Sei qui: i miei viaggi » OltreIlGiardino: un giro del mondo in 800 giorni » Venezuela » Bolivar, sempre più in alto
Bolivar, sempre più in alto
Le Ande arrivano anche qui... è impressionante vedere quanto lunga è questa Cordigliera, incontrata tra Cile ed Argentina e poi visitata lungo le spine dorsali di Bolvia, Perù ed Ecuador... ed ora in Venezuela, nella città di Mèrida, capitale dell'omonimo Stato, giri lo sguardo e le vedi stagliarsi ancora lì, alte, con le cime annuvolate.
Mèrida è, apparentemente, un luogo molto appetito dai viaggiatori, per le suddette montagne ma soprattutto per essere un centro di partenza per una serie quasi infinita di attività, dalla visita agli Llanos (una sorta di pampas o far-west di qui) al rafting, dalla escursione lungo i fiumi del bacino di Maracaibo fino al parapendio. Mi ricorda molto Huaraz, in Perù, anche se la presenza qui della ULA (Università delle Ande) rende la città molto più grande e popolata da studenti locali e stranieri, con la conseguente presenza di luoghi economici per alloggiare, mangiare, divertirsi.
Dopo aver posato piede in due "posadas" differenti (la prima era leggermente più costosa e più fredda nella notte), ho perlustrato un pò la zona ed ho incontrato due tipi, un canadese ed un francese (ex-legionario straniero!), con i quali abbiamo deciso di salire per due giorni sui monti. Prima, però, passo il sabato pomeriggio insieme con un gruppo che va a fare parapendio: uno degli organizzatori mi aveva parlato di una gara, ed io ero interessato ad assistere... anche se la gara viene rimandata, riesco comunque a scattare alcune foto dei volatori, prima che le nuvole e la notte si chiudano su di noi immergendoci nella oscurità più completa.
Per l'ascensione, usiamo il metodo classico: la teleferica... Qui a Mèrida c'è la linea teleferica più alta e grande del mondo, le sue successive quattro stazioni ti portano fino a 4700 metri, al Pico Espejo, a due passi dalla cima più alta del Venezuela, il Pico Bolivar (che, giusto nel caso qualcuno potesse dimenticarsi dell'importanza del Libertador da queste parti, ne possiede un busto giusto sulla cima); la gente fa la fila per salire, perché se ha fortuna la vista è eccezionale... Noi abbiamo fortuna, il sole splende alto e i monti intorno a noi si stagliano perfettamente. Ammiriamo estasiati il panorama, e ammiriamo estasiati anche le turiste che a loro volta ci mirano estasiate e ci chiedono di posare insieme a loro nelle foto (!); poi, dopo esserci ascoltati per dieci minuti le ennesime raccomandazioni da parte di uno dei guardaparco (da quando due belgi si sono persi e sono morti su questi monti, ci vanno molto cauti nel concedere permessi di escursionismo ai turisti non accompagnati), cominciamo il nostro cammino di discesa verso Loma Redonda e verso il villaggio de Los Nevados. Il cammino non dovrebbe richiederci più di 6 ore, ma noi decidiamo di tagliare un pò il percorso e questo ci presenta, dopo un po', con uno strapiombo molto ma molto pendente di più di 1000 metri dove fatichiamo a scendere (ulteriore tempo perdiamo quando il canadese lascia cadere il suo zaino per alcune ventine di metri dovendo poi andare a recuperarlo). Arriviamo al sentiero, il canadese è stanco morto, il legionario si carica il suo zaino in spalla e così, accompagnati da un cagnolino incontrato per strada, arriviamo nel buio stellato delle 20 in prossimità di Los Nevados. Il freddo è pungente (e la tenda che noi abbiamo affittato è veramente una ciofeca, ma non ce n'erano altre disponibili), ceniamo in fretta e poi ci infiliamo nei saccoletti a dormire.
Il mattino ha il sole in bocca, e dopo un lento risveglio scendiamo gli ultimi 2-3 chilometri fino al villaggio, dove aspettiamo che una camionetta 4x4 ci porti in 5 ore lungo una strada che non consiglierei neppure al mio peggior nemico fino a Mèrida (il canadese, arrancando lentamente, arriva in tempo per saltare - per così dire - nell'ultimo posto disponibile della jeep già col motore accesso; noi avevamo cinicamente già deciso di abbandonarlo al suo destino, non volendo restare bloccati nel villaggio nel caso fosse stato quello l'ultimo trasporto utile).
Arrivato di nuovo in città, tranquillizzo Patty (la colombiana gentilissima, proprietaria del mio alloggio) sulla mia sopravvivenza, e mi metto in moto per cercare altre info su una nuova escursione che vorrei fare...
