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Scivolando verso il sud nella Terra di Mezzo
Lasciata Wellington all'una di notte, l'ultimo giorno di settembre siamo saliti sul traghetto che ha portato noi ed il nostro minivan dall'altra parte dello stretto, sull'isola meridionale. Le ragazze sonnecchiavano, io ho guidato per un paio d'ore fino alle 6 e mezza quando i miei occhi mi hanno detto che volevano dormire.
Verso le dieci, abbiamo fatto colazione e siamo ripartiti, passando lungo la strada cittadine leggermente inutili come Nelson. Raggiunto l'ingresso del parco nazionale Abel Tasman (un simpatico olandese che, secoli fa, scoprì le isole neozelandesi - Neue Zeeland significa nuova terra sul mare, all'incirca - e che in cambio ha ottenuto solo il nome di un parco... oltre ad uno stato australiano, da lui scoperto anche quello, e che all'inizio aveva preso il nome del governatore del tempo Van Diemen... la storia di Colombo ed Amerigo si ripete...), abbiamo parcheggiato, mangiato e poi, mentre Ann ronfava, Una ed io siamo andati a fare una camminata di 4 ore lungo i sentieri costieri.
Il giorno dopo, indeciso fino all'ultimo se fare o meno un'escursione in canoa, sufficientemente costosa, ho infine optato per una corsa in taxiboat fino ad una baia da cui mi sono incamminato per ritornare; le ragazze le ho incontrate a metà strada, loro venivano in su, abbiamo pranzato insieme sotto un sole non preannunciato dalle continue pioggerelle del giorno precedente e poi siamo ritornati al minivan; in totale, per tutti, circa 7 ore di cammino, lungo sentieri il cui principale punto d'interesse sono le splendide vedute sulla frastagliata costa del parco.
Altra notte nel parcheggio, ed al mattino ripartiamo direzione sud-ovest. Sbagliando strada, e aggiungendo perciò circa un centinaio di chilometri, raggiungiamo il parco di Punakiki, dove stupende stratificazioni rocciose fanno pensare a rocce formate formate da montagne di frittelle giganti; completano il quadro dei "soffioni" (blowholes) davver notevoli, i migliori che abbia visto fino ad ora. Proseguiamo, e raggiungiamo il paesello dove vorremmo fare benzina col serbatoio praticamente a secco... l'unico benzinaio, chiuso per il pomeriggio, ci chiede 20 dollari solo per aprire la pompa di benzina (a questo si aggiungerebbe poi un esoso costo per litro); decidiamo di mandarlo a quel paese, e dopo un pò di ricerca troviamo un poliziotto (hei, è la prima volta che sono io a fermare la polizia ;-) ) che ci scorta per altri 30 chilometri (non so da dove venga fuori la benzina, probabilmente il serbatoio ci sta dando le sue ultime gocce) fino ad un'altra stazione di servizio - la scorta serviva in caso rimanessimo in panne. Lo ringraziamo ripetutamente, lui ed i suoi antenati, e raggiungiamo il paesino alle falde del ghiacciaio Fox, con una favolosa litigata tra Ann e me negli ultimi dieci chilometri (volano insulti alla 4a potenza, e per alcuni minuti prendiamo in considerazione l'ipotesi di dividerci): la tensione accumulata durante il giorno e la stanchezza hanno soffiato sul fuoco.
Franz Josef e Fox sono due famosi ghiacciai sull'isola, arrivano molto vicini alla costa e un sacco di gente si diverte a visitarli, scalarli, sorvolarli, etc.
Rispettoso nei confronti del mio amico Franz, e del fatto che Fox è più economico e - dicono - più bello (una contraddizione, lo so, ma dipende dall'accessibilità), prenotiamo un'escursione di un giorno sui ghiacci di quest'ultimo. La notte fredda (pare di essere a Cortina) la passiamo in un campeggio, col torridino (il ventilatore) acceso e docce calde per lavarci di dosso unto e stanchezza.
