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In missione per conto di Io
"Ho visto la luce"!
... poi, ho ricliccato l'interruttore.
È stata un'esperienza mistica, ma niente come quella che mi sono andato a cercare (perché dire che mi si è parata davanti sarebbe stirare un pò troppo la verità) nella Cuiquitania (fa rima con litania, e non con Lituania, mi raccomando!), regione ad oriente di Santa Cruz de la Sierra ed a pochi passi dal Paranal brasiliano.
La Chiquitania è, a quanto pare, l'unico luogo in cui le missioni fondate e spesso costruite con sudore dai padri gesuiti venuti fin quaggiù dalla lontana Europa (spesso, dalla Germania) sono rimaste in piedi, usate dalla popolazione locale e nei recenti anni restaurate (quale più quale meno, a seconda del denaro disponibile e delle buone intenzioni dei fedeli) al loro precedente splendore. E che splendore! Sono una più bella dell'altra, una più colorata dell'altra: le pareti interne ed esterne decorate con motivi floreali locali o con immagini bibliche, le navate affollate da statue lignee che rappresentano un variegato pantheon di santi (con preferenza per la sacra famiglia e gli arcangeli Michele e Raffaele), e gli altari. Ah, gli altari! Il barocco qui ci va a nozze, intarsi di legnami più o meno pregiati incorniciano dipinti che definire "colorati" è un eufemismo, la funzione iconoblastica (sic!) delle figure appare nella sua estrema chiarezza anche ad un ignorante artistico quale il sottoscritto. E, poi, la musica... i gesuiti iziarono questa tradizione musicale, la musica era un modo per vincere la diffidenza degli autoctoni, e si trasformò in una maniera di onorare il proprio nuovo dio e le proprie vecchie tradizioni: ognuna di queste piccole comunità, perché le cosiddette "missioni" sono tante e tutte distribuite lungo un nastro che al 90 per cento non ha mai visto una goccia d'asfalto, ha il suo coro, qualcuna ha l'orchestrina (o orchestrona), la più fortunata (San Xavier) ha pure una Scuola di Musica, diretta dal maestro cubano Eduardo Silveira Rodriguez (eduarsilver@hotmail.com), che ha prodotto alcuni cd e molti concerti.
Ci si muove lentamente, in questi luoghi. Un pò perché, onestamente, oltre alla piazza quadrata ed alla chiesa che ne domina uno dei lati, rimane poco da vedere (tranne a Concepcion, dove la casa di un ex-Presidente della Repubblica è stata trasformata in museo per esporre i tesori dei secoli passati e per accogliere i laboratori di restauro, dove Milton mi fa da guida spiegandomi come ha appreso l'arte lavorando a fianco dei vari restauratori venuti alla fine dello scorso secolo e come spera di poterla passare a nuovi studenti - questo è un invito aperto a tutte le scuole di restauro italiane, se qualcuno ha agganci passi la notizia per favore); un pò perché ti soffermi a parlare con la gente, o a gustare una bibita ad uno dei banchettini agli angoli delle strade; e, un po', perché fa caldo durante il giorno, e non vale la pena agitarsi troppo (ah, la saggezza dei popoli!). e le strade son terribili, i bus si muovono al ralletantore, e a volte ce n'è solo uno al mattino e se ti fermi per visitare una chiesa ti tocca attendere 7 ore per il seguente...
Così vanno 5 giorni ed un pezzo, dal venerdì quando lascio in bus Santa Cruz, arrivando a San Xavier, con una fugace tappa al sabato pomeriggio a Concepcion, per poi ripartire la domenica notte per San Miguel, poi San Rafael, e infine San Josè, da dove un treno mi riporta alla civiltà. Salto Santa Ana (mia nipote non me ne voglia), per motivi di impossibilità logistico-connettiva (non ci sono bus), e forse mi fermo troppo nella prima meta, ma avevo un invito particolare per un concerto in onore della Console degli USA per la domenica sera, arrangiatomi da Luigi... ah, già, Luigi: italiano de Roma, sposato con una signora boliviana, ha aperto un ristorante che tiene alto il nome della cucina italiana (lo posso dire, perché ci ho mangiato tre volte, e me le sono gustate) e il senso della cortesia e della gentilezza con i compatrioti che si trovano a passare di là. Un pò come Rosita Romanazzi, cuoca provetta figlia di italiani, che manda avanti tra mille difficoltà (ed incomprensioni culinarie: da queste parti la gente si accontenta di "empanadas" e riso...) l'omonima locanda a San Josè (e che sta cercando apprendisti... anche questo è un appello aperto a chi voglia visitare questo paese e apprendere qualcosa, ovviamente non solo cucina italiana!). Sono amici, ora, come Milton e il maestro Eduardo, e con essi ho vissuto un pochettino di questi luoghi in cui la storia si è fermata a quegli uomini arrivati dietro ad una croce.
