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Sia fuori che dentro (in ricordo di Tiziano)
A un anno dalla scomparsa di Tiziano Terzani, il suo messaggio di pace è più che mai attuale. A me, come viaggiatore, i suoi racconti e messaggi piacciono. Quello che segue è un omaggio a TT, scritto da Massimo De Martino (curatore del sito dedicato a TT) per il sito PeaceReporter.Net... buona i(n)spirazione!
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Tiziano, prima di iniziare a scrivere libri, era già stato avvocato, venditore di macchine da scrivere, grandissimo reporter dall'oriente. Le chiavi di volta che fecero cambiare il suo modo di scrivere furono la Malattia (che dopo sette anni se l'è portato via esattamente un anno fa) e gli attentati dell'undici settembre. La prima lo aveva portato a compiere un viaggio, durato sette anni, all'interno di se stesso e delle "cure alternative". L'undici settembre (e la delirante lettera della Fallaci che seguì) lo portarono a diventare il "kamikaze della pace".
Tiziano vedeva in quell'orribile atto un punto di svolta, un'opportunità per l'umanità di riprendere in mano le sorti del pianeta e guidarlo verso un futuro di pace perché, come amava ripetere, "la guerra si combatte con l'amore". Per questo passò buona parte del 2002 girando l'Italia nelle piazze, nelle scuole, nelle carceri e nelle università per presentare le sue "Lettere contro la Guerra", libro attualissimo nonostante siano passati ormai tre anni dalla pubblicazione. Tiziano aveva visto gli orrori della guerra in Vietnam, in Cambogia, in tutto l'Oriente. Ora voleva diventare uno strumento di pace.
Il libro divenne un caso perché, sebbene fosse un libro "difficile" per gli argomenti che trattava in quel momento (è molto più facile odiare che amare), fu un bestseller e divenne anche un long-seller. Tiziano lo fece tradurre in inglese, tentando di farlo arrivare negli Stati Uniti ed in Gran Bretagna, ma gli editori "storici" inglesi e americani rifiutarono il libro: era un momento difficile per far sentire voci fuori dal coro; tutti giravano negli Stati Uniti con le bandierine sui finestrini, tutti si stringevano intorno a Bush. Ogni forma di pensiero alternativa all'ideologia della guerra doveva essere allontanata. Pertanto Tiziano decise di rendere disponibile il suo libro "Letters against the war" sul nostro sito Internet. Tiziano era un sognatore. Come molti grandi personaggi, incompresi nel proprio momento storico, era considerato un utopista.
La newsletter legata al sito aumentava in maniera esponenziale: tutti facevano domande, volevano sapere di più di questo Terzani. Il sito pertanto venne rifatto una prima volta, e poi di nuovo alla fine del 2004. Insieme al sito cresceva il "popolo di Terzani", un gruppo di persone che si riconoscono nei suoi ideali di pace e che dal settembre 2004 si spostano in giro per l'Italia per ritrovarsi insieme a vedere "Anam, il senzanome. L'ultima intervista a Tiziano Terzani", uno splendido documento che è il suo testamento spirituale.
Da allora a oggi sono state effettuate circa 60 proiezioni gratuite di Anam in giro per l'Italia per un totale di oltre 9.000 spettatori. Quasi ovunque le sale erano e sono piene di persone interessate ad approfondire, a capire chi si celasse dietro quel look da santone indiano. Dietro quella barba da Babbo Natale stava un uomo curiosissimo e con tanta voglia di vivere e di divertirsi. Non di certo un guru ma, al contrario, un uomo che con la propria esperienza di vita e di malattia è stato in grado di indicare dove, sulla strada della vita, stanno le buche.
Dopo la morte di Tiziano le iniziative per ricordarlo si sono moltiplicate, come gli iscritti alla newsletter e gli articoli sul forum Internet a lui dedicato che raccoglie oltre ottomila interventi. Alle proiezioni di Anam incontro moltissime "brave persone". È un termine desueto, lo usavano i nonni, ma inquadra a perfezione il bacino di coloro che hanno voglia di non fermarsi a ciò che si vede in tv, in superficie, all'odio motivato con la religione o con la supponenza di far parte di una "civiltà superiore"; ma che vogliono capire, scoprire, conoscere ciò che un "grande vecchio" può dare e dire loro. A tutti questi spettatori e a me Tiziano manca molto. Ma mettendo in pratica la frase che chiude "Lettere contro la guerra", possiamo ancora credere che un mondo migliore sia possibile, onorando così la sua persona ed il suo impegno per la pace: "Visti dal punto di vista del futuro, questi sono ancora i giorni in cui è possibile fare qualcosa. Facciamolo! A volte ognuno per conto suo, a volte tutti insieme. Questa è una buona occasione. Il cammino è lungo e spesso ancora tutto da inventare. Ma preferiamo quello dell'abbruttimento che ci sta dinanzi? O quello, più breve, della nostra estinzione? Allora: Buon Viaggio! Sia fuori che dentro.">>
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Tiziano, prima di iniziare a scrivere libri, era già stato avvocato, venditore di macchine da scrivere, grandissimo reporter dall'oriente. Le chiavi di volta che fecero cambiare il suo modo di scrivere furono la Malattia (che dopo sette anni se l'è portato via esattamente un anno fa) e gli attentati dell'undici settembre. La prima lo aveva portato a compiere un viaggio, durato sette anni, all'interno di se stesso e delle "cure alternative". L'undici settembre (e la delirante lettera della Fallaci che seguì) lo portarono a diventare il "kamikaze della pace".
