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Ladri a TorinoComics
Sì, c'erano pure Lupin e la sua ghenga, ma non si tratta di quei ladri.
Mi riferisco ai venditori di fumetti, non tutti ovviamente (come si vedrà) ma molti. E l'esempio di TorinoComics vale per qualsiasi fiera del fumetto, o per i siti di aste online come eBay ed amici vari.
Ero a Torino su invito del Centro Esperantista Torinese, che in collaborazione con la fumetteria Universi di Carta aveva organizzato una presentazione del fumetto di Rat-Man in Esperanto (di cui io sono un po' il padrino, ma questa è un'altra storia e la trovate in altre parti di questo sito). L'incontro pubblico era previsto per la domenica mattina, quindi io sono arrivato al sabato pomeriggio ed ho cominciato ad aggirarmi curioso per gli stand della fiera. L'unica missione che avevo, affidatami dall'amico Gaetano, era quella di trovargli il numero 10 de L'Immortale, un fumetto manga di cui è appassionato; per il resto, potevo sbizzarrirmi nel fortuito incontro con qualcosa che attirasse la mia attenzione.
Ad ogni stand, sembrava che i prezzi aumentassero (non per L'Immortale: quello ce l'aveva solo un tizio, che me l'aveva proposto "a soli 20 euri, si tratta di un pezzo assai raro, non lo trova facilmente!"): tenevo come riferimento le pubblicazione di Rat-Man, e mi trovavo di fronte a prezzi di 50, 70, 100 euri per numeri vecchi ma non così vecchi, rari ma non così rari. Un tipo vendeva RMC63 a 5 euri, imbustato, spacciandolo per introvabile... sì, era introvabile fino a qualche settimana fa, quando Panini ha ridistribuito le rese delle edicole, permettendo a tutti quelli che erano rimasti in attesa di leggere la seconda parte della parodia di 300: ora, si vendeva ovunque (tranne che in quello stand) al prezzo di copertina. Lo stesso manga gaetanesco l'ho poi acquistato per molto meno di quanto offertomi, è bastato solo aspettare e imbattersi in un commerciante onesto (i succitati Universi di Carta), che il RMC63 lo vendeva appunto come un normale fumetto.
Perché, mi domando io, esistono persone che incrementano questo spudorato ladrocinio che è il collezionismo (di fumetti, ma comincio a temere che la cosa sia ben più diffusa)? Basterebbe ridergli in faccia, quando ti chiedono 3 euri per un Hulk di Repubblica che nello stand a fianco vendono a 2 (ovvero, il 33% in meno), e lasciarglielo lì... che se lo riportino a casa, pagandoci pure le spese di trasporto. Invece... invece, i numeri della serie autoprodotta di Rat-Man non vanno via a meno di 50 euri, e ci sono quelli che se li prenotano subito; e le locandine dei film di Don Camillo, pezzi di carta a volte spiegazzati con su le faccie di Fernandel e di Cervi, ti costano almeno il doppio, e anche lì di acquirenti ce ne sono. Varranno come investimento? Si potranno rivendere? Forse sì, ma bisogna essere conoscitori delle dinamiche di quel particolare mercato, o si rischia di ritrovarsi con quintali di carta che non si convertiranno mai in denaro...
Pecunia volat, scripta manent...
Mi riferisco ai venditori di fumetti, non tutti ovviamente (come si vedrà) ma molti. E l'esempio di TorinoComics vale per qualsiasi fiera del fumetto, o per i siti di aste online come eBay ed amici vari.
Ero a Torino su invito del Centro Esperantista Torinese, che in collaborazione con la fumetteria Universi di Carta aveva organizzato una presentazione del fumetto di Rat-Man in Esperanto (di cui io sono un po' il padrino, ma questa è un'altra storia e la trovate in altre parti di questo sito). L'incontro pubblico era previsto per la domenica mattina, quindi io sono arrivato al sabato pomeriggio ed ho cominciato ad aggirarmi curioso per gli stand della fiera. L'unica missione che avevo, affidatami dall'amico Gaetano, era quella di trovargli il numero 10 de L'Immortale, un fumetto manga di cui è appassionato; per il resto, potevo sbizzarrirmi nel fortuito incontro con qualcosa che attirasse la mia attenzione.
Ad ogni stand, sembrava che i prezzi aumentassero (non per L'Immortale: quello ce l'aveva solo un tizio, che me l'aveva proposto "a soli 20 euri, si tratta di un pezzo assai raro, non lo trova facilmente!"): tenevo come riferimento le pubblicazione di Rat-Man, e mi trovavo di fronte a prezzi di 50, 70, 100 euri per numeri vecchi ma non così vecchi, rari ma non così rari. Un tipo vendeva RMC63 a 5 euri, imbustato, spacciandolo per introvabile... sì, era introvabile fino a qualche settimana fa, quando Panini ha ridistribuito le rese delle edicole, permettendo a tutti quelli che erano rimasti in attesa di leggere la seconda parte della parodia di 300: ora, si vendeva ovunque (tranne che in quello stand) al prezzo di copertina. Lo stesso manga gaetanesco l'ho poi acquistato per molto meno di quanto offertomi, è bastato solo aspettare e imbattersi in un commerciante onesto (i succitati Universi di Carta), che il RMC63 lo vendeva appunto come un normale fumetto.
Perché, mi domando io, esistono persone che incrementano questo spudorato ladrocinio che è il collezionismo (di fumetti, ma comincio a temere che la cosa sia ben più diffusa)? Basterebbe ridergli in faccia, quando ti chiedono 3 euri per un Hulk di Repubblica che nello stand a fianco vendono a 2 (ovvero, il 33% in meno), e lasciarglielo lì... che se lo riportino a casa, pagandoci pure le spese di trasporto. Invece... invece, i numeri della serie autoprodotta di Rat-Man non vanno via a meno di 50 euri, e ci sono quelli che se li prenotano subito; e le locandine dei film di Don Camillo, pezzi di carta a volte spiegazzati con su le faccie di Fernandel e di Cervi, ti costano almeno il doppio, e anche lì di acquirenti ce ne sono. Varranno come investimento? Si potranno rivendere? Forse sì, ma bisogna essere conoscitori delle dinamiche di quel particolare mercato, o si rischia di ritrovarsi con quintali di carta che non si convertiranno mai in denaro...
Pecunia volat, scripta manent...
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inserita il 11/06/2008
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