L'escursione, accompagnati da due guide, è davvero bella: muniti di ramponi e alpenstock, scaliamo rocce e lastre di ghiaccio, attraversiamo valli imbiancate e spiamo dentro tunnel dai riflessi azzurrini. Cioccolata a profusione, tante informazioni su questo gigante che ogni tanto avanza ed ogni tanto recede, e un sole che ci cuoce le gote (non ci sono tante altre parti esposte, fa davvero freddo!).
Ritornati, facciamo il pieno e partiamo per Haas, dove passiamo la notte nel parcheggio di un pub.
La mattina dopo, raggiungiamo Wanaka, popolazione 3000 circa, in riva al lago omonimo. Niente da fare sul posto, a meno di non voler camminare (vade retro!) o spendere montagne di soldi, quindi la usiamo per rilassarci, fare shopping e masterizzare cd (io). La notte nel parcheggio davanti all'ufficio informazioni passa tranquilla, ma al mattino ci risveglia un dipendente comunale che ci spiega che non avremmo potuto passare la notte lì (balle: ho controllato la sera prima, nessun cartello di divieto da nessuna parte)... dato che ormai è fatta, e che non abbiamo inquinato, ci saluta cortesemente e se ne va.
Ripartiamo, è il giorno 5 ormai, e raggiungiamo Queenstown. Sarà pure la seconda città più grossa dell'isola, ma la popolazione locale è solo tripla di quella di Wanaka; ci sono però un casino di turisti, compresi molti nippo: il luogo è la sede ideale per gli sport estremi, dal bungy jumping al parapendio, dal jet-boating allo sci alpinistico... quindi: freddo, vento, gente che gira con scarponi e snowboard, o giubbotti salvagente... noi prenotiamo le crociere per Milford Sound, un fiordo ben famoso, e poi gironzoliamo (prenotando presso l'agenzia di un ostello, riceviamo in omaggio docce ed internet gratis... chiamami scemo!). La serata, in un pub irlandese, dopo un'abbondante piatto di fusilli alla carbonara, è davvero tranquilla, e finalmente passiamo una notte non interrotta da uscite per toilette (le ragazze ne fanno solitamente almeno una a testa, e la porta del minivan è abbastanza rumorosa, credetemi): abbiamo dovuto spostarci di qualche chilometro, per non incorrere nelle ire dell'amministrazione locale (ma perché non creano qualche zona gratuita, ogni tanto???).
Oggi internet, spesa e poi partiremo per le 5 ore di viaggio per Milford Sound.
Verso le dieci, abbiamo fatto colazione e siamo ripartiti, passando lungo la strada cittadine leggermente inutili come Nelson. Raggiunto l'ingresso del parco nazionale Abel Tasman (un simpatico olandese che, secoli fa, scoprì le isole neozelandesi - Neue Zeeland significa nuova terra sul mare, all'incirca - e che in cambio ha ottenuto solo il nome di un parco... oltre ad uno stato australiano, da lui scoperto anche quello, e che all'inizio aveva preso il nome del governatore del tempo Van Diemen... la storia di Colombo ed Amerigo si ripete...), abbiamo parcheggiato, mangiato e poi, mentre Ann ronfava, Una ed io siamo andati a fare una camminata di 4 ore lungo i sentieri costieri.
Il giorno dopo, indeciso fino all'ultimo se fare o meno un'escursione in canoa, sufficientemente costosa, ho infine optato per una corsa in taxiboat fino ad una baia da cui mi sono incamminato per ritornare; le ragazze le ho incontrate a metà strada, loro venivano in su, abbiamo pranzato insieme sotto un sole non preannunciato dalle continue pioggerelle del giorno precedente e poi siamo ritornati al minivan; in totale, per tutti, circa 7 ore di cammino, lungo sentieri il cui principale punto d'interesse sono le splendide vedute sulla frastagliata costa del parco.
