Il viaggio in motonave, di per sè, è andato benino: un pò di ritardo, ma il mare era abbastanza agitato, e quindi non posso assolutamente dire niente sugli antenati del capitano.
L'arrivo è stato già più traumatico: il caos più totale al porto, dove io non sapevo se dichiarare la mia macchina fotografica o la radiolina a transistor ma tanto a nessuno poteva fregargliene meno e sarei potuto passare come Fantozzi con il televisore sopra la testa...
Il problema serio, invece, è che la prima destinazione a cui puntavo (la costa nord di Sumatra, con una stupenda isola snorkellabile) è chiusa ai turisti per guerra: dal sito dell'ambasciata italiana, "A seguito della proclamazione della legge marziale (19 maggio) e dell'avvio delle operazioni militari in Aceh contro le forze del GAM (movimento separatista armato della regione), l'intera provincia è da considerarsi a tutti gli effetti zona di guerra. Anche a seguito dell'uccisione di un turista tedesco e del ferimento di un altro (5 giugno) è stato adottato un Decreto Presidenziale (16 giugno) che stabilisce il divieto assoluto per i turisti di entrare ad Aceh, mentre l'ingresso di giornalisti e del personale delle ONG è sottoposto a rigide restrizioni ed a permessi speciali specificamente rilasciati dalle preposte Autorità."
Mannaggia! Io domattina provo lo stesso ad informarmi all'ufficio turistico, ma mi sa che devo passare direttamente alle scimmie rosse...

A Medan, città dimenticabilissima e ammorbata dallo smog di mille furgoncini scoppiettanti, io e gli altri stranieri del traghetto abbiamo subito un tentativo rozzo di dirottamento da parte dei soliti procacciatori verso una loro agenzia e poi via per chissà dove. Ovviamente, ormai avvezzo alla cosa, mi son fatto portare in centro e poi mi sono sganciato ;-)