Cumpleaños feliz
Ieri ho compiuto gli anni, un'altra volta... sta diventando quasi un'abitudine, dovrei darmi una calmata!
Per la prima volta, mi è successo in tour. E devo dire che la giornata è stata assolutamente positiva. Cominciata a mezzanotte ed un minuto, quando nel calore della mia stanza d'albergo a Puno, con vista sulle luci della città riflesse nelle acque del lago Titicaca, ho scartato il pacchetto che mi era stato consegnato dalla donna che più o meno (non per nostra poca volontà, ma per abbastanza ovvie motivazioni lavorative) frequento da un mesetto circa (anzi, da un mese preciso: in effetti, ieri era il nostro primo mesiversario - si dirà così? -, quindi il regalo era doppiamente gradito). Dentro l'involto, miracolosamente sopravvissuto nel mio zaino, c'era un piccolo simpatico porcellino d'india intagliato nel legno, con un anello metallico attaccato al posteriore che lo rende, inequivocabilmente, un portachiavi. Perché un porcellino d'india, che da queste parti sulle Ande si chiama "cuy" e come sapete fa parte delle prelibatezze della cucina locale, è motivo che a voi non sarà dato sapere (come anche maggiori dettagli sulla summenzionata, ché al momento sono ancora coperti dal segreto istruttorio); ma il piccolo, che non ha ancora un nome, è andato subito a fare compagnia a Pecurì e Schitto, le mie due mascotte (una pecorella ed un pipistrello) che viaggiano sempre con me in una tasca del mio zainetto.
Scartato il regalo, e ringraziata per e-mail la donatrice, sono andato a letto, ma sarà stata l'altitudine sarà stata la voglia di sbirciare sotto l'albero (pardon, nel computer), mi son svegliato verso le 7 ed ho "scartato" con piacere alcuni messaggi belli pronti nella mia casella di posta elettronica.
Poi, ovviamente, il lavoro: colazione con i miei quattro clienti, mentre il sole tentava di squarciare la fitta coltre di nubi presente sul lago, e poi escursione alle isole galleggianti degli Uro, con l'amico Jorge, la miglior guida che conosca da queste parti. La stagione è bassa ora, e l'ennesimo sciopero con blocco stradale al confine boliviano riduce ancora di più il numero di turisti, quindi la navigazione è stata tranquilla e privata, e ci ha fatto sentire sovrani del lago. Gli Uro dell'isola che ci è stata assegnata sono stati abbastanza simpatici e molto disponibili, anche se come al solito al termine hanno tentato in tutti i modi di vendere un pò di souvenir (e mi dispiace, signora mia, ma la federa per il cuscino non gliela compro, perché non mi serve e perché me la vuole vendere al doppio del prezzo a cui la trovo sulla terraferma); abbiamo persino fatto un giretto su uno dei loro "catamarani" fatti di canne "totora", e James ed io ci siamo messi ai remi riscuotendo un discreto successo.
Ritornati a Puno, abbiamo fatto un giretto per il mercato e poi per il centro città, assistendo ad una delle tante parate che qua spuntano come funghi, e poi mangiando qualcosa in un buon ristorante sulla Plaza de Armas, il Mojsa. Alle 14, puntuale, Jorge è ritornato con il veicolo che ci avrebbe portato a Sillustani. Dato che le ultime due volte che ci ero andato aveva piovuto e persino grandinato (vedere filmato su YouTube per credere), e che dense nubi si stagliavano all'orizzonte, ero un pò preoccupato al riguardo, ed avevo preavvertito i miei viaggiatori di portarsi abbondante attrezzatura antipioggia; ma nulla poteva andare storto il giorno del mio compleanno, ovviamente, e quando siamo arrivati un'ottimo sole ci ha fatto compagnia per tutta la visita, rendendo ancora più magiche le torri funerarie dei Colla. Intorno a noi, un gruppo di studenti di una scuola d'arte era intento a ritrarre su tela il panorama da tutti i possibili punti di vista, mentre un falco si librava in cielo stabile, pronto a cogliere il minimo movimento sul terreno per piombare sulla possibile preda.