Ora sono di nuovo a Santa Cruz, ricaricando (ma ne ho bisogno?) le batterie prima di andare a Cochabamba... o, chissà, magari mi fermo lungo la strada, a visitare e a lavorare per qualche giorno nel centro di recupero faunistico Inti Wara Yassi... se sparisco, sapete dove sono!
... poi, ho ricliccato l'interruttore.
È stata un'esperienza mistica, ma niente come quella che mi sono andato a cercare (perché dire che mi si è parata davanti sarebbe stirare un pò troppo la verità) nella Cuiquitania (fa rima con litania, e non con Lituania, mi raccomando!), regione ad oriente di Santa Cruz de la Sierra ed a pochi passi dal Paranal brasiliano.
La Chiquitania è, a quanto pare, l'unico luogo in cui le missioni fondate e spesso costruite con sudore dai padri gesuiti venuti fin quaggiù dalla lontana Europa (spesso, dalla Germania) sono rimaste in piedi, usate dalla popolazione locale e nei recenti anni restaurate (quale più quale meno, a seconda del denaro disponibile e delle buone intenzioni dei fedeli) al loro precedente splendore. E che splendore! Sono una più bella dell'altra, una più colorata dell'altra: le pareti interne ed esterne decorate con motivi floreali locali o con immagini bibliche, le navate affollate da statue lignee che rappresentano un variegato pantheon di santi (con preferenza per la sacra famiglia e gli arcangeli Michele e Raffaele), e gli altari. Ah, gli altari! Il barocco qui ci va a nozze, intarsi di legnami più o meno pregiati incorniciano dipinti che definire "colorati" è un eufemismo, la funzione iconoblastica (sic!) delle figure appare nella sua estrema chiarezza anche ad un ignorante artistico quale il sottoscritto. E, poi, la musica... i gesuiti iziarono questa tradizione musicale, la musica era un modo per vincere la diffidenza degli autoctoni, e si trasformò in una maniera di onorare il proprio nuovo dio e le proprie vecchie tradizioni: ognuna di queste piccole comunità, perché le cosiddette "missioni" sono tante e tutte distribuite lungo un nastro che al 90 per cento non ha mai visto una goccia d'asfalto, ha il suo coro, qualcuna ha l'orchestrina (o orchestrona), la più fortunata (San Xavier) ha pure una Scuola di Musica, diretta dal maestro cubano Eduardo Silveira Rodriguez (eduarsilver@hotmail.com), che ha prodotto alcuni cd e molti concerti.
Ci si muove lentamente, in questi luoghi. Un pò perché, onestamente, oltre alla piazza quadrata ed alla chiesa che ne domina uno dei lati, rimane poco da vedere (tranne a Concepcion, dove la casa di un ex-Presidente della Repubblica è stata trasformata in museo per esporre i tesori dei secoli passati e per accogliere i laboratori di restauro, dove Milton mi fa da guida spiegandomi come ha appreso l'arte lavorando a fianco dei vari restauratori venuti alla fine dello scorso secolo e come spera di poterla passare a nuovi studenti - questo è un invito aperto a tutte le scuole di restauro italiane, se qualcuno ha agganci passi la notizia per favore); un pò perché ti soffermi a parlare con la gente, o a gustare una bibita ad uno dei banchettini agli angoli delle strade; e, un po', perché fa caldo durante il giorno, e non vale la pena agitarsi troppo (ah, la saggezza dei popoli!). e le strade son terribili, i bus si muovono al ralletantore, e a volte ce n'è solo uno al mattino e se ti fermi per visitare una chiesa ti tocca attendere 7 ore per il seguente...
Così vanno 5 giorni ed un pezzo, dal venerdì quando lascio in bus Santa Cruz, arrivando a San Xavier, con una fugace tappa al sabato pomeriggio a Concepcion, per poi ripartire la domenica notte per San Miguel, poi San Rafael, e infine San Josè, da dove un treno mi riporta alla civiltà. Salto Santa Ana (mia nipote non me ne voglia), per motivi di impossibilità logistico-connettiva (non ci sono bus), e forse mi fermo troppo nella prima meta, ma avevo un invito particolare per un concerto in onore della Console degli USA per la domenica sera, arrangiatomi da Luigi... ah, già, Luigi: italiano de Roma, sposato con una signora boliviana, ha aperto un ristorante che tiene alto il nome della cucina italiana (lo posso dire, perché ci ho mangiato tre volte, e me le sono gustate) e il senso della cortesia e della gentilezza con i compatrioti che si trovano a passare di là. Un pò come Rosita Romanazzi, cuoca provetta figlia di italiani, che manda avanti tra mille difficoltà (ed incomprensioni culinarie: da queste parti la gente si accontenta di "empanadas" e riso...) l'omonima locanda a San Josè (e che sta cercando apprendisti... anche questo è un appello aperto a chi voglia visitare questo paese e apprendere qualcosa, ovviamente non solo cucina italiana!). Sono amici, ora, come Milton e il maestro Eduardo, e con essi ho vissuto un pochettino di questi luoghi in cui la storia si è fermata a quegli uomini arrivati dietro ad una croce.
