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Wellington, la capitale in mezzo allo stretto
Partiti da Tongariro, dopo un viaggio più lungo di quel che credevamo raggiungiamo Wellington, la capitale di questa nazione. L'esperantista Gwenda, che avevo contattato, non ha spazio per ospitare tre persone, e quindi ci ha dirottato da Jo, altra signora dello stesso gruppo. Arriviamo a casa sua nel pomeriggio, e Jo è gentilissima nell'accoglierci e nel farci sentire a casa nostra; attendiamo che passi l'ora di punta, e poi ci porta a fare un giro in macchina nel tremendo vento di Wellington, per farci vedere un pò di luci della città al tramonto. Dopo un po', ci separiamo: le donne tornano a casa, ed io me ne vo a gironzolare per la città (lo sapete, è una mia abitudine): passo dal cinema della prima del Ritorno del Re, mi perdo in un paio di librerie di seconda mano immense, faccio miracoli per fotografare i riflessi notturni di statue bagnate dalla pioggia, e cammino cammino fino al palazzo del Parlamento e al cosiddetto 'Beehivè (niente a che vedere con Mirko e Licia: si tratta di un palazzo di uffici a forma di alveare).
Oggi, Jo ci ha ricaricato in macchina, e sotto un sole finalmente spumeggiante ci porta a fare un giro dell'intera baia, fino agli studios dove Peter Jackson sta girando King Kong (faccio qualche foto, ma si vede poco o niente). Andiamo poi a visitare il Te Papa, il grande e stupendo museo vanto ed orgoglio della nazione (pensate che per costruirlo hanno persino spostato su ruote un hotel, per trovare lo spazio necessario); servirebbero 3 giorni, ma io dispongo solo di 3 ore (le ragazze sono andate avanti per conto loro), poi dovrò incontrare Gwenda, quindi cerco di andare a naso: tutto quello che vedo è magnifico e ben fatto, osservo la pelle della mia mano al microscopio elettronico e gli effetti degli ultimi terremoti registrati ieri lungo la costa, ascolto un coro femminile australiano nella grande casa/incontro dei Maori mentre ammiro le sue bellissime sculture intagliate. Esco, tira aria ma il sole è ancora lì, raggiungo la base della funicolare e qui Gwenda mi sta aspettando, saliamo fino in cima e poi ridiscendiamo a piedi attraverso i Giardini Botanici dove lei ha fatto la guida per molti anni. Raggiungiamo il Parlamento in tempo per l'ultima visita guidata, l'interesse maggiore e ' per il sistema antiterremoto con il quale hanno adagiato l'intera struttura su sospensori di gomma. Un altro paio di palazzi, un bar per parlamentari pieno delle loro caricature, e poi il marito di Gwenda ci porta in macchina fino in cima ad un'altra delle colline su cui questa città è costruita, per osservare il panorama. Torniamo giù, e Gwenda mi accompagna a casa di Jo; qui, le ragazze non sono ancora arrivate, parliamo un pò e poi Jo prepara una cenetta (che è ben gradita, dato che non ho pranzato). Una ed Ann arrivano in taxi, avendo perso il bus, e mentre io scrivo queste righe vanno a fare la spesa con Jo in vista della nostra partenza notturna: stanotte pigliamo il traghetto che ci porterà nell'isola meridionale, per la seconda parte del viaggio.
Oggi, Jo ci ha ricaricato in macchina, e sotto un sole finalmente spumeggiante ci porta a fare un giro dell'intera baia, fino agli studios dove Peter Jackson sta girando King Kong (faccio qualche foto, ma si vede poco o niente). Andiamo poi a visitare il Te Papa, il grande e stupendo museo vanto ed orgoglio della nazione (pensate che per costruirlo hanno persino spostato su ruote un hotel, per trovare lo spazio necessario); servirebbero 3 giorni, ma io dispongo solo di 3 ore (le ragazze sono andate avanti per conto loro), poi dovrò incontrare Gwenda, quindi cerco di andare a naso: tutto quello che vedo è magnifico e ben fatto, osservo la pelle della mia mano al microscopio elettronico e gli effetti degli ultimi terremoti registrati ieri lungo la costa, ascolto un coro femminile australiano nella grande casa/incontro dei Maori mentre ammiro le sue bellissime sculture intagliate. Esco, tira aria ma il sole è ancora lì, raggiungo la base della funicolare e qui Gwenda mi sta aspettando, saliamo fino in cima e poi ridiscendiamo a piedi attraverso i Giardini Botanici dove lei ha fatto la guida per molti anni. Raggiungiamo il Parlamento in tempo per l'ultima visita guidata, l'interesse maggiore e ' per il sistema antiterremoto con il quale hanno adagiato l'intera struttura su sospensori di gomma. Un altro paio di palazzi, un bar per parlamentari pieno delle loro caricature, e poi il marito di Gwenda ci porta in macchina fino in cima ad un'altra delle colline su cui questa città è costruita, per osservare il panorama. Torniamo giù, e Gwenda mi accompagna a casa di Jo; qui, le ragazze non sono ancora arrivate, parliamo un pò e poi Jo prepara una cenetta (che è ben gradita, dato che non ho pranzato). Una ed Ann arrivano in taxi, avendo perso il bus, e mentre io scrivo queste righe vanno a fare la spesa con Jo in vista della nostra partenza notturna: stanotte pigliamo il traghetto che ci porterà nell'isola meridionale, per la seconda parte del viaggio.
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inserito il 29/09/2004
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