Era solo il vento
Mi ha svegliato il vento, questa mattina.
Sinistri scricchiolii provenivano dalla finestra che, da qualche secolo (o almeno così sembra), ciecamente affaccia su un pozzo di ventilazione dell'hotel (mica crederete che ci diano sempre le camere migliori, a noi accompagnatori turistici, vero?!), e mi hanno fatto pensare ad un ladro, o a qualcuno che si fosse comunque introdotto furtivamente nella mia stanza. O ad un terremoto in arrivo.
Ma era solo il vento.
Ormai però ero sveglio, ed ho controllato il telefono per nuovi messaggi. Ed ho visto cos'era successo a Nizza.
A Nizza ci sono passato, in tour, una decina di giorni fa, di mercoledì. La Promenade degli Inglesi era come sempre piena di gente che passeggiava, che correva, che biciclettava, che si muoveva su quelle specie di skateboard automatici che tanto sembrano un Segway senza il manubrio, che giocava a calcetto vivente (con vere persone attaccate a delle sbarre gonfiabili che si muovono a destra e sinistra in un finto campo da calcio), che prendeva al sole, che si fermava a guardare il mare.
Un mare azzurro, che se lo guardi dal basso della spiaggia ti pare tutto di un colore, ma che se sali in cima alla collina del Castello o ti affacci da uno dei punti panoramici presenti sulle Corniche ti si mostra in tutta una serie di sfumature che vanno dal pastello al turchino al blu profondo, così come profondo è il mare.
Gli operai stavano ancora terminando di sistemare le nuove palme, piantate di recente per abbellire ulteriormente quello che è il biglietto da visita della città rivierasca. I chioschi vendevano a caro prezzo le loro bibite fresche; gli stabilimenti affittavano le loro sdraio, perché molti non hanno piacere di sdraiarsi sui ciottoli di cui la spiaggia - molto artificiale - è principalmente composta. A poche decine di metri, al mercato cittadini e turisti passeggiavano tra i banchi visionando gli oggetti antichi in vendita o, più prosaicamente, comprando un po' di formaggio e della verdura fresca per il pranzo del giorno.
Ora, di tutto quello rimangono solo dei corpi sul selciato, il sangue, la paura che succeda di nuovo e che questa volta si sia un po' meno fortunati. Perché sì, sono stato fortunato, questa volta: sono a Firenze, e devo solo fare i conti con un vento che soffia forte e che fa scricchiolare la mia dannata finestra.
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Commenti
sempre in giro per il mondo per lavoro, e forse, qualche volta, per per godersi spettacoli nuovi ed incontrare persone dai diversi usi e costumi. Io sono attaccato ai miei luoghi , non per scelta ma, per ora, perché non posso allontanarmi. Ma ho mia figlia che, come te, è sempre in giro per il mondo. Un mese fa a Bristol, poi a Lisbona per una conferenza, poi di nuovo a Bristol, oggi a Londra, e tra una settimana a Bruxelles. Deve essere molto bello poter viaggiare così, ma, di questi tempi, chi lasciate a casa vive con ansia. Che il vento, il vento della fortuna , spiri sempre favorevole per voi.
Un abbraccio
Alessandro da Massa
l'alternativa al viaggiare è il restare immoti. Ed è una condizione che a me, e probabilmente a tua figlia, non s'attaglia. Sappiamo che ci sono persone care che vivono con un po' d'ansia la nostra lontananza, e ovviamente ci dispiace, ma se rinunciassimo al viaggiare la daremmo vinta a chi cerca di spaventarci, non credi?!
Grazie per l'augurio di un buon vento, così tradizionalmente noto ai naviganti d'ogni tipo.
Amike,
Daniele
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inserita il 15/07/2016
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