Era uno dei miti di questo luogo: l'estrema pulizia, ovunque. Beh, non è il Bronx o San Pio X (quartiere di Vicenza, il secondo), ma carte per terra (qualcuna) le ho viste.
In compenso, però, riguadagnano punti col sistema delle schede informatiche di abbonamento per i mezzi di trasporto (rapidi e precisi, e pure aircondizionati): compri una scheda prepagata da 15 dollari locali (7,5 euri, cambio ca 2 ad 1), e salendo sul mezzo la appoggi ad una macchinetta che scala la tariffa massima per quel viaggio; alla discesa, ritocchi altra macchinetta, che ti riabbuona quanto preso in più al primo passaggio (così, fregano i furbetti...).

Il volo con la BA è andato abbastanza liscio, ho mangiato una cena ed una colazione inglesi (ah, quanto rimpiango la Air Lanka!) con panini sigillati e gommosi, mi son visto solo Master and Commander (abbastanza bello) e due volte il finale di L'Ultimo Samurai (perché, essendo molto lungo, era l'unica cosa che sforava oltre la durata degli altri film), e poi ho ronfato per recuperare gli arretrati.

Ora, arzillo come un'allodola, scribacchio al portatile della signora Anne, insegnante in una scuola americana, che mi ospiterà durante la mia permanenza nell'isola (eh già, Singapore è un'isola, 'gnorantoni!). Il portiere del caseggiato mi aspettava, le chiavi erano nel vaso di fiori fuori dalla porta, la casa dentro è stupenda e decorata con buon gusto orientaleggiante (qui vicino al mio piede sinistro, rigorosamente scalzo, c'è un bell'ombrello di carta di riso e canna di bambù... Marco, tocca a te indovinare titolo e autore...), e Anne è stata davvero gentile, preparandomi un sacco di materiale e parlando con me nonostante la stanchezza.

Domani andrò in centro, a fare un sopralluogo e a cercarmi una macchinetta digitale, sperando che l'afa (miii, che umido che è qui!) e le pioggie torrenziali (che, mi par di aver capito, negli ultimi giorni si sono accanite) non mi immobilizzino...