Una scusa per uscire
Il tour Jacana è finito da qualche giorno, con una percentuale di perdite pari a 0 (viste le premesse, con malattie varie che hanno assalito tutti i partecipanti, direi che è un ottimo risultato) e un alto tasso di gradimento; le due cose, ovviamente, mi fanno piacere. Non è stato facile, anzi in vari momenti è stata dura, quindi la soddisfazione è ancora maggiore. Come la stanchezza. Non per niente, me ne sono stato silente per alcuni giorni, mentre recuperavo le forze a Lima, ospite di un caro amico italiano, Daniele detto "santamaria" per distinguerlo dal sottoscritto, che un paio di anni fa si è innamorato di una ragazza peruviana (conosciuta, lo so che non ci crederete, via Facebook), ha mollato tutto per venirsene qui a stare con lei e se l’è pure sposata; ora aspettano un bimbo, che nascerà tra alcune settimane, e nel frattempo mi danno rifugio.
Non che disturbi molto, sia chiaro: loro lavorano quasi tutto il giorno, ed io me ne sono rimasto in casa loro per ore a compilare i rapporti di fine tour e, soprattutto, ad organizzare i prossimi due, che mi vedranno prima in Ecuador e poi in Cile ed Argentina. E dormire un po’, anche se i rumori del condominio ma, soprattutto, la forte luce del mattino, che entra dalla finestra senza scuri nonostante il mio bieco tentativo di usare il mio asciugamanone come tenda, non mi fanno tirare molto tardi... è che la voglia di uscire non è molta, qui è estate ma l’uggiosità che arriva dal vicino Oceano Pacifico non è che inviti proprio alle scampagnate (anche se questa domenica mi sono aggregato ad un gruppo di CouchSurfing - siano lodi all’organizzatore Alessandro - per una passeggiata lungo le spiagge, culminata nell’attesa del tramonto su dei bei terrazzamenti nel quartiere di Barranco e, poi, una cena a base di specialità locali all’interno di un parcheggio, dove ogni giorno festivo una serie di cucinieri predispongono i loro banchetti e vendono cose deliziose a prezzi popolari.
Ho bisogno di trovare delle scuse per uscire, insomma, ché se no restare in casa di Daniele e Vanessa a digitare sulla tastiera e a fare la guardia al loro scontroso pappagallino non risulta essere una cosa così malvagia... un giorno ho quindi deciso di far fare il bucato (invece di usufruire dell’enorme lavatrice dei miei amici, che era vuota e con le mie poche cose si buttava via tanta acqua per niente), un altro sono andato a fare delle stampe che mi servivano per il lavoro, oggi sono andato alla vana ricerca di un paio di scarpe da ginnastica della mia misura (come detto, vanamente: in un paese in cui l’altezza media è "basso", e dove devo viaggiare nei piccoli pulmini con la schiena più reclinata di quella di Andreotti, la misura massima per le calzature da maschio adulto è 43); una sera li ho invitati al ristorante e abbiamo provato le "causa" (piatti a base di pasticcio di patate, con ingredienti vari che vanno dal tutto-misto-mare agli asparagi), chiamate così perchè venivano preparate e mangiate durante la guerra di indipendenza a "causa" della guerra stessa (mi ricorda un po’ la storia degli spaghetti alla carbonara, o almeno la storia che racconto io), un’altra siamo andati a mangiare la pizza (niente male, anche se estremamente secca) e un’altra ancora al cinema, a vedere "Vita di Pi" di Ang Lee, che devo dire è riuscito a ricreare molto bene lo spirito del libro, che avevo letto anni fa proprio mentre viaggiavo in questi paesi.
E, come per il libro, il mio essere qui ora è come ritornare indietro nel tempo, e quindi cerco di vedere posi che non conosciuto in passato, ma non è facile, perché 1) il Perù l’avevo girato in lungo e in largo, e 2) molti dei posti in cui vorrei andare sono al momento esposti a piogge di una certa intensità (niente di strano: è la stagione giusta, per le piogge). Ho scelto quindi Cajamarca, dove più di 500 anni fa Pizarro riuscì a catturare, con un abile colpo di mano, Atahualpa, ultimo Inca, ponendo fine ad una civiltà che nel giro di un secolo si era espansa in modo quasi inverosimile lungo la spina dorsale del continente; da lì, poi, deciderò, giacché ho una decina di giorni prima di dover tornare qui per il "babyshower" (diosolosacos’è - e qui già mi immagino i commenti delle signore lettrici -, ma mi hanno invitato e non posso mica mancare) del piccolo Nicolas, e ancora tanti luoghi da scoprire...
Ho pubblicato due nuovi filmati nel mio canale: si tratta di una cosina ispirata al film Lo Hobbit, http://www.youtube.com/watch?v=c9TDhEMFR9Y, e della testimonianza del tentativo di una delle mie passeggere, Nicola Broke, di imparare a suonare l'arpa peruviana: http://www.youtube.com/watch?v=sHuWRsQZSgQ
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inserito il 15/01/2013
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