Un senso di dejavu mi prende, mentre salgo sul ponte dell'enorme traghetto che sta riportando in Italia me ed un furgone carico di biciclette ed altri accessori, alla fine del tour più lungo che abbia fatto fino ad ora. Riguarda me, e non la bestia blu nascosta nel ventre della balena, tranquilla con il suo carico ormai immoto dopo migliaia di chilometri sulle strade di mezza Europa...

L'ultima volta che tornavo dalla Grecia è stata alcuni anni fa, al termine di un viaggio/vacanza di quelli che ti diverti, impari, ami. Tempi più saccopelistici, quelli, con le corse fatte per appropriarti  del posto migliore (leggi: più riparato) sul ponte scoperto alle intemperie, al fumo dei camini ed alle stelle. Questa volta no, hai un posto prenotato in una cabina e, quando sali a bordo ti va di lusso perché c'è solo un altro occupante e quindi vi godrete un pò di spazio extra...

I timori erano tutti per il piede, salito qualche giorno fa alla ribalta e non ancora scesovi: ce l'avrebbe fatta a reggere lo stress dell'attraversamento della Grecia, o avrebbe dovuto alzare bandiera bianca e tu con esso? Quello che non sapevamo, il mio piede sinistro ed io, era dell'esistenza di una autostrada nuova di pacca, che collega il confine turco con il mare Adriatico... Non so dove abbiano preso i soldi per costruirla, i greci, ma è davvero un piacere corrervi sopra, centinaia di chilometri di asfalto nuovissimo, mentre il mare e poi le montagne elleniche ti scorrono a fianco...