Sei qui: i miei viaggi » Sulle tracce di Marco Polo » Kyrgyzstan » Sulle orme di Marco Polo

Sulle orme di Marco Polo

immagine

L'aereo parte da Venezia, ed è giusto che sia così: sto per intraprendere un viaggio verso il quasi ignoto, cercando il più possibile di seguire quella che un tempo veniva chiamata la Via della Seta, e non potevo che cominciarlo nella città di Marco Polo, l'uomo che ha per sempre legato il proprio nome a quell'itinerario che, per secoli, caravane cariche di merci preziose hanno percorso in entrambe le direzioni.

Il mio compito è un pelino più semplice: accompagnare due gruppi di turisti a visitare quei luoghi, per permetter loro di vivere almeno in parte quell'esperienza. Solo un pelino più semplice, però: quando la responsabile di Wild Frontiers, l'operatore turistico inglese con cui collaboro, me l'ha proposto, ci ho pensato su per due settimane, prima di accettare o rifiutare, dopo tutto, due mesi attraverso 6 paesi dell'Estremo Oriente e dell'Asia Centrale non sono propriamente una "passeggiata de' salute". Alla fine han prevalso la curiosità ed il senso dell'avventura, motori che mi spingono da tempo in giro per il mondo. Così, eccomi qui, in Kirghizistan, a scrivere queste righe nel cuore della notte, all'interno di uno yurt. Perché di notte, e cos'è uno yurt, lo scopriremo più avanti, promesso.

Il volo Aeroflot, dopo una connessione di qualche ora a Mosca, mi porta fino alla capitale kirghiza, Bishkek, dove mi accolgono Rustam, la mia giovane guida, e Yuri, l'autista, ovvero le persone che mi accompagneranno in giro per il paese nei prossimi giorni, per un giro di ricognizione. Non sono stanco, e così accolgo con piacere la proposta di visitare un po' la città prima di recarmi all'albergo.

Il Kirghizistan, un paese che molti non sanno neppure dove stia (cercatelo sulla mappa, giusto sopra la Cina, sulla sinistra), a quanto pare non esisteva neppure prima della creazione dell'Unione Sovietica: le popolazioni locali erano miste, kirghizi e kazaki e uzbeki vivevano tutti sullo stesso territorio, e fu solo Stalin che tracciò dei confini, a volte labili come il percorso di un fiumiciattolo, assegnando poi una terra diversa ad ogni etnia (stan = terra, quindi Kirghizistan è, letteralmente, la Terra dei Kirghizi). Avesse voluto fargli un favore, gli avrebbe pure dato un nome più facilmente pronunciabile, ché ogni volta che ai controlli doganali mi chiedevano la mia destinazione la lingua mi si inceppava sulle aspre consonanti; ma Stalin era un uomo molto occupato, e queste finezze lessicali non erano certo in cima alla sua lista di cose da sistemare. Al momento del disfacimento dell'Unione, ogni paese si trovò a fare i conti con la propria indipendenza, e mentre ad alcuni andò abbastanza bene, per altri la vita non fu proprio facile; i kirghizi, fondamentalmente nomadi, hanno impiegato anni per raggiungere una democrazia ed una economia sufficientemente stabili, e quelli come Yuri che hanno vissuto in entrambi i sistemi rimpiangono ancora la disponibilità di lavoro, la sicurezza sociale, le ferie, la possibilità di avere una casa che il sistema sovietico assicuravano. "Da un giorno all'altro ci siamo trovati a dover cercare una casa, a dover fare gli straordinari per pagarla, a non poterci più permettere di andare in vacanza una volta all'anno; nessuno pensava più a te, e se ti ammalavi o finivi nella miseria non c'era più lo Stato ad aiutarti", mi racconta mentre conversiamo, grazie alla continua traduzione di Rustam: Yuri parla russo, una delle due lingue ufficiali del paese.

Per Rustam è diverso: giovane, sposato e già con due figli, medico d'inverno e guida turistica d'estate, vede un paese che si sta aprendo all'esterno, che cerca di crescere seppure lentamente, che vive un Islam moderato affiancato al cristianesimo ortodosso, al buddismo, allo zoroastrismo; "tutti hanno una macchina, oggi, perché fondamentalmente siamo rimasti nomadi e, se prima andavamo a cavallo, ora vogliamo ancora qualcosa sotto il sedere", dice ridendo davanti al traffico di auto, molte delle quali importate di seconda mano dal Giappone e quindi con la guida a destra.

Visitiamo il bazar Osh, dove si può trovare di tutto, e dove finalmente entro in contatto con i sapori delle spezie locali, con i volti che sono un mix di tratti asiatici e mongoli e slavi, con la vita frenetica di una capitale che constrasta con quella più lenta e compassata che troveremo nel resto del paese. Poi, in centro, passiamo davanti ai grandi palazzi costruiti in puro stile sovietico nel secolo scorso, con grandi statue di Lenin e Marx e Engels, mentre sotto le bandiere rosseggianti dal centro coloratissimo di giallo - a rappresentare il cerchio collocato in alto negli yurt e le 40 tribù che formano il popolo kirghizo ("kirg" vuole proprio dire quaranta) - dei bambini provano e riprovano le loro danze, a qualche giorno dalle grandi celebrazioni per la festa nazionale.

