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Potevo rimanere offeso

La settimana scorsa ho corso un leggerissimo rischio che, se non fosse poi andata come è andata, avrebbe potuto anche avere conseguenze gravette anzicheno... curiosi al punto giusto? Dai, vediamo cosa è successo!

Martedì, con vari dolori ventrali (prima dicevo "di stomaco", ma sono stato corretto più volte da dei medici sapienti), ho deciso di mangiare durante la pausa pranzo al lavoro una nuova pietanza preparata al ristorante cinese sotto l’ufficio. Trattavasi di riso con ananas e pinoli. Una cosa di un dolce, ma di un dolce... nauseabondo. Non mi sono stupito, perciò, di aver passato le ore successive a vomitare ogni singolo chicco (e pinolo). Quando però ormai il mio interiore era del tutto vuoto, i dolori ventrali sono proseguiti, acutizzandosi. Dire che ci ho dormito sopra sarebbe un eufemismo, dato che i miei periodi di sonno duravano al massimo 30 minuti, dopodiché i dolori provvedevano a ridestarmi. Il giorno dopo son rimasto a casa, e al pomeriggio mia madre mi ha accompagnato dal medico di base, a Longare. Estenuante attesa, più di 3 ore in sala d’aspetto, con tutti che facevano una caciara incredibile sui ritardi e la malasanità (io me ne son stato buonino; ma avendo poi scoperto cosa davvero avevo, retrospettivamente parlando gli avrei mandati tutti a cagare, con quel loro bisogno di farsi fare una ricetta per le pastiglie per il mal di testa...). La doc mi visita, infine (ore 18:45), e mi dice che al 90% si tratta di meteorismo (ovvero, gas nell’intestino), anche se c’è una remota possibilità che si tratti dell’appendice; per togliersi il dubbio, mi fissa una visita in ospedale a Noventa per le 20:30. Torniamo a casa, un presentimento mi fa mettere spazzolino e pigiama nello zainetto, poi raggiungiamo il nosocomio. Un po’ di aspirazioni sanguigne, due esami empirici ma a quanto pare risolutivi, e meno di due ore dopo sono già in sala operatoria per una appendicectomia urgente.

La notte passa rinco per l’anestesia, il giorno dopo comincio a guardarmi intorno e a fare conoscenza con il mio compagno di stanza, il signor Vittorio.

Il signor Vittorio è stato operato della stessa cosa di cui avevano operato mio padre giusto due anni fa, ed io penso che è buffo che allora mi ero perso questo momento importante della vita di mio padre ed ora lo rivivo in diretta con un signore che, sebbene un po’ più vecchio del babbo, percorre lo stesso cammino. E si somigliano pure: un po’ brontoloni, a volte irritabili che è meglio girargli al largo, tranquilli il più delle volte, inetti con la tecnologia (vedasi il tempo impiegato per comporre un numero sul telefonino)... due gocce d’acqua!

Mia madre, la prima a venirmi a trovare al mattino, mi scopre già aperto e richiuso, e mi chiede se ho pensato a cosa mi possa servire. Un cambio, ovviamente, di biancheria, ma soprattutto il computer portatile ed una buona scorta di dvd: sto già cominciando ad annoiarmi a morte, non posso girare per colpa dei dolori della zona operata, e non ho voglia di mettermi a leggere un libro. Nei giorni seguenti, vedrò, oltre finalmente al Fitzacarraldo di Herzog che attendeva da tempo immemore, 3 stagioni della serie di fantascienza Farscape, una migliore dell’altra (credetemi, di fantascienza ne ho conosciuta, ma questa è sicuramente una delle due migliori, se non la migliore, serie tv che mi sia capitata).

Sfilano anche gli altri parenti: Chiara, poi i miei genitori assieme, poi tutti compresa Anna che sembra un po’ sconvolta da tutte le cose strane che ci sono nella stanza e che passa dalla modalità coccolosa a quella terrorizzata dalla presenza dei dottori. Anche Vittorio riceve visite spesso giornaliere, e io un po’ partecipo alla conversazione (anche perché pare io sia stato eletto "compagno di stanza dell’anno" dalla giuria popolare) un po’ mi isolo nel mio mondo tv per non disturbare e lasciare un minimo di privacy (la privacy in ospedale te la dimentichi presto... sì, è vero, non mettono più le cartelle con i tuoi dati ai piedi del letto, ma in compenso continuano a lasciare la porta della camera spalancata cosicché tutti quelli che passano per il corridoio possono farsi gli affaracci tuoi...).

Gli infermieri, più che angeli come afferma Vittorio, sono dei santi, per sopportare l’estrema rottura di coglioni da parte di alcuni pazienti che sembrano passare il loro tempo a chiamarli; quelli che poi fanno l’errore di dirti il tuo nome sono segnati, le voci della notte li chiamano in continuazione come un radiofaro. I dottori, invece, sono professionali ma molto poco "umani": loro visitano, parlottano, fanno, ma senza troppo coinvolgimento; se gli fai una domanda (sul tuo stato di salute), sembra quasi che tu gli dia fastidio, e ti mettono a posto con due parole in croce che oltre a quelle non otterrai altro; e quando poi vengono a tirarti via i vari tubi che ti hanno innestato... beh, quello è davvero un momento brusco!

I pasti lasciano il tempo che trovano, le minestrine con la pastina cotta l’anno prima potrebbero pure tenersele, ma le prime cose solide che ingurgiti dopo esserti nutrito di buste con soluzioni dal dubbio colore per giorni sono una goduria, ed io assaporo ogni singolo granello di croccanticità. E’ buffo vedere l’infermiera che passa col palmare per prendere le ordinazioni, sembra di essere al ristorante ma poi ti rendi conto che la scelta è minima se non obbligata (ed il pane non te lo danno mai, anche se te l’hanno offerto).

Proprio quando cominciavo ad abituarmi ai ritmi ospedalieri, scanditi dagli orari delle medicine e dei controlli, mi hanno rimandato a casa. Un po’ di giorni di convalescenza, poi di nuovo in piedi. Domattina andrò al giornale, spero di non avere problemi ma soprattutto spero di avere qualcosa da fare. Poi, mercoledì, visita di controllo e, spero, eliminazione delle graffette che ora mi fanno assomigliare un po’ al mostro di Frankenstein... sperem!

Commenti

Il giorno 20/03/2008, socia ha scritto:
neanche quando ti ho cucinato la pastasciutta con zafferano uvetta e finocchi ti eri sentito così...mmm un pò mi dispiace però: bello il "ritrovamento" paterno a distanza e un dubbio: ti devi rimettere a viaggiare?... besos!!
Il giorno 20/03/2008, socia ha scritto:
ehm scusa un'altra considerazione: non puoi fare l'ammalato come tutti senza essere eletto compagno di stanza e per fa questo rompere "sottilmente" i coglioni a tutto il reparto???

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inserita il 16/03/2008
visualizzata 1778 volte
commentata 2 volte
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