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Mendoza l'avvinazzata, Tucuman la capitale
Negli ultimi giorni, mi sono ritrasferito in Argentina (povero il mio passaporto...). Prima, però, ho fatto una sosta furtiva: passata la frontiera con il Cile, son zompato giù dal bus e, scarpinando qualche chilometro, sono andato a vedermi dalla laguna Horcones il lato sud dell'Aconcagua, la più alta montagna del mondo dopo quelle himalayane (pensate che per scalarla si impiegano solitamente 11-12 giorni!). Che spettacolo superbo: anche con il sole a picco, e quindi nelle peggiori condizioni per fotografare, quella enorme cima innevata occupa buona parte dell'orizzonte, e tu ti senti piccino picciò...
Mendoza è, in Argentina, la capitale dei vini: per ogni dove, contadini sapienti hanno disseminato la fertile campagna di vigneti dai quali traggono - apparentemente... lo sapete che sono astemio - nettari di qualità superlative. Il cielo soleggiato, l'aria frizzantina, la città in preda a torme di turisti pasquali hanno ospitato Martina (la ragazza ceca conosciuta un mese fa, e che tornava giusto ora da Buenos Aires) e me che cercavamo di rilassarci dopo le ultime avventure. L'alloggio che abbiamo trovato, più che altro la casa privata di Ariel e della sua numerosa famigliola (che, con fare opportunistico, ha dormito in salotto pur di noleggiare tutte le camere disponibili), ci ha aiutati molto, in questo: colazioni pantagrueliche, simpatia a palate, disponibilità continua a parlare di ogni cosa e tranquillità hanno fatto da campo base per le nostre esplorazioni; che, causa chiusure festive, si sono limitate alla visita delle molte piazze e parchi, nonché alla scoperta dei migliori "tenedor libre" disponibili (uno fantastico, per 4 euri a testa + bibite, ed uno leggermente più normale a 2 euri!).
Partita Martina, verso nord, io son rimasto un altro paio di giorni, durante i quali ho lavoricchiato in rete ed ho visitato il Cerro della Gloria, dedicato al generale San Martin, liberatore di Cile e Perù. Il sabato notte, però, vigilia di Pasqua, ho fatto qualcosa di straordinario: un rafting notturno, sotto lo sguardo di una luminosa luna piena, mentre le acque del fiume bagnavano i nostri occhi sberluccicanti per il brillare delle stelle. Fantastico! E freddino, pure: al termine del rafting, le più di 250 persone che partecipavano (costo molto basso, circa 13 euri) scaldavano le umide membra al tepore di un "fogon", o con una buona bottiglia di vino ed una pizza calda calda.
Ora, invece, sono a San Miguel de Tucuman, detta anche "Tucuman Capital": qui, infatti, fu firmata la dichiarazione di indipendenza di quella che si sarebbe trasformata nella nazione Argentina; ed ancora, ogni anno, il 9 di luglio, Tucuman diventa capitale del paese ed il potere esecutivo si trasferisce qui.
La città è molto trafficata, l'assenza di semafori (a volte, agli incroci, c'è un povero vigile in una garitta sopraelevata che cerca di fare del suo meglio) non aiuta certo la cosa, e la presenza di pioggia continua da il colpo di grazia. Eppure, la gente non se ne da conto: le strade si allagano, le ruote delle macchine inzuppano i pedoni, gli ambulanti gridano a squarciagola "paragua, paragua!", ma tutto continua a funzionare: le "empanadas", tipiche di qui e deliziose, continuano a cuocersi nei forni a legna; i bambini escono da scuola cercando la prima gelateria disponibile; tutto resta chiuso per ore durante la siesta, senza eccezione alcuna. Io gironzolo, cercando di fare lo slalom tra pozzanghere e musei dall'orario balzano, e per finire la giornata scovo un cinema con la versione spagnola di "Neverland - Un sogno per la vita", in cui si narra la storia di James Barrie, autore delle avventure di Peter Pan; è un film bello anche se dal finale triste, interpretato con maestria da Johnny Depp, dove si racconta come nacque l'sipirazione per la storia del ragazzo che non voleva crescere... ok, su, quanti di voi credono che anch'io sia così?
Mendoza è, in Argentina, la capitale dei vini: per ogni dove, contadini sapienti hanno disseminato la fertile campagna di vigneti dai quali traggono - apparentemente... lo sapete che sono astemio - nettari di qualità superlative. Il cielo soleggiato, l'aria frizzantina, la città in preda a torme di turisti pasquali hanno ospitato Martina (la ragazza ceca conosciuta un mese fa, e che tornava giusto ora da Buenos Aires) e me che cercavamo di rilassarci dopo le ultime avventure. L'alloggio che abbiamo trovato, più che altro la casa privata di Ariel e della sua numerosa famigliola (che, con fare opportunistico, ha dormito in salotto pur di noleggiare tutte le camere disponibili), ci ha aiutati molto, in questo: colazioni pantagrueliche, simpatia a palate, disponibilità continua a parlare di ogni cosa e tranquillità hanno fatto da campo base per le nostre esplorazioni; che, causa chiusure festive, si sono limitate alla visita delle molte piazze e parchi, nonché alla scoperta dei migliori "tenedor libre" disponibili (uno fantastico, per 4 euri a testa + bibite, ed uno leggermente più normale a 2 euri!).
Partita Martina, verso nord, io son rimasto un altro paio di giorni, durante i quali ho lavoricchiato in rete ed ho visitato il Cerro della Gloria, dedicato al generale San Martin, liberatore di Cile e Perù. Il sabato notte, però, vigilia di Pasqua, ho fatto qualcosa di straordinario: un rafting notturno, sotto lo sguardo di una luminosa luna piena, mentre le acque del fiume bagnavano i nostri occhi sberluccicanti per il brillare delle stelle. Fantastico! E freddino, pure: al termine del rafting, le più di 250 persone che partecipavano (costo molto basso, circa 13 euri) scaldavano le umide membra al tepore di un "fogon", o con una buona bottiglia di vino ed una pizza calda calda.
Ora, invece, sono a San Miguel de Tucuman, detta anche "Tucuman Capital": qui, infatti, fu firmata la dichiarazione di indipendenza di quella che si sarebbe trasformata nella nazione Argentina; ed ancora, ogni anno, il 9 di luglio, Tucuman diventa capitale del paese ed il potere esecutivo si trasferisce qui.
La città è molto trafficata, l'assenza di semafori (a volte, agli incroci, c'è un povero vigile in una garitta sopraelevata che cerca di fare del suo meglio) non aiuta certo la cosa, e la presenza di pioggia continua da il colpo di grazia. Eppure, la gente non se ne da conto: le strade si allagano, le ruote delle macchine inzuppano i pedoni, gli ambulanti gridano a squarciagola "paragua, paragua!", ma tutto continua a funzionare: le "empanadas", tipiche di qui e deliziose, continuano a cuocersi nei forni a legna; i bambini escono da scuola cercando la prima gelateria disponibile; tutto resta chiuso per ore durante la siesta, senza eccezione alcuna. Io gironzolo, cercando di fare lo slalom tra pozzanghere e musei dall'orario balzano, e per finire la giornata scovo un cinema con la versione spagnola di "Neverland - Un sogno per la vita", in cui si narra la storia di James Barrie, autore delle avventure di Peter Pan; è un film bello anche se dal finale triste, interpretato con maestria da Johnny Depp, dove si racconta come nacque l'sipirazione per la storia del ragazzo che non voleva crescere... ok, su, quanti di voi credono che anch'io sia così?
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inserito il 30/03/2005
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