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Viaggio clandestino
Passato il fiume, arrivo a Saint George, ridente villaggetto (che c'avrà da ridere poi onestamente non lo capisco, ma si sa che i francesi...) dove delle guardie particolarmente idiote della gendarmerie mi chiedono come sono arrivato lì. "Dal Brasile", rispondo. "E in Brasile, da dove è arrivato?", e così via, risalendo a ritroso nel tempo lungo il mio itinerario fino al momento in cui si rendono conto che io, in quanto italiano e de facto cittadino dell'UE non ho bisogno di visti per entrare in territorio francese, seppure d'oltremare...
Non paiono esserci mezzi di trasporto pubblico ufficiali, in Guiana; solo minivan e taxi, i primi leggermente più affollati ed economici dei secondi. Mi ritrovo a bordo d'uno di essi per raggiungere la capitale, La Cayenne; i miei compagni di viaggio sono due coppie, di colori misti tendenti allo scuro, e una signora che deve arrivare all'aeroporto per prendere il volo regalatole dai suoi fratelli residenti in Francia; alla guida, NapoOrsoCapo (o uno dei fratelli Jackson, sotto quella zazzera non posso riconoscerlo bene).
Arrivati all'incirca a metà strada, ovvero all'altezza di Regina, una parte dei viaggiatori vengono scaricati in un boschetto in tutta fretta e noi ci ritroviamo seduti ad una tavola nel giardino della casa della mamma di Napo. Cercando di afferrare e mettere insieme spezzoni di discorso in lingua francese, scopro che gli scaricati sono clandestini (brasiliani) che entrano in Guiana senza documenti... Napo pare allibito (ma a chi vuoi contarla?), e dice che non vuole correre un rischio simile per i soli miseri 40 euri che ognuno dovrebbe pagare (per un percorso di circa due ore e mezza!), e che quindi, nell'ipotesi che la pattuglia di poliziotti che ora stanno aspettando al varco presso il ponte giusto dopo Regina se ne vada, lui non ha intenzione di continuare il percorso per meno di 100 euri a cranio (!!!)... dopo due tentativi andati a vuoto, io decido di sganciarmi dal gruppo e raggiungo la strada principale, dove facendo l'autostop ottengo un passaggio da due tipi su di un furgone... dalla padella nella brace: i due tipi, specie l'autista, sono brilli per le troppe birre scolate, e la corsa pazza continua (su di una strada tagliata col coltello dai legionari francesi attreverso dune di argilla rossissima) al suono di circa 180 decibel che provengono dalla cassa posteriore del furgone... quando finalmente facciamo testa-coda (perché, avevate dubbi? io no), io sbianco come Casper nei suoi migliori momenti di opacità, ma devo dire che anche gli altri due decidono di darsi una piccola regolatina (ergo: ridurre la velocità di circa 5 km/h).
Nonostante tutto, arriviamo a Cayenne all'imbrunire, sani e salvi. Io offro una bibita a tutti i sopravvissuti (molto più economica che gli iniziali previsti 40 euri), e salutatili faccio conoscenza con la cosa più tipica della Guiana francese: i prezzi pazzi.
Non paiono esserci mezzi di trasporto pubblico ufficiali, in Guiana; solo minivan e taxi, i primi leggermente più affollati ed economici dei secondi. Mi ritrovo a bordo d'uno di essi per raggiungere la capitale, La Cayenne; i miei compagni di viaggio sono due coppie, di colori misti tendenti allo scuro, e una signora che deve arrivare all'aeroporto per prendere il volo regalatole dai suoi fratelli residenti in Francia; alla guida, NapoOrsoCapo (o uno dei fratelli Jackson, sotto quella zazzera non posso riconoscerlo bene).
Arrivati all'incirca a metà strada, ovvero all'altezza di Regina, una parte dei viaggiatori vengono scaricati in un boschetto in tutta fretta e noi ci ritroviamo seduti ad una tavola nel giardino della casa della mamma di Napo. Cercando di afferrare e mettere insieme spezzoni di discorso in lingua francese, scopro che gli scaricati sono clandestini (brasiliani) che entrano in Guiana senza documenti... Napo pare allibito (ma a chi vuoi contarla?), e dice che non vuole correre un rischio simile per i soli miseri 40 euri che ognuno dovrebbe pagare (per un percorso di circa due ore e mezza!), e che quindi, nell'ipotesi che la pattuglia di poliziotti che ora stanno aspettando al varco presso il ponte giusto dopo Regina se ne vada, lui non ha intenzione di continuare il percorso per meno di 100 euri a cranio (!!!)... dopo due tentativi andati a vuoto, io decido di sganciarmi dal gruppo e raggiungo la strada principale, dove facendo l'autostop ottengo un passaggio da due tipi su di un furgone... dalla padella nella brace: i due tipi, specie l'autista, sono brilli per le troppe birre scolate, e la corsa pazza continua (su di una strada tagliata col coltello dai legionari francesi attreverso dune di argilla rossissima) al suono di circa 180 decibel che provengono dalla cassa posteriore del furgone... quando finalmente facciamo testa-coda (perché, avevate dubbi? io no), io sbianco come Casper nei suoi migliori momenti di opacità, ma devo dire che anche gli altri due decidono di darsi una piccola regolatina (ergo: ridurre la velocità di circa 5 km/h).
Nonostante tutto, arriviamo a Cayenne all'imbrunire, sani e salvi. Io offro una bibita a tutti i sopravvissuti (molto più economica che gli iniziali previsti 40 euri), e salutatili faccio conoscenza con la cosa più tipica della Guiana francese: i prezzi pazzi.
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inserito il 15/04/2006
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