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4 salti a Kangaroo Island
Gli ultimi 3 giorni li ho passati su Kangaroo Island, una sorta di enorme parco in cui decine di specie diverse di animali ceercano di vivere la loro vita normale incuranti dei turisti e senza preoccuparsi di nemici (in)naturali come gatti e volpi.
Insieme ad Aurelie, ragazza francese in giro per questo continente, ho noleggiato una macchina per percorrere le decine di chilometri (è forse la terza isola del continente, per estensione); prima, però, due bus ed un traghetto (che ritarda di un'ora causa rottura di un cavo d'acciao con conseguente caduta rumorosa del portellone d'imbarco) ci hanno portato a Kingscote, uno dei due centri principali del posto: noleggiare da Adelaide sarebbe stato più costoso, visti i pedaggi del traghetto! Fatta la spesa al supermercato, e gironzolato un po', ci impadroniamo della macchina (Mitsubishi Lancer!) e andiamo a vedere una "nutrizione" di pellicani (a frotte, arrivano, per il pesce) e alcuni cuccioli di pinguino, rintanati nei loro buchi in attesa del ritorno dei genitori con la pappa. Cenato nel forse unico ristorante del posto, ci aggreghiamo alla visita guidata alla colonia di pinguini; il buio pesto impedisce pressoché ogni foto, e l'assembramento di turisti (più numerosi dei volatili) non rende agevole neppure la visione... ma la descrizione è interessante, e quei pochi che vediamo, illuminati dalla rossa luce della torcia elettrica, ci soddisfano. Viaggio notturno, per appostarsi in prossimità della prima meta dell'indomani, la Baia dei Leoni Marini; nessuna possibilità di trovare un letto, ergo dormiamo - confortevolmente - nella macchina.
Al mattino, dopo una buona colazione, attendiamo l'apertura dei cancelli della riserva. Solo altri due turisti si aggregano alla prima visita guidata, quindi abbiamo tutto il tempo di osservare da vicino questi enormi bestioni che tanto rassomigliano alle foche ma che dormono molto di più; e ci scappa pure la fortuna di incontrare un cucciolo, curioso come pochi, che ci studia e ci gira intorno per almeno dieci minuti. Il sole scompare, inizia a piovere, e l'acqua ci coglie proprio mentre tentiamo la scalata delle dune del Little Sahara, un posto dove la gente solitamente va a fare "sandboarding". Facciamo altri chilometri, lasciamo per un pò le nubi e, pranzato in un punto per picnic, arriviamo alla riserva dei koala; non c'è verso di vederli svegli, però, tanto per cambiare. Al centro visitatori del parco Flinders Chase prenotiamo un minicottage per la notte, e poi balziamo in macchina alla notizia di un avvistamento recente di due balene vicino ad Admiral's Arch; purtroppo, quando vi arriviamo, le balene se ne sono andate, e così ci limitiamo a dare un'occhiata in giro alle foche che giocano nelle pozze d'acqua vicino alla costa. Ripiove, ergo torniamo su, e proviamo ad avvistare, in religioso silenzio, ornitorinchi in una ben nota pozza d'acqua; niente da fare, quindi andiamo a docciarci e ad allestire un prezioso e succulento barbeque nel campeggio vicino al cottage; sbraniamo carne e vegetali a go-go, mentre alcuni opossum (persino una madre con piccolo in groppa) gironzolano sperando in qualche donazione... Il cottage non è troppo freddo, grazie al fuoco acceso prima, e le coperte fanno il resto, quindi la notte passa bene.
Il sole fa timido capolino di tra le nubi, e noi torniamo in giù di 20 km a vedere (da soli, con una luce fantastica per le foto) le "rocce rimarchevoli", serie di creazioni naturali di vento ed acqua; poi torniamo dalle foche, che continuano imperterrite a giocare, ma ancora niente balene. Aurelie guida per tutta la strada fino alla punta di nordovest, dove visitiamo un faro (forse l'unico al mondo a pianta quadrata) e lei spara pure il colpo di cannone delle 13. Il pranzo è in completo relax, poi guido io (lei non se la sente per altri 35 km di strada sterrata) ed arriviamo in tempo a Kingscote per riconsegnare la macchina (in stato impeccabile) ed imbarcarci di nuovo su bus-traghetto-bus.
