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Scene di vita insulare - Atiu
Lasciata Rarotonga, un piccolo aeroplanino scassato (come scassata è l'organizzazione: mi assegnano il posto 7C, ma sull'aereo ci sono solo le file A e G!) mi deposita dopo un volo di 3 quarti d'ora nell'aeroporto di Atiu, la seconda isola per grandezza nell'arcipelago. Ad accogliermi, non richiesto (espressamente: l'agenzia mi aveva detto che la cosa mi sarebbe costata 14 dollari, e mi parevano un esoso esborso per qualche chilometro a piedi), Jurgen, il padrone tedesco della casa dove alloggerò per i prossimi 4 giorni; siccome però è una bella giornata, il sole arride, son riuscito via autostop a non perdere il volo causa ubriacatura della tipa che mi aveva promesso un passaggio, e Jurgen ha una ghirlanda di frangipane profumati da mettermi al collo, non lo caccio via, e mi posiziono nel cassone del suo pick-up, già stracolmo di bambini locali che ha portato a fare un giro. E sul pick-up vediamo una delle (poche) attrattive locali: il vecchio porticciolo, dove tutti vanno a nuotare perché la laguna che circonda l'isola è troppo stretta e poco fonda per far più che bagnarcisi il deretano (e scusate il bagnarcisi!).
La casa è proprio bella, si vede che dei tedeschi ci hanno messo mano, ed io ne sono il re perché nessun altro turista è previsto per i prossimi giorni. Detto questo, me ne vo a cercare qualche spiaggia, e poi a cena nell'unico ristorantino del posto (non ho scelta: non ho cibo con me, ed è festa ed i negozi sono chiusi), dove incontro due tasmanici di cui lui (Rodney) mi offre un lavoro a Launceston nel campo dell'IT... ho un futuro, in Australia!
Il giorno successivo mi sparo una messa cattolica, contando nel fatto che essendo di tale religione il 90% della popolazione locale sarà una gran bella festa; ed è così, anche se devo dire che i canti ed i cori organizzati dai Cristiani sono ancor più colorati e vivaci. Vado poi dal fornaio, unico dell'isola, e sebbene il pane è stato praticamente venduto tutto gli rimangono due loffe che acquisto senza por indugio (ed è il pane più buono degli ultimi due mesi, ve lo assicuro). Un salto allo spaccio, dove vendono tanta roba in scatola ma niente di fresco (perché qui, chi vuole roba fresca, se la coltiva), pranzo a casa e poi camminata fino al porto, dove mi unisco ai locali (pare che la tradizione non permetta loro di andare in spiaggia, la domenica, ma non riesco a scoprire di più) nelle loro nuotate e scopro che pure lo snorkelling non è niente male al di qua delle mura di pietra e cemento che riparano dai flutti marini.
Lunedì, mentre torno dal fornaio (5 pezzi, questa volta, di cui uno caldo caldo!), scopro che l'amico Peter (conosciuto in Rarotonga, e con cui ho condiviso racconti - pensate, ha già visitato 190 paesi, e punta ad entrare anche nei restanti nei prossimi anni - ed immersioni) ha trovato un biglietto dell'ultimo minuto ed è stato recuperato da Jurgen; ergo, in casa ora siamo in due, e festeggiamo spartendo il mio pranzo (Peter non ha niente con sé). Nel pomeriggio, dopo una camminata con sguazzata in riva al mare, andiamo ad un Tumunu, o birreria della foresta, dove i locali si ritrovano di tanto in tanto a sbevazzare birra casalinga dall'alto contenuto alcoolico (noi, ovviamente, ci tratteniamo, per non tornare a casa brilli) e a fare comunella (un pò come la cerimonia del kava delle isole Fiji, ma con una bevanda più pericolosa...).
E arriva il martedì, giorno della nostra partenza per Aitutaki, altra isola; con noi, viaggiano anche i tasmaniani, ancora irritati dal fatto che noi stiamo risparmiando un sacco di soldi in confronto a loro (e sembriamo divertirci di più!).
La casa è proprio bella, si vede che dei tedeschi ci hanno messo mano, ed io ne sono il re perché nessun altro turista è previsto per i prossimi giorni. Detto questo, me ne vo a cercare qualche spiaggia, e poi a cena nell'unico ristorantino del posto (non ho scelta: non ho cibo con me, ed è festa ed i negozi sono chiusi), dove incontro due tasmanici di cui lui (Rodney) mi offre un lavoro a Launceston nel campo dell'IT... ho un futuro, in Australia!
