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24 ore a Sydney
A causa del mio colpo di bacucco (come già raccontato precedentemente), mi son goduto solo 24 ore a Sydney: il bus mi ha scaricato ieri alle 9:30, ed ora alle 10 sono in aeroporto ad aspettare il volo per Auckland.
Che dire?
Innanzitutto, che c'è un sacco di gente per le strade; non so come abbiano fatto durante le olimpiadi, ma è sicuramente il posto più trafficato (e non quindi solo popoloso) che abbia visto qui in OZ.
Ho lasciato il bagaglione in uno sportello automatico (ladri: 7 dollari!) ed ho cercato un posto per mangiare, dato l'evidente calo di zuccheri all'interno del mio metabolismo... ho optato per un sanissimo pasto da Burger King (o Hungry Jack, come si chiama qui); poi, mi son messo alla ricerca di un negozio di libri usati, e dopo un pò di ricerca son finalmente riuscito a trovare una LP per la Nuova Zelanda a 27 dollari (affarone: è fresca di stampa, settembre 2004). Quindi, armato di mappa, ho cominciato a camminare sotto il sole. Hyde Park, la bella cattedrale, l'austero museo nazionale, e poi finalmente il porto, con le mitiche vele dell'Opera House ed il ponte metallico soprannominato "vecchio attaccapanni"... già, il ponte: si può attraversarlo a piedi, in bici, in macchina, in bus, in treno, e persino scalarlo (3 ore e mezza, solo 160 dollarozzi!)... indovinate io cosa ho fatto ;-)
L'Opera House, invece, la si può ammirare agratis da fuori (ma non scalarla!); le visite guidate all'interno costano 25 dollari, non mi convince molto pagare per entrare in un teatro dove non stanno mettendo in scena niente... c'è un bel parchetto con vista sul porto, erba fresca e morbida, balsamo per i miei piedi.
Dall'altra parte del ponte, cerco un buon posto per scattare foto tramontine e notturne alla baia, ma i migliori sono privatizzati, quindi mi metto a condividere un molo con dei pescatori, mentre mangio insalata graca e mozzarelle (!) trovate in un paio di negozietti.
Dopo le 19, prendo un treno, recupero il bagaglio e poi aspetto il bus per andare da Louise, la tipa presso la quale passo la notte: insegnante di linguaggio dei segni, divide la casa con altri due ospiti (sordi); parliamo un po', ma non prima che abbiano finito di vedere Gothika (sottotitolato, ovviamente... certo che deve essere una palla perdersi tutte quelle musiche terrificanti con cui infarciscono i thriller, oltre ai rumori delle gocce di sangue che sguisciano).
Stamattina, Louise mi ha dato uno strappo fino in aeroporto (molto vicino, con effetti simili a Malpensa). Qui, scopro che senza un biglietto fuori dalla NZ non mi lasceranno partire... mmm, panico, che fare?! Chiedo in qualche biglietteria, e alla fine opto per una soluzione interlocutoria: acquisto un biglietto più costoso, che però mi permette di ricevere il rimborso quasi totale in caso di non utilizzo (è già certo che quei soldi me li riprendo, oggi o domani); ci perdo qualcosa, ma almeno non mi lego le mani in vista di offerte in NZ.
Ora vado, ci sentiamo dalla prossima nazione.
Che dire?
Innanzitutto, che c'è un sacco di gente per le strade; non so come abbiano fatto durante le olimpiadi, ma è sicuramente il posto più trafficato (e non quindi solo popoloso) che abbia visto qui in OZ.
Ho lasciato il bagaglione in uno sportello automatico (ladri: 7 dollari!) ed ho cercato un posto per mangiare, dato l'evidente calo di zuccheri all'interno del mio metabolismo... ho optato per un sanissimo pasto da Burger King (o Hungry Jack, come si chiama qui); poi, mi son messo alla ricerca di un negozio di libri usati, e dopo un pò di ricerca son finalmente riuscito a trovare una LP per la Nuova Zelanda a 27 dollari (affarone: è fresca di stampa, settembre 2004). Quindi, armato di mappa, ho cominciato a camminare sotto il sole. Hyde Park, la bella cattedrale, l'austero museo nazionale, e poi finalmente il porto, con le mitiche vele dell'Opera House ed il ponte metallico soprannominato "vecchio attaccapanni"... già, il ponte: si può attraversarlo a piedi, in bici, in macchina, in bus, in treno, e persino scalarlo (3 ore e mezza, solo 160 dollarozzi!)... indovinate io cosa ho fatto ;-)
L'Opera House, invece, la si può ammirare agratis da fuori (ma non scalarla!); le visite guidate all'interno costano 25 dollari, non mi convince molto pagare per entrare in un teatro dove non stanno mettendo in scena niente... c'è un bel parchetto con vista sul porto, erba fresca e morbida, balsamo per i miei piedi.
Dall'altra parte del ponte, cerco un buon posto per scattare foto tramontine e notturne alla baia, ma i migliori sono privatizzati, quindi mi metto a condividere un molo con dei pescatori, mentre mangio insalata graca e mozzarelle (!) trovate in un paio di negozietti.
Dopo le 19, prendo un treno, recupero il bagaglio e poi aspetto il bus per andare da Louise, la tipa presso la quale passo la notte: insegnante di linguaggio dei segni, divide la casa con altri due ospiti (sordi); parliamo un po', ma non prima che abbiano finito di vedere Gothika (sottotitolato, ovviamente... certo che deve essere una palla perdersi tutte quelle musiche terrificanti con cui infarciscono i thriller, oltre ai rumori delle gocce di sangue che sguisciano).
Stamattina, Louise mi ha dato uno strappo fino in aeroporto (molto vicino, con effetti simili a Malpensa). Qui, scopro che senza un biglietto fuori dalla NZ non mi lasceranno partire... mmm, panico, che fare?! Chiedo in qualche biglietteria, e alla fine opto per una soluzione interlocutoria: acquisto un biglietto più costoso, che però mi permette di ricevere il rimborso quasi totale in caso di non utilizzo (è già certo che quei soldi me li riprendo, oggi o domani); ci perdo qualcosa, ma almeno non mi lego le mani in vista di offerte in NZ.
Ora vado, ci sentiamo dalla prossima nazione.
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inserito il 17/09/2004
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