E così, sono partito. Arrivato l’altro giorno a Lublino, in quel di Polonia, con il fido meccanico Scott, ho raggiunto il gruppo che era partito a metà del mese scorso dalla Russia, guidato da Sara e Rick. Sara ed io ci siamo dati il cambio, passandoci le consegne ché lei tornava in Italia e io cominciavo l’avventura. Un bel gruppo numeroso, 18 persone, di cui però uno incidentatosi ancora l’altro giorno e quindi costretto a tornare a casa (in questo caso, Australia) per farsi operare. Pedalano, a quanto pare, ma senza lasciarsi andare a fanatismi, il che per questo tipo di tour è assolutamente importante, pena la pazzia eterna per gli accompagnatori, che si vedono tutti i tempi (già difficili) stravolti.

Oggi la pioggia ci ha battezzato, per fortuna solo nella prima parte dei 100 e passa chilometri che dovevamo percorrere fino a Zamosc (cercatela sulla mappa, zona sud-est dell’immensa pianura polacca!). Rick guidava, io pedalavo, con Seco la nostra guida locale davanti a tutti a cercare di metter giù frecce senza che l’acqua se le portasse via. Enormi quantitativi di campi di tabacco, in fase di raccolta da parte di uomini e donne nei costumi tipici, i primi a staccare e impilare le foglie, le seconde occupate nelle aie a... controllarle? Del luppolo birrifero, invece, che dovevamo vedere a pacchi secondo le indicazioni di Rick, neanche l’ombra o quasi. Bei panorami, anche se alcune strade sono state asfaltate da Mister Magoo e poi rovinate da suo fratello che ci passava sopra col camion. Colazione straabbondante al mattino, due panini al sacco mangiati durante il giorno, stasera con Seco sono andato nella piazza principale di Zamosc a mangiare zuppa e pirogi russi (deliziosi ravioli imbottiti di formaggio) mentre uno spettacolo di luci, suoni e zampilli d’acqua (con qualche inaspettata e deliziosa lingua di fuoco) ci distraeva un po’.

Domani mancheranno solo 22 giorni all’arrivo ad Istanbul.