Mèrida è, apparentemente, un luogo molto appetito dai viaggiatori, per le suddette montagne ma soprattutto per essere un centro di partenza per una serie quasi infinita di attività, dalla visita agli Llanos (una sorta di pampas o far-west di qui) al rafting, dalla escursione lungo i fiumi del bacino di Maracaibo fino al parapendio. Mi ricorda molto Huaraz, in Perù, anche se la presenza qui della ULA (Università delle Ande) rende la città molto più grande e popolata da studenti locali e stranieri, con la conseguente presenza di luoghi economici per alloggiare, mangiare, divertirsi.
Dopo aver posato piede in due "posadas" differenti (la prima era leggermente più costosa e più fredda nella notte), ho perlustrato un pò la zona ed ho incontrato due tipi, un canadese ed un francese (ex-legionario straniero!), con i quali abbiamo deciso di salire per due giorni sui monti. Prima, però, passo il sabato pomeriggio insieme con un gruppo che va a fare parapendio: uno degli organizzatori mi aveva parlato di una gara, ed io ero interessato ad assistere... anche se la gara viene rimandata, riesco comunque a scattare alcune foto dei volatori, prima che le nuvole e la notte si chiudano su di noi immergendoci nella oscurità più completa.
Per l'ascensione, usiamo il metodo classico: la teleferica... Qui a Mèrida c'è la linea teleferica più alta e grande del mondo, le sue successive quattro stazioni ti portano fino a 4700 metri, al Pico Espejo, a due passi dalla cima più alta del Venezuela, il Pico Bolivar (che, giusto nel caso qualcuno potesse dimenticarsi dell'importanza del Libertador da queste parti, ne possiede un busto giusto sulla cima); la gente fa la fila per salire, perché se ha fortuna la vista è eccezionale... Noi abbiamo fortuna, il sole splende alto e i monti intorno a noi si stagliano perfettamente. Ammiriamo estasiati il panorama, e ammiriamo estasiati anche le turiste che a loro volta ci mirano estasiate e ci chiedono di posare insieme a loro nelle foto (!); poi, dopo esserci ascoltati per dieci minuti le ennesime raccomandazioni da parte di uno dei guardaparco (da quando due belgi si sono persi e sono morti su questi monti, ci vanno molto cauti nel concedere permessi di escursionismo ai turisti non accompagnati), cominciamo il nostro cammino di discesa verso Loma Redonda e verso il villaggio de Los Nevados. Il cammino non dovrebbe richiederci più di 6 ore, ma noi decidiamo di tagliare un pò il percorso e questo ci presenta, dopo un po', con uno strapiombo molto ma molto pendente di più di 1000 metri dove fatichiamo a scendere (ulteriore tempo perdiamo quando il canadese lascia cadere il suo zaino per alcune ventine di metri dovendo poi andare a recuperarlo). Arriviamo al sentiero, il canadese è stanco morto, il legionario si carica il suo zaino in spalla e così, accompagnati da un cagnolino incontrato per strada, arriviamo nel buio stellato delle 20 in prossimità di Los Nevados. Il freddo è pungente (e la tenda che noi abbiamo affittato è veramente una ciofeca, ma non ce n'erano altre disponibili), ceniamo in fretta e poi ci infiliamo nei saccoletti a dormire.
Il mattino ha il sole in bocca, e dopo un lento risveglio scendiamo gli ultimi 2-3 chilometri fino al villaggio, dove aspettiamo che una camionetta 4x4 ci porti in 5 ore lungo una strada che non consiglierei neppure al mio peggior nemico fino a Mèrida (il canadese, arrancando lentamente, arriva in tempo per saltare - per così dire - nell'ultimo posto disponibile della jeep già col motore accesso; noi avevamo cinicamente già deciso di abbandonarlo al suo destino, non volendo restare bloccati nel villaggio nel caso fosse stato quello l'ultimo trasporto utile).
Arrivato di nuovo in città, tranquillizzo Patty (la colombiana gentilissima, proprietaria del mio alloggio) sulla mia sopravvivenza, e mi metto in moto per cercare altre info su una nuova escursione che vorrei fare...
Racconti che potrebbero interessarti
Lascia un tuo commento
Informazioni
inserito il 23/05/2006
visualizzato: 2934 volte
commentato: 0 volte
totale racconti: 562
totale visualizzazioni: 1435670
Cerca nel diario
Cerca tra i racconti di viaggio pubblicati nel diario di bordo:
Ultime destinazioni
Racconti più recenti
- Sequoie secolari e vite corte come fiammiferi accesi
- Ponti e isole che compaiono dalla nebbia
- Chi l'ha (il) visto?