Ora sono di nuovo a Santa Cruz, ricaricando (ma ne ho bisogno?) le batterie prima di andare a Cochabamba... o, chissà, magari mi fermo lungo la strada, a visitare e a lavorare per qualche giorno nel centro di recupero faunistico Inti Wara Yassi... se sparisco, sapete dove sono!
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Commenti
Il giorno 05/05/2005, Jorge Tarducci ha scritto...
Il giorno 05/05/2005, Sergio Debattisti ha scritto...
Il giorno 05/05/2005, Daniele ha scritto...
Animali, a me!
Ok, io ci provo: stanotte scendo dal bus, e vado in questo rifugio per belve feroci. Se non ritorno, sappiate che vi ho amato, o pecore! :-)
p.s.: il web è http://www.intiwarayassi.org/
Ok, io ci provo: stanotte scendo dal bus, e vado in questo rifugio per belve feroci. Se non ritorno, sappiate che vi ho amato, o pecore! :-)
p.s.: il web è http://www.intiwarayassi.org/
Il giorno 05/05/2005, Sergio ha scritto...
Il giorno 06/05/2005, Massielena ha scritto...
Per chi volesse farsi una cultura cinematografica sulle missioni gesuite in sud anerica è illuminante e bellissimo il film Mission con Jeremy Irons e Robert DeNiro, palma d'oro al festival di Cannes anni fa e con una delle più belle colonne sonore che io abbia mai sentito opera di Ennio Morricone.
Nota per Daniele; visto che vai ad affrontare le belve: non potevi mica fare testamento prima e citarmi fra i tuoi eredi?
Nota per Daniele; visto che vai ad affrontare le belve: non potevi mica fare testamento prima e citarmi fra i tuoi eredi?
Il giorno 08/05/2005, Daniele ha scritto...
Il giorno 08/05/2005, Nicola ha scritto...
Il giorno 09/05/2005, Massielena ha scritto...
Il giorno 10/05/2005, Daniele ha scritto...
Il giorno 10/05/2005, Renato ha scritto...
ti ringrazio per gli auguri (sei stato l'unico tra gli amici vicentini a ricordartene !). A Pozzuoli procede tutto bene, Giancarlo sta crescendo, ora cammina, corre,si arrampica, apre e svuota tutti i cassetti, insomma con lui è difficile annoiarsi! Ma complessivamente , rispetto alla media è abbastanza buono, dorme quasi tutta la notte e piange raramente.
Anche Filomena sta bene, anche se è un po stanca: non vediamo l'ora che arrivi giugno per andare in ferie in albergo e riposarci un poco. leggo spesso le tue avventure in giro per il mondo e ti invidio un poco.
Prima o poi hai intenzione di passare anche per il Brasile? Potrei darti qualche consiglio, ricordando i posti dove sono stato anni fa, quando anch'io facevo il giramondo.
Ti mando un saluto affettuoso Renato
Anche Filomena sta bene, anche se è un po stanca: non vediamo l'ora che arrivi giugno per andare in ferie in albergo e riposarci un poco. leggo spesso le tue avventure in giro per il mondo e ti invidio un poco.
Prima o poi hai intenzione di passare anche per il Brasile? Potrei darti qualche consiglio, ricordando i posti dove sono stato anni fa, quando anch'io facevo il giramondo.
Ti mando un saluto affettuoso Renato
Il giorno 10/05/2005, Nicola ha scritto...
Il giorno 12/05/2005, Nicola ha scritto...
allora...tipo....come fai a viaggiare e tenere sempre aggiornato il
sito.
.....come fai a mantenerti durante ei tuoi viaggi?
lavori...?
avrei voglia di afre un bel giretto anch'io dopo la laurea ad ottobre!
ho vissuto a madrid per 1 anno, quindi lo spagnolo lo mastico bene!
sud america o asia......mi piacerebbe girare (fa' quasi rima!).
hai info da darmi su questi paesi?
sito.
.....come fai a mantenerti durante ei tuoi viaggi?
lavori...?
avrei voglia di afre un bel giretto anch'io dopo la laurea ad ottobre!
ho vissuto a madrid per 1 anno, quindi lo spagnolo lo mastico bene!
sud america o asia......mi piacerebbe girare (fa' quasi rima!).
hai info da darmi su questi paesi?
Il giorno 16/05/2005, Claudio Proietti ha scritto...
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Informazioni
inserito il 05/05/2005
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