivono le folle che questa città fanno vivere... beh, quella è un'altra storia.
La visita comincia, il giorno dopo, dalla torre della TV: dall'alto della sua piattaforma panoramica possiamo apprezzare il disegno originale del centro, quel "Plano Piloto" che ricorda ad alcuni un arco con la freccia incoccata e ad altri un uccello con le ali spiegate. Poi è la volta del Memoriale JK (senza la F!), dedicato a quel Presidente Juscelino Kubitcheck che decise la costruzione di Brasilia e che apparentemente è l'indimenticato eroe moderno di questa Nazione (in tv stanno passando ora uno sceneggiato sulla sua vita, e credo siano arrivati alla 90 puntata o giù di lì...); poi, visita alla sede della Liga Esperantista Brasiliana, piena zeppa di libri che riforniscono le biblioteche dei voraci lettori, e dove col simpatico bibliotecario ci intretteniamo sul futuro dell'editoria e sul presente dei semafori...
Dopo pranzo, ci lanciamo in un minitour religioso: la quadrata (e letteralmente sorretta da vetrate altissime e coloratissime) chiesa di don Bosco, quella piccola progettata da Niemeyer e dedicata dalla signora Kubitcheck alla Vergine (onestamente, era meglio quella di Belo Horizonte), quella conico/piramidale dedicata all'ecumenismo dalla strana (dovrei dire sospetta) setta dei Legionari della Buona Volontà (io, cmq, per non indispettire nessuno, faccio il mio giretto a piedi scalzi sul pavimento spiraleggiante fino a raggiungere il centro esatto e ricevere energia dall'enorme cristallo nel tetto), e la sotterranea cattedrale, al cui ingresso si trovano statue enormi dei quattro apostoli (e non profeti, come scrivono i brasiliani!)...
Proseguiamo arrivando alla Piazza dei 3 Poteri, dove le due Camere del Parlamento restano in mezzo tra il Palazzo Presidenziale e quello della Suprema Corte, e dove torreggiano anche alcuni monumenti il più incredibile dei quali è una specie di enorme molletta che, a detta di Valter, è stata costruita per alloggiare i colombi e non farli stare tutto il tempo nella piazza... sarà...
La mattina dopo la dedichiamo a visitare Brazlandia, un quartiere (a circa 40 chilometri!) dove una comunità di esperantisti ha deciso di vivere assieme e assieme aprire una scuola in cui si insegna anche (non solo!) la Lingua Internazionale. Visitiamo le classi, io do lezione di geografia e insegno il Ballo del Qua Qua (meglio dell'Inno di Mameli, credo), i bambini sono simpaticissimi e i gestori della scuola ci invitano a pranzare con loro e ci mostrano le strane case che hanno costruito in forma di igloo.
Ritorniamo in città, e poco prima di accompagnarmi all'autobus il mio cicerone mi porta a vedere l'ultima (in ordine di tempo) meraviglia di Brasilia: il nuovo ponte costruito sopra il lago artificiale che sta nel cuore della città. Un ponte dedicato, ovviamente, a JK!
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Commenti
Il giorno 22/03/2006, Luigia Oberrauch Madella ha scritto...
Il giorno 22/03/2006, Daniele ha scritto...
Il giorno 23/03/2006, Daniela ha scritto...
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Informazioni
inserito il 19/03/2006
visualizzato: 3229 volte
commentato: 3 volte
totale racconti: 562
totale visualizzazioni: 1428193
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