Altra notte nel parcheggio, ed al mattino ripartiamo direzione sud-ovest. Sbagliando strada, e aggiungendo perciò circa un centinaio di chilometri, raggiungiamo il parco di Punakiki, dove stupende stratificazioni rocciose fanno pensare a rocce formate formate da montagne di frittelle giganti; completano il quadro dei "soffioni" (blowholes) davver notevoli, i migliori che abbia visto fino ad ora. Proseguiamo, e raggiungiamo il paesello dove vorremmo fare benzina col serbatoio praticamente a secco... l'unico benzinaio, chiuso per il pomeriggio, ci chiede 20 dollari solo per aprire la pompa di benzina (a questo si aggiungerebbe poi un esoso costo per litro); decidiamo di mandarlo a quel paese, e dopo un pò di ricerca troviamo un poliziotto (hei, è la prima volta che sono io a fermare la polizia ;-) ) che ci scorta per altri 30 chilometri (non so da dove venga fuori la benzina, probabilmente il serbatoio ci sta dando le sue ultime gocce) fino ad un'altra stazione di servizio - la scorta serviva in caso rimanessimo in panne. Lo ringraziamo ripetutamente, lui ed i suoi antenati, e raggiungiamo il paesino alle falde del ghiacciaio Fox, con una favolosa litigata tra Ann e me negli ultimi dieci chilometri (volano insulti alla 4a potenza, e per alcuni minuti prendiamo in considerazione l'ipotesi di dividerci): la tensione accumulata durante il giorno e la stanchezza hanno soffiato sul fuoco.
Franz Josef e Fox sono due famosi ghiacciai sull'isola, arrivano molto vicini alla costa e un sacco di gente si diverte a visitarli, scalarli, sorvolarli, etc.
Rispettoso nei confronti del mio amico Franz, e del fatto che Fox è più economico e - dicono - più bello (una contraddizione, lo so, ma dipende dall'accessibilità), prenotiamo un'escursione di un giorno sui ghiacci di quest'ultimo. La notte fredda (pare di essere a Cortina) la passiamo in un campeggio, col torridino (il ventilatore) acceso e docce calde per lavarci di dosso unto e stanchezza.
L'escursione, accompagnati da due guide, è davvero bella: muniti di ramponi e alpenstock, scaliamo rocce e lastre di ghiaccio, attraversiamo valli imbiancate e spiamo dentro tunnel dai riflessi azzurrini. Cioccolata a profusione, tante informazioni su questo gigante che ogni tanto avanza ed ogni tanto recede, e un sole che ci cuoce le gote (non ci sono tante altre parti esposte, fa davvero freddo!).
Ritornati, facciamo il pieno e partiamo per Haas, dove passiamo la notte nel parcheggio di un pub.
La mattina dopo, raggiungiamo Wanaka, popolazione 3000 circa, in riva al lago omonimo. Niente da fare sul posto, a meno di non voler camminare (vade retro!) o spendere montagne di soldi, quindi la usiamo per rilassarci, fare shopping e masterizzare cd (io). La notte nel parcheggio davanti all'ufficio informazioni passa tranquilla, ma al mattino ci risveglia un dipendente comunale che ci spiega che non avremmo potuto passare la notte lì (balle: ho controllato la sera prima, nessun cartello di divieto da nessuna parte)... dato che ormai è fatta, e che non abbiamo inquinato, ci saluta cortesemente e se ne va.
Ripartiamo, è il giorno 5 ormai, e raggiungiamo Queenstown. Sarà pure la seconda città più grossa dell'isola, ma la popolazione locale è solo tripla di quella di Wanaka; ci sono però un casino di turisti, compresi molti nippo: il luogo è la sede ideale per gli sport estremi, dal bungy jumping al parapendio, dal jet-boating allo sci alpinistico... quindi: freddo, vento, gente che gira con scarponi e snowboard, o giubbotti salvagente... noi prenotiamo le crociere per Milford Sound, un fiordo ben famoso, e poi gironzoliamo (prenotando presso l'agenzia di un ostello, riceviamo in omaggio docce ed internet gratis... chiamami scemo!). La serata, in un pub irlandese, dopo un'abbondante piatto di fusilli alla carbonara, è davvero tranquilla, e finalmente passiamo una notte non interrotta da uscite per toilette (le ragazze ne fanno solitamente almeno una a testa, e la porta del minivan è abbastanza rumorosa, credetemi): abbiamo dovuto spostarci di qualche chilometro, per non incorrere nelle ire dell'amministrazione locale (ma perché non creano qualche zona gratuita, ogni tanto???).
Oggi internet, spesa e poi partiremo per le 5 ore di viaggio per Milford Sound.
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inserito il 06/10/2004
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