Seduto lì, a guardar l'oceano
E’ un po’ che non scrivo, in questo diario di bordo. E, se non ci fosse mia madre a ricordarmelo, mia madre che si è pure comprata un tablet pur di seguir le mie avventure da lontano (a ma’, mi trovi anche su ziogiramondo.blogspot.it, ma in versione edulcorata!), altro tempo potrebbe passare... gli è che son stato un po’ occupatino, negli ultimi giorni, prima con un gruppo di 16 persone ed ora con un altro di 10, e solo 3 giorni in mezzo per fare tutto quello che si fa alla chiusura di un tour e prima dell’apertura di un altro.
Eccomi qui, però, di nuovo in Cile, con un tour Penguin che è anche il primo che ho guidato qui in Sud America, lo scorso anno (lacrimuccia!).
L’altro giorno siamo andati come al solito a Valparaiso, città colorata da cui i gatti son scappati a causa dell’enorme presenza di cani, città affacciata su un oceano che l’ha corteggiata per decenni, salvo poi preferirle altri porti, altre nazioni.
L’escursione, in realtà, è stata un po’ diversa da quelle abituali, perché in Cile in questi giorni è in corso uno sciopero del settore pubblico, e questo comprende gli spazzini e gli operatori degli ascensori che, di Valparaiso, costituiscono una delle attrazioni. E se il problema della spazzatura è stato risolto in maniera efficace assumendo una ditta privata che se ne occupasse, gli ascensori invece rimangono fermi, al riparo nelle loro casette di inizio e fine corsa. Così noi abbiamo cambiato percorso, evitando grazie al nostro autista le salite più ripide ma camminando lo stesso per strade nuove, che non avevo mai provato prima.
Esplorate le colline, siamo poi andati a Viña del Mar, la città vicina, gemella siamese inseparata ed inseparabile. E lì, attraversando da gran signori il corridoio centrale del Casinò, snobbando le slot machine che continuavano a borbottare e tintinnare, siamo arrivati alla costa, e poi alla spiaggia.
E nell’ora a disposizione per ognuno, per esplorare questa località che sembra un incrocio tra Rimini e Nizza, con tutti i loro lati positivi e negativi, io mi sono seduto in spiaggia, a guardare il mare.
Mare... oceano, in realtà. Ma, a vederlo dalla spiaggia, non riesci a dire la differenza, ti paiono la stessa cosa. Sai, mentalmente, che Magellano vi arrivò dopo giorni terribili impiegati a cercare un passaggio sicuro tra la Terra del Fuoco e l’Antartide, e gli sembrò così tranquillo da chiamarlo Pacifico. Potrebbe però essere l’Adriatico, in un giorno in cui la costa croata non si vede. C’è qualche barca, ci sono le onde, e ci sono dei bambini che, coraggiosamente, le affrontano; la spiaggia è calda, dorata, in splendido contrasto con l’acqua fredda.
Guardo l’oceano, dunque, e lascio che la mia testa si liberi dei pensieri, almeno per un po’. Lo sciabordio delle onde aiuta. E’ presto per vedere il tramonto, ma non ha importanza: oggi sono venuto per vedere il mare.
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inserito il 11/11/2013
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