Il giorno successivo mi sparo una messa cattolica, contando nel fatto che essendo di tale religione il 90% della popolazione locale sarà una gran bella festa; ed è così, anche se devo dire che i canti ed i cori organizzati dai Cristiani sono ancor più colorati e vivaci. Vado poi dal fornaio, unico dell'isola, e sebbene il pane è stato praticamente venduto tutto gli rimangono due loffe che acquisto senza por indugio (ed è il pane più buono degli ultimi due mesi, ve lo assicuro). Un salto allo spaccio, dove vendono tanta roba in scatola ma niente di fresco (perché qui, chi vuole roba fresca, se la coltiva), pranzo a casa e poi camminata fino al porto, dove mi unisco ai locali (pare che la tradizione non permetta loro di andare in spiaggia, la domenica, ma non riesco a scoprire di più) nelle loro nuotate e scopro che pure lo snorkelling non è niente male al di qua delle mura di pietra e cemento che riparano dai flutti marini.
Lunedì, mentre torno dal fornaio (5 pezzi, questa volta, di cui uno caldo caldo!), scopro che l'amico Peter (conosciuto in Rarotonga, e con cui ho condiviso racconti - pensate, ha già visitato 190 paesi, e punta ad entrare anche nei restanti nei prossimi anni - ed immersioni) ha trovato un biglietto dell'ultimo minuto ed è stato recuperato da Jurgen; ergo, in casa ora siamo in due, e festeggiamo spartendo il mio pranzo (Peter non ha niente con sé). Nel pomeriggio, dopo una camminata con sguazzata in riva al mare, andiamo ad un Tumunu, o birreria della foresta, dove i locali si ritrovano di tanto in tanto a sbevazzare birra casalinga dall'alto contenuto alcoolico (noi, ovviamente, ci tratteniamo, per non tornare a casa brilli) e a fare comunella (un pò come la cerimonia del kava delle isole Fiji, ma con una bevanda più pericolosa...).
E arriva il martedì, giorno della nostra partenza per Aitutaki, altra isola; con noi, viaggiano anche i tasmaniani, ancora irritati dal fatto che noi stiamo risparmiando un sacco di soldi in confronto a loro (e sembriamo divertirci di più!).
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Commenti
Il giorno 11/01/2005, Daniele ha scritto...
Mia sorella mi comunica che il peso alla nascita della babbuina (ops, della bambina!) era di 2,550 kg (nel frattempo, pare abbia aggiunto altri etti); ergo, e sperando di non errare, proclamo vincitori Vittoria Beniero ed il Gruppo Esperantista Vicentino con 2,980 kg. Congratulazioni! Dopo la conferma del notaro, provvedero' ad inoltrare il premio.
Il giorno 11/01/2005, Chiara ha scritto...
Il giorno 12/01/2005, Nicola ha scritto...
per Daniele:
ho la sensazione di leggere le tue notizie con un certo ritardo.... questa è datata 4 gennaio ma giurerei che il 10 gennaio non ci fosse!!!
Sarà la linea del cambiamento di data?
per Chiara:
ancora congratulazioni e.... a quando una foto della piccolina su questo sito, al posto dei gufi e della fauna campagnola?
in caso di problemi... hai ancora il mio indirizzo mail? oppure tuo fratello appena ritorna in un luogo civilizzato potrebbe pubblicare la foto che sicuramente gli avrai inviato come primo e unico zio legittimo!!!
ciao a tutta la famigliola (serpi escluse)
ho la sensazione di leggere le tue notizie con un certo ritardo.... questa è datata 4 gennaio ma giurerei che il 10 gennaio non ci fosse!!!
Sarà la linea del cambiamento di data?
per Chiara:
ancora congratulazioni e.... a quando una foto della piccolina su questo sito, al posto dei gufi e della fauna campagnola?
in caso di problemi... hai ancora il mio indirizzo mail? oppure tuo fratello appena ritorna in un luogo civilizzato potrebbe pubblicare la foto che sicuramente gli avrai inviato come primo e unico zio legittimo!!!
ciao a tutta la famigliola (serpi escluse)
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inserito il 04/01/2005
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