Solo verso le 7 di sera arrivo in hotel, saluto i miei compagni di viaggio e, seppure enormemente stanco - ho dormito 3 ore da che sono partito -, mi avventuro al buio della carente illuminazione pubblica fino ad un buon ristorante, dove un menu con fotografie e in inglese mi aiuta a scegliere la cena, ottima.

Il mattino dopo, fatta colazione, partiamo per la nostra esplorazione. La prima sosta è a Burana, dove una bella torre di mattoni e alcune collinette che nascondo mura antiche sono gli unici resti della cittadella fortificata di Balasagun, risalente all'XI secolo. Saliamo, lungo una claustrofobica e ripida scalinata che passa all'interno della torre, e dall'alto osserviamo la campagna circostante e le catene montuose, entrambe caratteristiche che contraddistinguono un po' tutto il territorio del paese. Nei pressi, qualcuno ha riunito tutta una serie di reperti archeologici provenienti da varie località, incluse delle macine usate in passato per la farina e una serie di statue monolitiche, i Balbal, che rappresentano forse i regnanti di un tempo, tutti con una ciotola d'acqua in mano - simbolo di fertilità - e un coltello, molto simili a quelle che si possono vedere sulle rive del lago Titicaca in Bolivia. E, d'altronde, mi trovo ora nei pressi del lago Issyk-Kol, il secondo più grande lago alpino del mondo dopo, appunto, il Titicaca... chissà se c'è un nesso.

A pranzo sostiamo presso Koch Kor, ospiti di Fatima e della sua famiglia, che ci parlano della cooperativa che han messo su anni fa per aiutare le donne locali: Fatima, un impiego in banca, ha pensato di far rivivere la tradizione locale della creazione di abbigliamento, cappelli ed accessori in feltro, ed oggi più di 200 donne portano i loro prodotti nei locali della cooperativa dove vengono venduti ai turisti di passaggio. "Se una lavora bene, può guadagnare fino a 100 dollari al mese, che rappresentano un grande apporto all'economia casalinga", ci spiega; ovviamente, bisogna darsi da fare, perché un singolo tappeto lungo 3-4 metri e largo 50 cm richiede un lavoro di un paio di mesi, tra preparazione del feltro, disegno e cucitura, tutto ovviamente fatto a mano. "Vorremmo allargarci, magari insediandoci in una delle vecchie fabbriche dismesse dopo la caduta dell'Unione Sovietica, ma ci vogliono soldi per farlo, e in questo paese gli investimenti di questo tipo non sono ancora supportati dallo stato; così, facciamo quel che si può, per il momento", conclude Fatima, mentre la madre, vestita con gli abiti tradizionali ed un grande turbante in testa, annuisce fiera.

Poi, la strada comincia ad arrampicarsi, e dopo qualche ora arriviamo a 3016 metri, dove sulle rive del lago Song-Kol, il secondo per grandezza del paese, sorgono vari accampamenti di yurt, le tradizionali tende circolari dei nomadi. Un tempo fatte di vari strati di feltro posti sopra un'intelaiatura di legno, sono oggi un misto di tradizione e materiali moderni; all'interno però ci sono sono sempre pelli e tappeti, e tante coperte per tenere caldo la notte, quando la temperatura esterna scende a 2-3 gradi. I nomadi li trasportavano, smontati, a cavallo, quando si spostavano da un luogo ad un altro; oggi si usano pick-up e camion, e vengono allestiti prevalentemente per i turisti, che amano passarvi la notte. Il luogo dove ci fermiamo è molto grande, ci sono una ventina di yurt montati a semicerchio, con un campo centrale dove solitamente farebbero falò alla sera; i bagni, strutture metalliche a coprire delle fosse scavate nel terreno, sono non lontani, e lungo il percorso che li connette al campo si trovano anche dei deliziosi lavabi in legno e ceramica con un serbatoio interno per l'acqua. Due yurt fungono da sale da pranzo, e in un altro c'è la sauna, di cui approfitto dopo la cena, mentre i miei due compagni di viaggio vanno a dormire presto. Io ho poco sonno, un po' per il jet-lag ed un po' per l'altitudine, e mi soffermo a guardare il bellissimo cielo stellato; ma fa freddo, e mi rintano sotto le coperte, svegliandomi però a colpi durante la notte, pensando a quel che mi aspetta nei prossimi giorni...