Una visita ad una famiglia locale, per scoprire come vivono i contadini da queste parti, con le loro strane superstizioni, quale quella di mettere un copertone di motocicletta sul tetto di paglia della casa per tenere lontani i fulmini, ed i loro deliziosi formaggi e patate accompagnate da una salsa che sembra fango, odora come fango, si spalma come fango e, infatti, è fango (ma buono... lo so, non mi crederete, ma lo è davvero!); e, poi, un nuovo ritorno a Puno.
Mentre i miei passeggeri si rilassano, mi occupo del check-in per il volo dell'indomani, e poi mi dedico ad aprire altre e-mail. Manca, un po', il desiderato messaggio vergato dai miei due nipotastri, ma suppongo avessero altre più bambinesche incombenze che hanno richiesto la loro attenzione; però ce ne sono molti altri, qualcuno di persone che non sentivo più da qualche anno, qualche altro da amici ed amiche con i quali sono sempre in contatto. La palma del più inventivo va sicuramente alla "sacra" famiglia Cattani, di cui mi pregio agevolare una foto (come dice Max, va interpretata... io ci ho messo qualche secondo, ma solo grazie ad anni di allenamento con la Settimana Enigmistica).
Poi, la cena, preceduta dall'ennesimo "pisco sour" (e per fortuna che a queste altitudini bisognerebbe moderarsi, con l'alcool); ne bevo uno anch'io, tanto il bicchiere è mignon e la quantità di schiuma d'uovo lo rende abbastanza innocuo per un astemione come me. Buona cena, come sempre nell'hotel Posada del Inca, e comunque le alternative sono poche, visto che per insondabili motivi della psiche umana la domenica tutti i ristoranti di Puno sono chiusi... Buona cena, quindi, e buona conversazione, ora che dopo nove giorni di tour le due coppie di viaggiatori si sono amalgamate per benino (e gli conviene, visto che passeranno 5 giorni assieme in barca alle Galapagos!). E, quando io credo che sia terminata, le luci si abbassano, e una torta magicamente compare mentre tutti mi cantano buon compleanno (in inglese, in spagnolo, persino in portoghese visto che un gruppetto di brasiliani sta anch'esso cenando nel ristorante): i miei clienti mi hanno fatto la sorpresona, io davvero non me l'aspettavo, sono riusciti a fregarmi! Panna e cioccolata, il mio nome (scritto in modo corretto) in cima, un cigno di cioccolata a sorvegliare l'unica amarena presente... ovviamente ce la sbafiamo, io più di tutti, sotto uno sguardo leggermente atterrito di James che non pensava potesse entrarmi tanta torta :)
Spazzolate anche le ultime briciole, torniamo alle camere, e qui ho due belle conversazioni via Skype con la mia donna misteriosa e poi con mio cugino Marco Broll, discreto viaggiatore anche lui, in questo momento a Sochi per preparare le olimpiadi invernali (no, non è un atleta, ma un organizzatore di eventi, ed è il responsabile dello stadio principale... 'stica!, direte voi, e sono d'accordo, non è mica un bau-bau micio-micio qualunque).
Direi che non posso proprio lamentarmi della giornata, no?!
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Commenti
http://crafttime.blogspot.it/2013/12/auguri-da-lontano-iii-domenica-di.html
Per la donna misteriosa... beh, qualche indizio l'ho messo insieme, ma sarebbe opportuno tu dicessi di più, giusto per i segnaposto nella tavola di Natale :-)
Cmq grazie, auguri ben graditi; ecco, magari se mi avvertivi invece di aspettare che andassi a visitare il tuo blog, non facevo la figura del cioccolataio ingrato via web...
Indizi? Ovvio che ne ho seminati un po', poi sta a chi è lesto coglierli e trovare la soluzione del rompicapo...
Felicitazioni dunque e buon per te che il genetliaco sia stato momento positivo; la felicità non è mai troppa.
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Informazioni
inserito il 16/12/2013
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