Tiziano vedeva in quell'orribile atto un punto di svolta, un'opportunità per l'umanità di riprendere in mano le sorti del pianeta e guidarlo verso un futuro di pace perché, come amava ripetere, "la guerra si combatte con l'amore". Per questo passò buona parte del 2002 girando l'Italia nelle piazze, nelle scuole, nelle carceri e nelle università per presentare le sue "Lettere contro la Guerra", libro attualissimo nonostante siano passati ormai tre anni dalla pubblicazione. Tiziano aveva visto gli orrori della guerra in Vietnam, in Cambogia, in tutto l'Oriente. Ora voleva diventare uno strumento di pace.
Il libro divenne un caso perché, sebbene fosse un libro "difficile" per gli argomenti che trattava in quel momento (è molto più facile odiare che amare), fu un bestseller e divenne anche un long-seller. Tiziano lo fece tradurre in inglese, tentando di farlo arrivare negli Stati Uniti ed in Gran Bretagna, ma gli editori "storici" inglesi e americani rifiutarono il libro: era un momento difficile per far sentire voci fuori dal coro; tutti giravano negli Stati Uniti con le bandierine sui finestrini, tutti si stringevano intorno a Bush. Ogni forma di pensiero alternativa all'ideologia della guerra doveva essere allontanata. Pertanto Tiziano decise di rendere disponibile il suo libro "Letters against the war" sul nostro sito Internet. Tiziano era un sognatore. Come molti grandi personaggi, incompresi nel proprio momento storico, era considerato un utopista.
La newsletter legata al sito aumentava in maniera esponenziale: tutti facevano domande, volevano sapere di più di questo Terzani. Il sito pertanto venne rifatto una prima volta, e poi di nuovo alla fine del 2004. Insieme al sito cresceva il "popolo di Terzani", un gruppo di persone che si riconoscono nei suoi ideali di pace e che dal settembre 2004 si spostano in giro per l'Italia per ritrovarsi insieme a vedere "Anam, il senzanome. L'ultima intervista a Tiziano Terzani", uno splendido documento che è il suo testamento spirituale.
Da allora a oggi sono state effettuate circa 60 proiezioni gratuite di Anam in giro per l'Italia per un totale di oltre 9.000 spettatori. Quasi ovunque le sale erano e sono piene di persone interessate ad approfondire, a capire chi si celasse dietro quel look da santone indiano. Dietro quella barba da Babbo Natale stava un uomo curiosissimo e con tanta voglia di vivere e di divertirsi. Non di certo un guru ma, al contrario, un uomo che con la propria esperienza di vita e di malattia è stato in grado di indicare dove, sulla strada della vita, stanno le buche.
Dopo la morte di Tiziano le iniziative per ricordarlo si sono moltiplicate, come gli iscritti alla newsletter e gli articoli sul forum Internet a lui dedicato che raccoglie oltre ottomila interventi. Alle proiezioni di Anam incontro moltissime "brave persone". È un termine desueto, lo usavano i nonni, ma inquadra a perfezione il bacino di coloro che hanno voglia di non fermarsi a ciò che si vede in tv, in superficie, all'odio motivato con la religione o con la supponenza di far parte di una "civiltà superiore"; ma che vogliono capire, scoprire, conoscere ciò che un "grande vecchio" può dare e dire loro. A tutti questi spettatori e a me Tiziano manca molto. Ma mettendo in pratica la frase che chiude "Lettere contro la guerra", possiamo ancora credere che un mondo migliore sia possibile, onorando così la sua persona ed il suo impegno per la pace: "Visti dal punto di vista del futuro, questi sono ancora i giorni in cui è possibile fare qualcosa. Facciamolo! A volte ognuno per conto suo, a volte tutti insieme. Questa è una buona occasione. Il cammino è lungo e spesso ancora tutto da inventare. Ma preferiamo quello dell'abbruttimento che ci sta dinanzi? O quello, più breve, della nostra estinzione? Allora: Buon Viaggio! Sia fuori che dentro.">>
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inserito il 01/08/2005
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