Saluto Aurelie, prendo l'ultimo bus e raggiungo i miei polacchi preferiti. Domani volerò a Cairns, sulla costa orientale.
Insieme ad Aurelie, ragazza francese in giro per questo continente, ho noleggiato una macchina per percorrere le decine di chilometri (è forse la terza isola del continente, per estensione); prima, però, due bus ed un traghetto (che ritarda di un'ora causa rottura di un cavo d'acciao con conseguente caduta rumorosa del portellone d'imbarco) ci hanno portato a Kingscote, uno dei due centri principali del posto: noleggiare da Adelaide sarebbe stato più costoso, visti i pedaggi del traghetto! Fatta la spesa al supermercato, e gironzolato un po', ci impadroniamo della macchina (Mitsubishi Lancer!) e andiamo a vedere una "nutrizione" di pellicani (a frotte, arrivano, per il pesce) e alcuni cuccioli di pinguino, rintanati nei loro buchi in attesa del ritorno dei genitori con la pappa. Cenato nel forse unico ristorante del posto, ci aggreghiamo alla visita guidata alla colonia di pinguini; il buio pesto impedisce pressoché ogni foto, e l'assembramento di turisti (più numerosi dei volatili) non rende agevole neppure la visione... ma la descrizione è interessante, e quei pochi che vediamo, illuminati dalla rossa luce della torcia elettrica, ci soddisfano. Viaggio notturno, per appostarsi in prossimità della prima meta dell'indomani, la Baia dei Leoni Marini; nessuna possibilità di trovare un letto, ergo dormiamo - confortevolmente - nella macchina.
Al mattino, dopo una buona colazione, attendiamo l'apertura dei cancelli della riserva. Solo altri due turisti si aggregano alla prima visita guidata, quindi abbiamo tutto il tempo di osservare da vicino questi enormi bestioni che tanto rassomigliano alle foche ma che dormono molto di più; e ci scappa pure la fortuna di incontrare un cucciolo, curioso come pochi, che ci studia e ci gira intorno per almeno dieci minuti. Il sole scompare, inizia a piovere, e l'acqua ci coglie proprio mentre tentiamo la scalata delle dune del Little Sahara, un posto dove la gente solitamente va a fare "sandboarding". Facciamo altri chilometri, lasciamo per un pò le nubi e, pranzato in un punto per picnic, arriviamo alla riserva dei koala; non c'è verso di vederli svegli, però, tanto per cambiare. Al centro visitatori del parco Flinders Chase prenotiamo un minicottage per la notte, e poi balziamo in macchina alla notizia di un avvistamento recente di due balene vicino ad Admiral's Arch; purtroppo, quando vi arriviamo, le balene se ne sono andate, e così ci limitiamo a dare un'occhiata in giro alle foche che giocano nelle pozze d'acqua vicino alla costa. Ripiove, ergo torniamo su, e proviamo ad avvistare, in religioso silenzio, ornitorinchi in una ben nota pozza d'acqua; niente da fare, quindi andiamo a docciarci e ad allestire un prezioso e succulento barbeque nel campeggio vicino al cottage; sbraniamo carne e vegetali a go-go, mentre alcuni opossum (persino una madre con piccolo in groppa) gironzolano sperando in qualche donazione... Il cottage non è troppo freddo, grazie al fuoco acceso prima, e le coperte fanno il resto, quindi la notte passa bene.
Il sole fa timido capolino di tra le nubi, e noi torniamo in giù di 20 km a vedere (da soli, con una luce fantastica per le foto) le "rocce rimarchevoli", serie di creazioni naturali di vento ed acqua; poi torniamo dalle foche, che continuano imperterrite a giocare, ma ancora niente balene. Aurelie guida per tutta la strada fino alla punta di nordovest, dove visitiamo un faro (forse l'unico al mondo a pianta quadrata) e lei spara pure il colpo di cannone delle 13. Il pranzo è in completo relax, poi guido io (lei non se la sente per altri 35 km di strada sterrata) ed arriviamo in tempo a Kingscote per riconsegnare la macchina (in stato impeccabile) ed imbarcarci di nuovo su bus-traghetto-bus.
Saluto Aurelie, prendo l'ultimo bus e raggiungo i miei polacchi preferiti. Domani volerò a Cairns, sulla costa orientale.
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inserito il 20/08/2004
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