Commenti

Il giorno 01/09/2017, Chiara ha scritto...
Anche tu, come il nanetto, preoccupato per l'assassino con il trampolino?
Il giorno 01/09/2017, Daniele ha scritto...
E chi sarebbe l'assassino con il trampolino?
Il giorno 01/09/2017, Chiara ha scritto...
Il suo incubo peggioreeeeeeeee
Il giorno 01/09/2017, Massielena ha scritto...
Visto che alla sera fanno il falò potresti riscoprire qualche tua vecchia reminiscenza scout e proporre una serata con canti, bans e scenette.
Il giorno 03/09/2017, Mariagrazia ha scritto...
Bella storia! La stiamo raccontando anche noi dell'Eco: http://www.ecovicentino.it/in-evidenza/un-vicentino-sulle-orme-marco-polo-1-venezia-al-kirghizistan/
Ciao Dani! Aspetto anche una foto con te nello yurt ;-)

Lascia un tuo commento

Campi
Bottoni

Informazioni

inserito il 01/09/2017
visualizzato: 1599 volte
commentato: 5 volte
totale racconti: 562
totale visualizzazioni: 1436253

Cerca nel diario

Cerca tra i racconti di viaggio pubblicati nel diario di bordo:

Ultime destinazioni

Racconti più recenti

Racconti più letti

Racconti più commentati

Ultimi commenti

Tag del diario di bordo

Aguas Calientes Ajanta Amalfi Amazzonia Ambato Andahuaylillas Angra dos Reis Arequipa Assisi Asunción Aurangabad Baia Mare Balau Lac Bassin Bleu Bassin Zim Bellagio Bishkek Bocas del Toro Bogotà Bologna Bonito Boquete Buenos Aires Buzios Bwindi Cajamarca California Camaguey Campeche Campulung Cancun Cannes canyon del Colca Cap-Haïtien Cartagena Cayo Las Brujas Cernobbio Chaa Creek Chapada Diamantina Chiapa de Corzo Chiavari Chichen Itzà Chichicastenango Chiloe Chivay Cienfuegos Città del Guatemala Città del Messico Cluj Napoca Copacabana Copán Copán Ruinas Costa Azzurra Costiera Amalfitana Cuenca Curitiba Cusco Dubai Dukla Dunhuang Dushanbe El Calafate El Chaltén El Tajin Ellora Entebbe ExPlus Fan Mountains fiume Pacuare fiume Tambopata Florianopolis Foz do Iguaçu GCC Gilroy Goa Granada Grand Circle Guayaquil Hampi Huamachuco Humenne Igoumenitsa Iguaçu Iguazu Ilha Grande India Ingapirca Interlaken Isla Colon Isla del Sol Isla Mujeres Istanbul Jacmel Jaiyuguan JLA Joya de Ceren Kampala Kashgar Khodjent Kibale Koch Kor Kokand Kumkoy La Antigua Guatemala La Havana La Paz lago di Como lago Maggiore lago Nicaragua lago Song-Kol lago Titicaca lago Yojoa lake Mburo Leon Lima Livingston Livorno Londra Lublin Lucca Macerata Machu Picchu Madaba Madrid Madurai Majorda Managua Manaus Mar Nero Margilon Mérida Mesilla Milano Momostenango Monaco Monte Alban Mumbai Murchison Falls Mutianyu Mysore Nashik Road Nice Nyjrbator Oaxaca Old Goa Ometepe Omoa Osh Otavalo Pacaya Palenque Panajachel Panamà Papantla Paratì Patagonia Pechino Pelourinho Península Valdés Petra Pisac Port Au Prince Portoferraio Potosì Poza Rica Pucon Puebla Puerto Madryn Puerto Maldonado Puerto Natales Puerto Piramides Puerto Varas Puno Punta Arenas Quetzaltenango Quito Rang Raqchi Ravello Recanati Reedley Rio de Janeiro Rio Dulce Riobamba Roma Ruse salar Salvador da Bahia Samarcanda San Agustin San Blas San Cristobal de las Casas San Francisco San Francisco El Alto San Ignacio San José San Juan San Marcos La Laguna San Pedro San Pedro de Atacama San Pedro La Laguna Santa Barbara Santa Caterina Santa Clara Santa Elena de Monteverde Santa Margherita Ligure Santiago Santiago Atitlan Santiaguito Sarospatak Sary Tash Seno Otway Sequoia National Park Shobak Sighisoara Sillustani Siloli Sololà Sorrento Stresa Sucre Sud America Sumidero Tambo Machay Targu Mures Tash Rabat Taulabé Tegucigalpa Tiahuanaco Tierra del Fuego Tikal torre di Burana Torres del Paine Transfagarasan Trinidad Trujillo Tucan Travel Turpan Urbino Urumqi USA Ushuaia Uxmal Uyuni Vaduz Vagabondo Valdivia Valle de Elqui Valle di Fergana Valparaiso Veliko Tarnovo Venezia Viejo Palmar Vila do Abraão Viña del Mar Viñales Vize Wild Frontiers Xian Yambol Zamosc Ziwa Rhino Sanctuary