- Incontri d'anime grandi e piccole in India
- Hampi, imprevisto del percorso
Racconti più letti
- Storie di corna
- La mafia del fiore rosso
- Pulau Penang, ultima tappa
- I 5 sensi
- In missione per conto di Io
Racconti più commentati
- E dagli col tecnico berico dal cuore spezzato... (15)
- In missione per conto di Io (14)
- Sono zia!!! (12)
- 4 righe da Tumbes (10)
- Aspettando il puma (ed il condor, e il guanaco) (10)
Ultimi commenti
- massielena su Sequoie secolari e vite corte come fiammiferi accesi
- Mariagrazia su Fare le cose in grande
- Mariagrazia su Grandi masse rosse
- Massielena su Fare le cose in grande
- Daniele su Fare le cose in grande
Tag del diario di bordo
Aguas Calientes
Ajanta
Amalfi
Amazzonia
Ambato
Andahuaylillas
Angra dos Reis
Arequipa
Assisi
Asunción
Aurangabad
Baia Mare
Balau Lac
Bassin Bleu
Bassin Zim
Bellagio
Bishkek
Bocas del Toro
Bogotà
Bologna
Bonito
Boquete
Buenos Aires
Buzios
Bwindi
Cajamarca
California
Camaguey
Campeche
Campulung
Cancun
Cannes
canyon del Colca
Cap-Haïtien
Cartagena
Cayo Las Brujas
Cernobbio
Chaa Creek
Chapada Diamantina
Chiapa de Corzo
Chiavari
Chichen Itzà
Chichicastenango
Chiloe
Chivay
Cienfuegos
Città del Guatemala
Città del Messico
Cluj Napoca
Copacabana
Copán
Copán Ruinas
Costa Azzurra
Costiera Amalfitana
Cuenca
Curitiba
Cusco
Dubai
Dukla
Dunhuang
Dushanbe
El Calafate
El Chaltén
El Tajin
Ellora
Entebbe
ExPlus
Fan Mountains
fiume Pacuare
fiume Tambopata
Florianopolis
Foz do Iguaçu
GCC
Gilroy
Goa
Granada
Grand Circle
Guayaquil
Hampi
Huamachuco
Humenne
Igoumenitsa
Iguaçu
Iguazu
Ilha Grande
India
Ingapirca
Interlaken
Isla Colon
Isla del Sol
Isla Mujeres
Istanbul
Jacmel
Jaiyuguan
JLA
Joya de Ceren
Kampala
Kashgar
Khodjent
Kibale
Koch Kor
Kokand
Kumkoy
La Antigua Guatemala
La Havana
La Paz
lago di Como
lago Maggiore
lago Nicaragua
lago Song-Kol
lago Titicaca
lago Yojoa
lake Mburo
Leon
Lima
Livingston
Livorno
Londra
Lublin
Lucca
Macerata
Machu Picchu
Madaba
Madrid
Madurai
Majorda
Managua
Manaus
Mar Nero
Margilon
Mérida
Mesilla
Milano
Momostenango
Monaco
Monte Alban
Mumbai
Murchison Falls
Mutianyu
Mysore
Nashik Road
Nice
Nyjrbator
Oaxaca
Old Goa
Ometepe
Omoa
Osh
Otavalo
Pacaya
Palenque
Panajachel
Panamà
Papantla
Paratì
Patagonia
Pechino
Pelourinho
Península Valdés
Petra
Pisac
Port Au Prince
Portoferraio
Potosì
Poza Rica
Pucon
Puebla
Puerto Madryn
Puerto Maldonado
Puerto Natales
Puerto Piramides
Puerto Varas
Puno
Punta Arenas
Quetzaltenango
Quito
Rang
Raqchi
Ravello
Recanati
Reedley
Rio de Janeiro
Rio Dulce
Riobamba
Roma
Ruse
salar
Salvador da Bahia
Samarcanda
San Agustin
San Blas
San Cristobal de las Casas
San Francisco
San Francisco El Alto
San Ignacio
San José
San Juan
San Marcos La Laguna
San Pedro
San Pedro de Atacama
San Pedro La Laguna
Santa Barbara
Santa Caterina
Santa Clara
Santa Elena de Monteverde
Santa Margherita Ligure
Santiago
Santiago Atitlan
Santiaguito
Sarospatak
Sary Tash
Seno Otway
Sequoia National Park
Shobak
Sighisoara
Sillustani
Siloli
Sololà
Sorrento
Stresa
Sucre
Sud America
Sumidero
Tambo Machay
Targu Mures
Tash Rabat
Taulabé
Tegucigalpa
Tiahuanaco
Tierra del Fuego
Tikal
torre di Burana
Torres del Paine
Transfagarasan
Trinidad
Trujillo
Tucan Travel
Turpan
Urbino
Urumqi
USA
Ushuaia
Uxmal
Uyuni
Vaduz
Vagabondo
Valdivia
Valle de Elqui
Valle di Fergana
Valparaiso
Veliko Tarnovo
Venezia
Viejo Palmar
Vila do Abraão
Viña del Mar
Viñales
Vize
Wild Frontiers
Xian
Yambol
Zamosc
Ziwa Rhino Sanctuary