Per strada, per mare
Sono di nuovo per strada. Anzi, per mare: al momento, nella mia cabina a prua della nave Arethusa, l'hotel galleggiante che porterà me ed il mio gruppo di viaggiatori a spasso per l'alto Tirreno, per visitare terre di Italia e di Francia.
La cabina è sempre la stessa: piccola, davvero piccola persino per chi non è delle mie stesse dimensioni. Però in cabina ci passo poco tempo, lo stretto necessario per dormire e lavarmi; e, eventualmente, per sparire per un po', tirare il fiato, riposarmi. Quindi le dimensioni dello spazio che mi è concesso sono un problema reale ma trascurabile.
Fuori, le onde hanno smesso di sciabordare: ci siamo mossi da Livorno, dove siamo arrivati da Firenze, per arrivare in rada a Portoferraio, capitale napoleonica dell'Isola d'Elba. Questa sera vi terminano i festeggiamenti per l'anniversario della venuta sull'isola del piccolo imperatore francese, con un concerto a lume di candela e figuranti in costume. Ce lo perdiamo, ed è un peccato; ma non si può forzare il capitano ad attraccare, dovrebbero pagare una notte all'ormeggio e il costo non rientra nel budget. Però, il mio collega Giuseppe ed io siamo riusciti ad organizzare lo stesso una sorpresa per i nostri clienti americani: domani membri del gruppo Historiae verranno ad incontrarci, in costumi dell'epoca (o finti tali) al Teatro dei Vigilanti, uno dei tanti lasciti del Bonaparte, prima di recarsi a fare presenza alla messa in suffragio di Napoleone... è il 5 maggio, e come ci ricorda Alessandro Manzoni è la data in cui "ei fu, siccome immobile".
Dopo mesi mi fa specie tornare sulla nave: mi ero disabituato un po', i tour in America Latina sono così diversi... Per fortuna, Giuseppe è molto organizzato e paziente, e mi sta facendo reingranare senza tanti problemi; il gruppo, a parte un elemento intoccabile che però comincia a dare un po' sui nervi a molti, è buono, si vede che sono persone che amano i posti che sono venuti a visitare. Da soddisfazione portarli in giro, è tutto assai diverso da quel che ricordo delle gite scolastiche, la cosa più vicina a quello che faccio per lavoro che io abbia mai vissuto in prima persona.
Il rumore dell'ancora che viene calata mi avverte che siamo arrivati, che è tempo di pensare alla giornata di domani, a quello che va fatto e a quello che va preparato. Dovrei farlo ora, magari, così domani non avrei bisogno di svegliarmi 15 minuti prima, ma so già che non voglio: nelle ultime sere, a Firenze, sono sempre andato a letto troppo tardi, e poi al mattino ci mettevo sempre tanto a risvegliarmi. Questa volta voglio seguire il mio ritmo circadiano, ho già sbadigliato una volta, alla prossima chiudo tutto e buona notte.
Intanto, penso al piacere di aver reincontrato Marco a Lucca, un amico conosciuto grazie a Couchsurfing anni fa e che ora vedo ogni volta che passo per di qua. Il che non accade troppo spesso, ma non per questo lui si fa negare, anche solo per un gingerino e venti minuti di chiacchiere; un momento di relax che ci vuole proprio, dopo la visita guidata e prima del pranzo a base di minestra di farro e tortino funghi e ricotta. Un pasto giusto, che ha ripulito un po' lo stomaco, dopo decine di fette di salumi pregiati e il pollo al Chianti e il peposo. anch'esso al Chianti (non sapete cos'è il peposo? Beh, è carne tenerissima, friabile, ottenuta dalla cottura di muscolo di zampa, con erbe aromatiche e, ovviamente, pepe e vino rosso del Chianti).
Mi metto giù per dormire, mentre la nave ondeggia piano. Ascolto il soffio incessante della bocchetta dell'aria in cabina, e penso all'Inghilterra, lontana più che mai (oggi, domani, o comunque in questi giorni, Eli tornerà in Sud America, senza essersi fatta più sentire. Peccato, un po' ci speravo ancora). Il sonno poi, finalmente, arriva.
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inserito il 04/05/2015
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